[di Sara Stangherlin*, Biblioteca di Montebelluna]
La biblioteca dove lavoro ha la fortuna di custodire un fondo Emme nel ventre del magazzino, e ogni occasione (specialmente questa) è buona per far prendere una boccata d’ossigeno a questi libri. Sono dei classici perché parlano ai bambini e agli adulti di oggi come lo facevano quando sono stati pubblicati, senza perdere nulla di ciò li rende speciali, anzi guadagnando di volta in volta significati nuovi. Così ho deciso di affrontare l’oscuro piano interrato.
Sono nel magazzino: è poco illuminato e mi fa sempre un certo effetto. Mi infilo tra gli scaffali mobili e anche quelli mi fanno un po’ impressione. A un certo punto un libro mi cade sui piedi provocandomi un leggero dolore. “E allora tu che cosa dici?” mi interroga il titolo del libro per terra. Ehm, che cosa dico?! Prima dico “Ahi!” e poi dico grazie al libro per la sua incontenibile voglia di uscire dal magazzino, lo raccolgo e lo porto a fare un giro ai piani alti.
Il libro Emme che si è fatto avanti è proprio E allora tu che cosa dici? di Sesyle Joslin, con le bellissime illustrazioni di Murice Sendak. L'albo uscì negli Stati Uniti nel 1958 e valse ai suoi autori la Caldecott Medal l’anno successivo. Accanto a questo albo, c’è suo fratello, E allora tu che cosa fai?, della stessa squadra vincente autore-illustratore. Furono pubblicati in Italia dalla Emme nel 1980, quando all’estero godevano già di fama indiscussa: due manuali di buone maniere per tutte le occasioni.
Le incantevoli illustrazioni di Sendak, dal tratto e dai toni subito riconoscibili, non hanno bisogno di molti colori, perché parlano da sé: la loro peculiarità sta nell’immediatezza con cui comunicano e in una eleganza discreta e senza tempo. Questi due piccoli albi sono popolati di bambini in situazioni bizzarre e fiabesche, in uno schema fisso a doppie pagine: a sinistra un breve testo descrive la situazione illustrata nella pagina di destra e pone al lettore sempre la stessa insistente domanda (quella del titolo, appunto). Segue la risposta, sempre spiazzante, data da un’illustrazione a doppia pagina accompagnata da una breve frase degna del più alto galateo britannico.
La sorpresa si rinnova ogni volta, a ogni giro di pagina, grazie al succedersi di scenette inverosimili e al contrasto fra queste e le risposte così educate dei bambini protagonisti.
Non è facile sapersi comportare come si deve, specie se si è piccoli. Ci sono situazioni che mettono in difficoltà: non si sa cosa dire, non si sa cosa fare. E si rimane a bocca aperta e con le mani in mano.
Presentarsi a uno sconosciuto, prendere congedo educatamente, rifiutare un’offerta con cortesia. La sgradevole sensazione di sentirsi fuori posto o inadeguati che genera insicurezza qui è ovviata dal proporre di continuo situazioni altamente improbabili ed eccezionali, in cui chiunque - anche una Principessa o un Pirata - si sentirebbe stranito e impreparato.
Ad esempio, mettiamo il caso che tu sia andato in centro a fare spese e che camminando all’indietro – ti diverte sempre un sacco farlo! - inciampi in un coccodrillo. E allora che cosa dici?
Oh, scusami!
Supponiamo che un signore ti regali un elefantino; oppure che mentre stai cogliendo margherite nel prato appaia un drago feroce e un cavaliere gli tagli la testa; o che il cowboy Bill Nasolungo ti chieda se vuoi un buco in testa; o infine che la Regina ti inviti per una interminabile e monotona spaghettata a Londra (situazione che ricorda il recente fumetto A cena dalla regina di Rutu Modan, La Giuntina edizioni – in cui si ragiona anche lì di buone maniere, spaghetti e inviti regali)… allora tu che cosa dici?
Ti presenti educatamente agli elefantini; ringrazi con garbo il cavaliere in armatura; rifiuti l’offerta esplosiva del bandito; ti congedi dal banchetto supplicando la sovrana. Così come mandi giù il boccone prima di rispondere alla proposta di matrimonio di un principe; ringrazi la padrona di casa, prima di scappare dal drago che ha fatto irruzione alla sua festa; cedi il posto a una signora sul palanchino affollato di un elefante da trasporto.
