Bella figura!
Per farciperdonare, abbiamo chiesto loro di scrivere qualcosa per raccontare,a noi e ai lettori di questo blog, come è cominciata questa avventura,e con quali idee e progetti pensa di proseguire nel difficile mondodell’illustrazione.
Un’avventura chesembra comunque cominciare bene: abbiamo invitato una delle ragazzedel gruppo a mostrarci le sue cose, e quello che abbiamo visto ci èpiaciuto. Ne nascerà qualcosa. Ma ne parleremo poi.
Bon courage, Armad’illo
“Armadillo” è un termine spagnoloche significa “piccolo corazzato”.
Lo StudioArmad’illo, non a caso, è uno studio ancorapiccolo, ma ben corazzato.
Siamo moltoorgogliosi della nostra corazza. L’abbiamo faticosamentecostruita durante i nove intensissimi mesi insieme al MiMaster di Illustrazione Editoriale eindurita con la concretizzazione dei nostri progetti in comune, sebbenenon sia stato sempre facile, specie inizialmente: provenienze geografichee formazioni diverse, idee sul mondo dell’illustrazione più o menovaghe e la prima diffidenza di una convivenza forzata.
Eppureil tempo al MiMaster ci ha chiarito le idee e spesso ci ha chiarito anoi stessi.
Condividere un così intenso lavoro creativo,tutti i giorni, con ritmi molto sostenuti ha reso semplice stringeretra di noi un rapporto di confronto e collaborazione profonda.
Del resto, non c’è niente di più sano di un parere esternoa te, ma interno al tuo medesimo problema.
Il giro di boa al MiMaster è stato ilsoggiorno a Bologna durante la Fiera del Libro. Da lì in poi iltempo ha iniziato a non bastare, con la consapevolezza di quello cheavremmo voluto fare: lasciare Milano, restare, partire,aspettare, precipitarsi.
Nessuna prospettiva ci bastava,perciò fantasticavamo su un cosiddetto “piano B” per tenerci agalla durante le ultime, sempre più frenetiche, settimane accademiche:aprire uno studio insieme. Nel tempo che abbiamo impiegato a concluderein bellezza l'anno al MiMaster, il piano B è diventato un piano A.
Consegnavamo i progetti di tesi e rastrellavamo Milano alla ricercadi una tana.
Dopo averla cercata, scelta, amata e arredata,a novembre è nato lo studio di illustrazione Armad’illo, che unisce leforze e le idee di tutti noi: Bertrand Nadal, LorenzoGritti, Lorenza Natarella, Maria ChiaraBanchini, Alessandra Psacharopulo, NinaCuneo, Angelica Gerosa, Sirad Alas,Zosia Dzierzawska.
Con due buoni propositi: ragionare persoluzioni e per proposte di progettazione.
Lesoluzioni sono tutte quelle che permettono a un messaggio di essereraccontato per immagini. Ognuno di noi porta in studio uno specificoillustrativo, nell’ideazione e nella tecnica. Le soluzioni allostesso problema sono dunque molteplici.
Ma la scelta èunica.
L’idea regolativa dice che è buonasolamente la soluzione che ha la massima efficacia rispetto alladestinazione d’uso. Non stiamo parlando di immagini belle, brutte,affascinanti, ma di immagini che funzionano.
In studio, ci occupiamo di illustrazioneper l’editoria, l’animazione, l’immagine coordinata, il web,nella convinzione che il prodotto finito non sia semplicemente ilrisultato digitale o tradizionale dell’applicazione di una tecnica, maqualcosa che svolge un compito di comunicazione nel contesto. In questaprospettiva, il progetto è per noi fondamentale.
Forse siamo il primo caso italiano di studio di illustrazioneche si è costituito appena al termine di un percorso di formazione. Esiamo consapevoli dell’audacia di intraprendere questo progetto intempo di vacche magre. Tra le competenze dell’illustratore ci sembraoggi necessario che vi sia anche un po’ di grafica e di lettering,una visione abbastanza precisa del processo di stampa e dei limitie delle possibilità della cartotecnica.
Ecco che allora l’idea di unirci inun gruppo risponde anche a questa necessità. Tutto questo va poitradotto in un atteggiamento attivo.
Il ruolodell’illustratore oggi ci pare cambiato: continuare a essere produttoridi immagini in attesa della fatidica chiamata del cliente è certamenteun atteggiamento perdente e sorpassato.
Ora è il momento nonsolo di promuoversi e proporsi, ma anche di presentarsi con progetti già“chiusi” che siano un libro o un prodotto per la comunicazione. Lavia, oggi come oggi, è quella di andare a caccia del lavoro. Dicommissioni se ne trovano, ma è necessario scovarle o, meglio ancora,stimolarle: la domanda spesso va creata, nel senso di collegare un bisognoa una soluzione, prima che qualcun altro lo faccia.
Ora andiamo, che c’è già da lavorare.