I regni dell'immagine/8. Animula vagula blandula

Kariye Camii, Turchia, Istanbul. Cartolina, ca1890-1900.


Durante le vacanze di Natale, a Istanbul ho visitato la chiesa diSan Salvatore in Chora,in turco Kariye Camii o KariyeKilisesi, edificata nel V secolo, che si trova nelquartiere di Edirnekapı, distretto di Fatih. Si tratta di una architettura bizantinafra le più importanti, che contiene un ciclo di affreschi e di mosaici fra i più celebri esignificativi, realizzati su ordine del logoteta (sorta di cancelliereo ministro del Tesoro) Teodoro Metochite fra il 1315 e il 1321.

San Basilio,San Gregorio il Teologo, San Cirillo di Alessandria. Affresco,Chora Museum.

La ricchezza visiva e simbolicadi queste immagini è straordinaria, e su di esse esiste, infatti, unabibliografia sterminata. Se ne parlo, è per descrivere un'esperienza dilettura di immagini a cui ha dato luogo il semplice contatto visivo conuna materia a me praticamente sconosciuta qual è l'iconografia sacrabizantina che differisce da quella cattolica a cui per cultura sono piùabituata. A parte lo splendore indicibile (basti guardare solo l'elegantesfilata di santi, qui sopra), quel che quasi subito mi ha colpitoin queste raffigurazioni che hanno come soggetto Cristo, la Verginee le storie a loro legate, è stata la numerosa presenza di bambini einfanti.

Angeloche intercede per un anima. Affresco, ChoraMuseum.

Peresempio, il ragazzino nudo, in piedi, in un pennacchio del parekklesion (cappella laterale rispettoal corpo centrale della chiesa), il cui capo è sfiorato dal toccodella mano destra di un grande angelo alle sue spalle. Secondol'interpretazione che ho trovato, si tratta del gesto angelicodi protezione verso un'anima. Ed è stato ipotizzato che sitratti dell'arcangelo Michele che intercede per l'anima di Teodoro Metochite, committente di questeimmagini. Ora se si raffrontano il mosaico e l'affresco che rappresentanoquesto personaggio, ci si rende subito conto quanto le immaginidifferiscano. Il mosaico racconta del personaggio la magnificenza,la potenza, l'importanza politica e l'appartenenza sociale, l'affrescomira alla sua essenza, dove tutto ciò che ha caratterizzato l'adultoscompare, per lasciar campo a un'immagine di fragilità, ma anchedi assoluta integrità, che coincide con quella di un bambino.

TeodoroMetochite offre la chiesa di San Salvatore a Cristo. Mosaico,Chora Museum.


Altri bambini si incontrano nella rappresentazione di Lazzaro,raffigurato in due scene diverse: la prima corrisponde al miracolodella resurrezione, secondo l'iconografia nota. Nella seconda,invece, Lazzaro non è più l'uomo adulto che si osserva nellascena precedente, ma appare bambino, dopo la propria morte, sedutosulle ginocchia e fra le braccia di Abramo, che lo reggono in unafigurazione simile a quella di Cristo in grembo alla Vergine. Quel chesi vede, è, dunque, la sua anima rinata alla vita eterna. La folladi bambini alle spalle delle due figure in primo piano corrispondealla schiera delle anime che si raccolgono nel grembo del patriarca,come è detto nel Vangelo di Luca (16,19-31).

Lazzaroseduto in grambo ad Abramo. Affresco, ChoraMuseum.


Anche nei mosaici della chiesa sono rappresentate diverse nascite:quella di Cristo, ma anche quella della Vergine, e in quanto madre appareanche Elisabetta in fuga dalla strage degli innocenti con il figlioGiovanni Battista, in fasce.



Natività. Mosaico, ChoraMuseum.
Nascita della Vergine. Mosaico, ChoraMuseum. SantaElisabetta in fuga. Mosaico, ChoraMuseum.


Ma scene di nascita, o meglio rinascitasono, senza contraddizione, anche quelle di morte, come la Dormizione della Vergine,o Koimesis, cioè il momento della morte di Mariaraccontato nei Vangeli apocrifi (nella liturgiabizantina all'episodio corrisponde la festa mariana più importante). Qui,Cristo, in posizione verticale, e la Vergine addormentata sul lettofunebre, orizzontalmente, compongono la lettera Tau rovesciata, simbolosia di salvezza sia di compimento della parola rivelata. Cristo reggeun neonato in fasce: l'anima di Maria, in una evidente inversione diruoli. Un'immagine straordinaria, la cui forza credo possa essere legataal significato simbolico, così profondo anche solo dal punto di vistapsicologico, del figlio che rimette al mondo la madre dopo essere statoda lei messo al mondo (Maria, “figlia del proprio Figlio”, scriveDante).

