Attimi da non dimenticare

Il secondo libro del 2025 è Grande! di Aurore Petit, il terzo titolo della trilogia dedicata dall'autrice e disegnatrice alla sua vita di famiglia. Ne parla la sua editrice, segue una breve intervista ad Aurore.

[di Valérie Cussaguet, editrice e fondatrice di Les Fourmis Rouges]

  

Mi ricordo perfettamente quando ho letto per la prima volta il progetto di Una mamma è come una casa. Le illustrazioni erano semplicemente bozzetti, ancora senza colori, ma la trama c’era già tutta ed era perfetta. Ho pianto. Non ho la lacrima facile e il numero di volte in cui ho pianto leggendo un progetto si conta sulle dita di una mano sola (e con meno di cinque dita). In quel momento ho capito che Aurore aveva creato un libro eccezionale, di quelli che restano. Glielo dissi. Poi, la mia interlocutrice presso il fotolitista con cui lavoriamo mi disse di essere rimasta scossa dal libro mentre ci lavorava. Così come la responsabile commerciale del nostro stampatore. Praticamente chiunque venisse a contatto con questo libro ne era colpito. E quando siamo arrivati alla pubblicazione, quest’onda emotiva è continuata. Aurore, condividendo la sua esperienza intima di madre, rendeva palpabile l’universalità di ciò che provava. Poi è arrivato il suo secondo bambino e la narrazione della gravidanza e della nascita in Arrivo! […] E ora è la volta di Grande!, l’ultimo titolo. Questi non sono albi come gli altri e costituiscono un’avventura editoriale eccezionale. In parte perché conosco questa famiglia nella realtà e con il tempo abbiamo intessuto legami affettivi. In parte perché questa non è più semplicemente una storia di famiglia. Ai vari Saloni a cui abbiamo occasione di partecipare, incontriamo bambini che crescono con questi libri, donne che li hanno condivisi con i loro figli o con le loro madri. E ora parlano anche di loro. Non ci ricordiamo neanche più che questa è la vita di Aurore. Qui sta la magia della letteratura.

 

Qualche domanda ad Aurore Petit:

Dopo Una mamma è come una casa (2020), Arrivo! (2021) […] il suo nuovo albo Grande! conclude la serie che s’ispira alla sua vita, in particolare all’esperienza della maternità e del ménage familiare. Come si sente rispetto a questi libri a distanza di tempo? 

Direi che sono come un diario degli ultimi anni. Oltre a scrivere i libri, riempio taccuini con istanti di vita o con gli scambi che mi capita di avere con i miei bambini. Ho un unico scopo: tentare di fissare attimi che altrimenti dimenticherei. E infatti, pur essendo giunta ormai alla conclusione della serie, continuo a scrivere e disegnare lasciandomi ispirare dai miei figli. Essere una testimone intima del loro sguardo è un’esperienza preziosissima. Al termine di Grande! ero commossa del cammino fatto.

 

Cosa hanno cambiato questi libri della sua vita professionale e della sua pratica artistica?

Chiaramente, essendo stati letti tantissimo, hanno cambiato molte cose. Ho ricevuto una valanga di messaggi in cui i genitori mi dicevano di riconoscersi nei miei libri e ho avuto l’impressione di raccontare molto dell’intimità familiare. Alcuni bambini mi dicono che è la loro storia! Altri mi raccontano che Una mamma è come una casa è il libro che condividono con la loro mamma. È un’emozione molto forte. Questo calore mi ha spinta ad andare avanti e a credere in me stessa per continuare a scrivere. E poi lavorare a questa serie è stata un’esperienza ricchissima: la particolarità di questi albi è che, anche se il contesto è lo stesso, i personaggi crescono da un libro all’altro. È una bella sfida cercare delle storie e trovare il buon modo di raccontarle: mettendosi all’altezza della mamma, all’altezza del bambino che diventa grande. Sono scelte che si ripercuotono nel modo di scrivere, nella scelta delle illustrazioni, dell’impaginazione, del libro stesso insomma!

  

A volte le è stata mossa la critica di aver dipinto con questi libri un modello di famiglia stereotipata e tradizionale. Cosa risponde a queste considerazioni?

La prima cosa che dico quando presento in pubblico questi libri (a bambini o a adulti) è che si tratta della mia storia. Della mia famiglia, che è una famiglia specifica con una mamma, un papà e due figli. Non è un modello, ma un racconto dal punto di vista della madre. È anche per questo che immaginare Un papà è come… non è possibile. Da un libro all’altro i genitori si defilano per diventare quasi del tutto inesistenti in Grande!. L’intenzione è quella di porre al centro il bambino, concentrandosi più sul legame genitore-figlio che su quello, più ampio, familiare.

 

 

Lo scorso settembre, è andata in tour con l’editore neozelandese Gecko Press che ha pubblicato questa serie in inglese. Come sono stati accolti questi libri all’estero?

Sì, che fortuna! Ciò che accade nel mio salotto mi porta fino all’altro capo del mondo! Non so ancora come verranno accolti laggiù, so solo che i miei figli credono di essere diventati due star perché vado in giro a raccontare le loro storie…