I libri per bambini sono «i residui di un mondo di sogno». Così, almeno, affermava Walter Benjamin, che ne era anche un avido collezionista. Lo interessavano particolarmente gli ABC, gli alfabetieri, gli abbecedari. Si dice che, nelle pagine dei libri per ragazzi, Benjamin trovasse modo di immergersi in un'infanzia perduta: un mondo incontaminato, ancora lontano della regole vincolanti della funzionalità e dell'utilità.
Questa interpretazione, mi lascia qualche perplessità. Infatti, non c'è niente di più funzionale e utilitaristico dell'ABC. Non è infatti un caso che i primi prodotti pensati appositamente per l'infanzia fossero i primer, gli horn book: piccoli strumenti per far conoscere e imparare al bambino le lettere dell'alfabeto con il quale avrebbe composto e conosciuto il mondo. E che la rivoluzione della didattica e dell'albo illustrato sia partita proprio dall'apprendimento dell'ABC attraverso le immagini (un evento del quale abbiamo scritto qui).
L'alfabeto illustrato è una delle grandi innovazioni della fine dell'Ottocento: lo sviluppo delle tecniche tipografiche e di riproduzione delle immagini hanno permesso, in quell'epoca, di rispondere adeguatamente a una nuova, potente domanda, che veniva da una borghesia ormai consolidata, che voleva rendere l'apprendimento più facile e fluido, anticipandone i tempi dell'alfabetizzazione e piegando anche la stanza dei bambini alla logica utilitaristica e ai nuovi modi di produzione, che esigevano una forza lavoro più qualificata, alfabetizzata e istruita.
Artisti come Walter Crane, del quale qui riproduciamo The Absurd ABC (John Lane Bodley Head, 1874) e The alphabet of old friends, (George Routledge & Son, 1874), Randolph Caldecott e Kate Greenaway, sotto l'egida di un editore del calibro di George Routledge e con l'assistenza di uno stampatore sopraffino (Edmund Evans), si sono dedicati a questo scopo. E cogliendo lo spirito del tempo, hanno immaginato che si potesse stimolare l'apprendimento non con disciplina e bacchettate, ma attraverso l'esposizione al meraviglioso, all'inusitato, all'assurdo, al surreale e, in ultima istanza, alla bellezza.
Negli ultimi anni, c'è stata una reviviscenza dell'alfabeto assurdo e surreale. Noi Topi avevamo pubblicato ABC cercasi... di Gwenola Carrère nel 2009 (qui la lettura di Anna Castagnoli); ma abbiamo trovato notevoli anche questo e questo e questo.