Dormizione della Vergine. Mosaico, ChoraMuseum.


Nella chiesa la Vergine è rappresentatain un mosaico anche secondo l'iconografia detta della Madonna del Segno oBlachernitissa, con il Figlio inscritto inun cerchio luminoso al centro del busto e con le mani alzate, oranti. Lascritta che la accompagna è “Maria dimora dell'incontenibile”(nel Libro della Genesi, Giacobbe dice di Maria:"Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo", Gn 28,17).

Madonna del Segno. Mosaico, ChoraMuseum.

Una definizioneche non avevo mai letto finora e che, personalmente, trovo illuminanteper la profondità psicologica che sottende, accennando a un principioche informa di sé l'uomo e nel contempo lo trascende e gli sfugge,condizione che rappresenta la difficile, misteriosa e, a quanto sappiamoa oggi, unica posizione dell'essere umano nel cosmo.

Tutta l’iconografia di questa chiesa allude alla resurrezione ealla vita eterna. Dunque, qui, come altrove, si poneva il problema nonda poco di come rappresentare la parte spirituale dell'uomo, che peri Padri della Chiesa è indipendente dal corpo. È interessante notareche se anima e corpo sono due sostanze separate accidentalmente unite,in queste immagini la soluzione iconografica assunta per raffigurare ilmomento in cui, con la morte, l'anima si stacca dal corpo per raggiungereil Cielo, è quella dell'infante, che paradossalmente rappresenta ilmomento di massima integrità fra corpo e anima. Una contraddizionesolo apparente se si pensa che con la resurrezione dei morti animae corpo si sarebbero ritrovate in perfetta ed eterna unità: dunquein una sorta di integrità dell'essere piena e ritrovata. Perciò sipuò dire che visivamente il problema della rappresentazione dellaseparazione fra materia e spirito e nel contempo della sua ritrovataunità, qui trova concreta soluzione nell'immagine del bambino. Unasoluzione che apre, mi sembra, a riflessioni molto interessanti

Ba, Papiro di Ani, XIX Dinastia,Tebe, circa 1250 a C.
British Museum Papyrus BM10470.

La corrispondenzafra l'anima e il fanciullo o il neonato venne agli artisti bizantini daiGreci e dagli Egizi i quali raffigurarono la parte spirituale dell'uomosotto forma di minuscolo essere alato, uccello o creatura volante che silibra sui morenti in raffigurazioni di battaglie o intorno alla barca diCaronte o nelle psicostasie (l'atto di pesare sulla bilancia l'anima deldefunto).

Animache esce dal corpo. Ballerup. c.1240.
The Mills-Kronborg Collection of Danish Church WallPaintings.


Talvolta, nella concezione greca, la rappresentazionedelle anime dei defunti va a coincidere con quella dei demoni,come le Keres, malvagie anime femminili. La corrispondenzafra fanciullo, genio, daimon, edessenza, anima che abita l'uomo, nella cultura classica, delresto è il punto da cui prendono avvio alcuni celebri saggi,come Puer Aeternus eIl codice dell'anima, in cui lo psicoanalistajunghiano James Hillman sviluppa il suopensiero su infanzia, individuazione e destino.

Dall'iconografia bizantina l'anima raffigurata come infante nudo oin fasce, a volte in atto di uscire dalla bocca del morente, passò poial Medioevo che rappresentò l'anima dei santi come un bimbo appena nato,puro e senza malizia (animula).
Equi mi fermo. Quando ho visto l'immagine dell'angelo che sfiorail capo del fanciullo, nella Chora di Istanbul ho pensatoimmediatamente a quella struggente poesia scritta dall'imperatore Adriano poco prima dellamorte: Animula vagula blandula.

Piccola anima smarrita esoave,

Compagna e ospitedel corpo,

ora t'appresti aascendere in luoghi

incolori,ardui e spogli,

ove non avrai piùgli svaghi consueti.

Un istanteancora

Guardiamo insieme le rivefamiliari, 

le cose che certamentenon rivedremo mai più…

Cerchiamodi entrare nella morte ad occhi aperti…
(traduzione di Lidia StoroniMazzolani)

Ecco, questo, credo, può significarea volte sperimentare il senso più risposto di una visione grazie ainessi che stringono fra loro le immagini a cui il nostro sguardo ci dàaccesso e le parole che ci abitano.