Dopo due mesi di silenzio, sabato 8 marzo ritorna Il mondo invisibile, il podcast di Alessandro Mele dedicato al mondo dell'illustrazione e ai suoi protagonisti. La prima ospite di questa nuova stagione è un'illustratrice che due anni fa ha dato il via a una lunga serie di incontri: Beatrice Alemagna. Per l'occasione abbiamo fatto qualche domanda a Alessandro.

Beatrice Alemagna, Sua altezza Poltiglia Principessa di Fango in uscita il 25 marzo
Come è stata la tua infanzia e come è nata la passione per il disegno?
Mi ricordo di aver disegnato e colorato da molto piccolo, poi già in prima elementare ricordo le lodi delle maestre per i miei disegni, insomma da subito si é capito che nel disegno riuscivo particolarmente bene. Crescendo, mi sono interessato sempre di più al disegno e all’arte in generale; verso i 12 anni ho cominciato a dipingere a olio, e anche quello per la pittura è diventato un grande amore. Poi, a un certo punto mi è sembrato che l’Arte fosse troppo grande e troppo lontana, e ho cominciato a dedicarmi ad altro.
Come hai scoperto il mondo dell'illustrazione e quali corsi di illustrazione hai seguito?
Ho lasciato il disegno e la pittura per molti anni. Quando ci sono ritornato, mi rendevo conto che i miei disegni erano rigidi, non avevano vita, o un’atmosfera, che invece vedevo nei miei disegni preferiti, fatti da illustratori. Non avevo mai pensato che ci fosse una categoria di artisti che facessero solo illustrazione. Ho cominciato a seguire un corso di illustrazione di pochi giorni, e da lí ho scoperto un mondo. Ho seguito un corso base ad Ars in Fabula, poi diversi corsi estivi a Sarmede, ho studiato con Gabriel Pacheco, e continuo a studiare, adesso seguendo il Mimaster di Illustrazione.

Simona Mulazzani, illustrazione da In una famiglia di topi di Giovanna Zoboli.
Come ti sei avvicinato al mondo dei podcast, hai seguito una formazione specifica? Sei soddisfatto dei risultati raggiunti?
Mentre disegnavo, ascoltavo musica e podcast. Allora ho iniziato a pensare che forse avrei potuto realizzare un podcast anche io. Ho cominciato a guardare tutorial su Youtube, ascoltare podcast dedicati, poi ho seguito un corso organizzato da Rossella Pivanti, podcast producer, e da lí ho cominciato. Sono molto contento dei risultati, soprattutto perché ho scoperto un popolo invisibile di appassionati di illustrazione, arte e creatività, che ascolta Il Mondo Invisibile ogni settimana, e questo non smette mai di sorprendermi e commuovermi.
La prima intervista apparsa sul tuo podcast è stata quella con Beatrice Alemagna, ci racconti come vi siete incontrati?
Ho conosciuto Beatrice in Fiera, a Bologna. Mi sembrava inavvicinabile, poi, per caso, è capitata proprio accanto a me mentre ero in fila per un panino. MI sono presentato, abbiamo fatto due chiacchiere nell’attesa, ed è stata cosí carina da accettare il mio invito a partecipare al podcast.

Foto di Jake Green
Come è nato il disegno di Riccardo Guasco che è diventato l'immagine del podcast?
Riccardo Guasco è uno degli artisti che ammiravo di più quando cercavo immagini da cui imparare e a cui ispirarmi. L’ho intervistato per il podcast e ho scoperto non solo un artista eccezionale ma soprattutto una persona incredibilmente affabile e gentile. Riccardo mi ha detto che seguiva Il Mondo Invisibile dal primo episodio, essendo un consumatore seriale di podcast. Quando si è trattato di realizzare una cover per il progetto, ho pensato immediatamente a lui e Riccardo è stato felice di accettare il mio invito.

Quali sono i libri illustrati che leggevi da piccolo a cui sei più affezionato e perché?
Da piccolo, in casa mia non c’erano albi illustrati, ma c’era una bellissima enciclopedia completamente illustrata, che si chiamava Vita Meravigliosa, e c’erano le Fiabe Sonore della Fabbri Editore, che io sfogliavo, riguardavo e copiavo spesso. Tra quelle pagine credo sia nata la mia passione per le storie illustrate.