Dalle situazioni più incredibili i bambini protagonisti escono sempre con grande disinvoltura e massima cortesia, scongiurando la figuraccia e ritrovando sempre il sorriso.
Da notare che in queste pagine i piccoli agiscono in completa autonomia, senza nessun adulto che dica loro come comportarsi o cosa rispondere. I grandi raffigurati sono semplici comparse occasionali, a volte anche un po’ burbere e maleducate, a cui dare il buon esempio. Mi piace come in queste pagine i piccoli lettori siano catturati subito dentro la dimensione straordinaria, ma allo stesso tempo molto quotidiana dell’avventura che è sempre dietro l’angolo. E i bambini accettano questo patto di inverosimiglianza come la cosa più naturale del mondo, perché ai loro occhi l’incredibile è sempre possibile nella vita di tutti i giorni.
L’alchimia che si instaura fra testi e illustrazioni ha il pregio di rendere meno distante il sogno a occhi aperti e meno barbosa la quotidianità delle buone maniere. Il segreto del successo senza tempo di questi albi è presto svelato: riescono a far convivere la fantasia e la libertà proprie dei piccoli con la realtà e la buona educazione che dovrebbero essere proprie del mondo dei grandi. Attraverso queste pagine, si scopre così che si è sempre al proprio posto, nell’avventura e non, se si sa rispondere come si deve anche a un rozzo pistolero.
Ah, state ben attenti al bandito Bill Nasolungo! È un tipaccio che frequenta le biblioteche ed è invidioso dei lettori appassionati: ama prenderli al lazo per portarli nel suo ranch selvaggio. Mi raccomando, nel caso sciagurato in cui vi acchiappasse, ubbidite e uscite tranquillamente senza dare troppo nell’occhio! Lasciategli pure il libro, prima o poi, mollerà la presa.
* Mi chiamo Sara e lavoro nella zona meno silenziosa della Biblioteca di Montebelluna: lo spazio 0-6 anni e la sezione ragazzi. Tra albi con belle illustrazioni e belle parole ho trovato il mio habitat. Oltre ai libri, ho una passione smodata per gli scoiattoli, le vecchie lettere, i peperoni e le finestre sull’oceano. Spesso mi capita di avere la testa tra le nuvole e di essere un po’ maldestra, perciò ho trovato molto interessanti questi simpatici galatei dell’avventura. Penso ne farò buon uso, nelle mie avventure quotidiane tra gli scaffali, e non!
Se siete bibliotecari, insegnanti, librai, promotori della lettura o appassionati di libri illustrati e desiderate partecipare alla rubrica I Martedì della Emme, presentando in un vostro post un libro di Emme Edizioni di Rosellina Archinto scriveteci qui, specificando di quale volume volete scrivere.
Vi ricordiamo che alla storia di Emme Edizioni e della sua fondatrice è dedicato il nostro La casa delle meraviglie. La Emme Edizioni di Rosellina Archinto, a cura di Loredana Farina.
Sempre a questo tema è dedicata la mostra La Emme Edizioni di Rosellina Archinto. Vent’anni di successi in mostra (1966-1985), a cura di Loredana Farina, Alessandra Mastrangelo e ABCittà, con il patrocinio di Nati per Leggere e della sezione lombarda dell’Associazione Italiana Biblioteche.
Qui trovate tutte le puntate precedenti de I Martedì della Emme:
I Martedì della Emme / 1: Un gioco per bibliotecari felici
I Martedì della Emme / 2: Federico, topo bambino
I Martedì della Emme / 3: Un’avventura invisibile
I Martedì della Emme / 4: Un colpo di fulmine
I Martedì della Emme / 5: Un albo molto rumoroso
I Martedì della Emme / 6: Elogio dell'immaginazione
I Martedì della Emme / 7: Il sapore di una rivoluzione
I Martedì della Emme / 8: Caro Stevie
I Martedì della Emme / 9: La storia che si ripete
I Martedì della Emme / 10: Dove c'era un prato
I Martedì della Emme / 11: La vita quotidiana è una storia ricchissima
I Martedì della Emme / 12: Tutto cambia
I Martedì della Emme / 13: Sull'esser gufo
I Martedì della Emme / 14: Vedere l'altrove
I Martedì della Emme / 15: Possedere una fattoria
I Martedì della Emme / 16: Dentro le pagine
I Martedì della Emme / 17: Bill, prenditi la coda!
I Martedì della Emme / 18: I Pensieri Più Perspicaci
I Martedì della Emme / 19: Emme come Meraviglia