Come questa incipiente primavera

Sono io, Ettorino: il massimo esperto canino diillustrazione

[diEttorino]

Se non ci fossi io,quei pigri e ignorantoni non si muoverebbero mai. Tutti così, gliillustratori. Chi sono io? E me lo domandate? Sono Ettore, per gliamici Ettorino: critico d'arte, esperto di illustrazione, pieghe,cuciture, quadricromia, pigmenti naturali e salsicce.

E così, abbaia oggi, abbaia domani, li ho convinti e una belladomenica mattina siamo partiti alla volta di Vicenza. Prima tappa:la casa dell'artista. Perché - è chiaro - per capire l'arte, primabisogna vedere dove nasce. Questa casa sta da qualche parte vicino aVicenza, in un posto dove una volta c'era un lago d'acqua e adesso c'èun lago d'erba e, data la stagione, distese di bucaneve e di scille nelbosco.

MarinaMarcolin (al centro) con Elham Asadi e MonicaMonachesi.

L'artistasi chiama Marina e ha un buon odore di gatto,di lepre e di stufa a legna, si muove con circospezione ma ha manisicure. La sua casa e il suo studio, invece, odorano di uccelli, dimuschi e di licheni. Se non sapessi che fa la pittrice, scommettereiche ha un'agenzia immobiliare per volatili, con consegna chiaviin mano di nidi usati, per amatori.

Poi, pranzo congli amici: sono arrivati da ogni dove; c'erano perfino i Braghirolida Parma. Io avevo già fatto uno spuntino con gli avanzi del signorPolpetta, il mecenate felino che ospita l'artista, così me ne sonorimasto fuori a godermi la bella giornata.


Scoccata l'ora, siamo andati in centro a Vicenza, alla GalleriaTonivedù (contrà Porta Padova 44), sotto un breve portico. Lagalleria la riconoscete subito, perché ha i muri di un bel rossocinabro. E contro quel bel rosso cinabro, i quadri di Marina, incorniciatiin acero sbiancato. Sono acquerelli finissimi, nei quali prevalgono itoni della terra d'ombra, che dà il nome allamostra.
È proprio quel colore di fine inverno che attraversa,come un filo rosso, tutti i quadri. Quadri che rappresentano albericoperti di licheni, foglie rose dall'inverno, fiori secchi di vitalba,radici e nidi: tutte le trouvailles dei pellegrinaggiquotidiani di Marina nel bosco.

Marinaè un segugio con un olfatto finissimo. Sa scovare in ogni angolo deiboschi nel letargo invernale il segnale del risveglio, quel verdetenero ma potentissimo che se ne sta nascosto sotto la corteccia,ancora ombra, ma pronto a spaccare la scorza. Non subito, nonadesso. Domani.
Un domani che, lasciatelo dire a me,uno che se ne intende, ci sta riservando qualcosa che cova, cheancora non si è manifestato e che sarà impercettibile nel suolento procedere e sfarzoso nel suo improvviso manifestarsi. Comequesta incipiente primavera.

Alla fine,a furia di vedere tutti quegli alberi, così magistralmente disegnati,mi è venuto uno stimolo. E mi è anche tornata inmente una bella poesia della mia amica Zoboli:

Ottocani
seduti sui divani
con aria dasultani
sognavano banani.
Pensavanocosì:
“Poter far la pipì
su quei bei tronchidritti…
Invece siamo qui
costretti notte edì
afare i cani ricchi!”

Meditate gente,meditate

Mi dicela mia segretaria Sara (carina, ma piuttosto inefficiente)che la mostra Terra d'ombra è apertafino al 31 marzo prossimo ed è visitabile solo di venerdì(16.00-19.00), sabato (10.00-12.30 e 16.00-19.00) e domenica(16.00-19.00).
Penso che non ve la dobbiate perdere.
E se vi avanza il tempo per il pranzo, andate qui.
Buona gita.

Tutte le foto sono di Giuseppe e PietroBraghiroli,
meno una che è della mia segretariaSara.