Ugo Fontana, La piccola guardiana d'oche, 1966
Le tue interviste avvengono solitamente attraverso il telefono. Molti illustratori sono molto riservati, in che modo riesci a coinvolgerli durante la discussione?
Realizzo le mie interviste via Zoom che anche a livello audio mi dà risultati discreti, ed è facile da usare per tutti, o quasi. Iniziamo sempre con una fase di “riscaldamento”, e a volte ci può volere un po' fino al momento in cui l’intervistato riesca a sentirsi a suo agio e parlare liberamente e autenticamente. Forse aiuta un po' anche il mio autentico interesse e la mia curiosità per quello che hanno da raccontare, essendo io un illustratore ancora prima che un podcaster.

Alicia Baladan, illustrazione da La prima risata di Gioconda Belli
Mi è sembrato di sentire la tua voce in qualche spot mentre ascoltavo Spotify, hai prestato la tua voce a qualche azienda?
No, Mario, magari! No, per quello le aziende e le agenzie di solito assumono doppiatori professionisti, sicuramente non ero io.
Quando ti sei reso conto che il mondo dell'illustrazione era un mondo nascosto e quando hai deciso di chiamare il tuo podcast il mondo invisibile? Ricordi qualche episodio particolare?
È stato nel primo corso online, un corso di tre giorni organizzato da Luca Tortolini e Simone Rea. Ho scoperto per la prima volta gli albi illustrati e mi sono stupito di non averne mai sentito parlare come una categoria vera e propria. Io frequento spesso le librerie e avevo visto i libri illustrati, ma non avevo mai capito che fossero delle creature speciali, con dei loro codici, un loro linguaggio, e che fossero oggetti molto complessi da realizzare e da comprendere. Neanche le mie bambine a scuola avevano lavorato con gli albi illustrati. Insomma, erano invisibili, almeno per me.

Simone Rea, illustrazione da Favole di Esopo
Nel tempo il tuo podcast è diventato un'abitudine, ogni settimana tantissime persone ascoltano le tue interviste. Ricevi spesso commenti sulle puntate?
Si, devo dire che questa è la parte più bella. Ci sono persone che mi mandano complimenti, altre condividono un momento di ispirazione o di commozione, e questo è fantastico. Sono sorpreso e incantato al pensiero di migliaia di persone che ascoltano ogni settimana le storie dei personaggi che incontro.

Kitty Crowther, Storie della notte
Ci sono delle puntate del tuo podcast che ti hanno emozionato in modo particolare? O cose che sono state tagliate ma che avresti voluto lasciare?
Come puoi immaginare, tutti gli episodi sono speciali per me, perché ogni volta è una scoperta e una sorpresa anche per me: dal momento in cui qualcuno risponde alla mia richiesta, allo studio per conoscere meglio i protagonisti prima di intervistarli, alle chiacchierate con loro, al momento della selezione dei contenuti e del montaggio della puntata, fino alla creazione dei post Instagram e Facebook, della newsletter e tutto il corredo di attività di promozione. I primi episodi sono quelli a cui sono più legato, quelli che ho impiegato mesi per finalizzare, cercando il format giusto, il linguaggio e il ritmo più efficace, le musiche, che hanno un ruolo molto importante nella realizzazione dell’episodio. Sono molto affezionato anche alla rubrica di Pratica Creativa, in cui condivido i passi per me più significativi dell’intervista e propongo delle attività per mantenere viva la nostra pratica quotidiana. Purtroppo sono costretto a lasciare nel silenzio tante parti delle conversazioni con i protagonisti del podcast, altrimenti non riuscirei a mantenermi nel limite dei 30 minuti, oltre cui cerco di non andare mai.

Illustrazione di Joanna Concejo da Senegal di Artur Scriabin
Sono passati oltre due mesi dall'ultima puntata del podcast, che era dedicata a Octavia Monaco. Come mai questa lunga pausa?
Si, negli ultimi mesi sono stato particolarmente impegnato e avevo bisogno di una pausa. Riprendo adesso, a marzo, e andrò avanti fino a fine maggio, con degli episodi secondo me molto stimolanti.
Puoi darci qualche anticipazione sui prossimi episodi?
Una caratteristica del podcast è stata fin dall’inizio l’effetto sorpresa, mantenere viva la curiosità della scoperta del sabato mattina. Quindi, non svelerò i protagonisti degli episodi, ma posso dire che in questa stagione il focus è soprattutto sull’illustrazione per l’infanzia.