Una lettrice d’eccezione, CarlaIda Salviati, ci manda una bella lettera su Doppioblu, di BrunoTognolini, pubblicato nella nostra collana Gli anniin tasca.
La ringraziamo per quel che scrivee ci scrive, e la pubblichiamo anche con un certo orgoglio.
Cari Topipittori,
sull’autobiografia si sono scritti fiumi diparole. Personalmente mi interessa solo se essa è piena (strapiena)di letteratura, se è un gioco di specchi tra epoche diverse dellavita, un sentiero nei meandri del ricordo, una sfida spinta verso lasoggettività estrema.
In altreparole, mi pare tanto più intrigante quanto meno essa è realisticae oggettiva poiché non sono i fatti, gli eventi a essere centrali,ma come l’autore racconta fatti ed eventi ritraendoli – veri ofalsi che siano, non importa – come appartenenti a sé,al proprio percorso esistenziale.
«Le parole sono imbroglione e divertenti», diceBruno Tognolini nella sua autobiografia, e qui sta il punto diforza, “l’imbroglio” meraviglioso che le parole costruisconoe il divertimento che fanno esplodere. Quando le si sanno usarecon maestrìa, beninteso.
Doppio bluè un’autobiografia incantata e struggente, è il racconto di unasalita, di un affanno, di un entusiasmo: crescere. Ci sono odori, suoni,botte più prese che date, zii minotauri, selciati che trattengonotesori, crudeltà sottili, gioie irrepetibili, solitudini. C’èanche un cane custode, laica declinazione del più noto angelo,accanto al quale ha senso dissertare sul “vero” colore delmare.
Grazie, Bruno, bambino cresciutoe invecchiato, poeta balbettante dal verso sciolto, puerfaber innamorato di Ariosto… Grazie, editori coraggiosi, chetrovate carta e inchiostro per questa collana colta dedicata al granderegista dell’infanzia.