Il grande albero delle storie

Per il ciclo di interviste dedicato alle Case dei Topi, a cura di Beatrice Bosio oggi parliamo con Alice Maddalozzo Della Puppa, Elena Pavan e Silvia Lanfrit della Libreria Baobab di Porcia. Qui trovate le altre interviste alle nostre librerie fiduciarie: Libreria Farfilò di Verona; Libreria degli Asinelli, di Varese; Spazio Libri La Cornice, di Cantù; La tana del Bianconiglio di Maerne di Martellago; La Pazienza Arti e Libri, di Ferrara; Testolinee Libreria dei Ragazzi, di Manduria; Aribac, di Milano; 365 storie di Matera; libreria Dudi di Palermo; Libreria Trame di Bologna; Libreria Punta alla Luna di Milano

 [di Beatrice Bosio]

Ci presentate brevemente la vostra libreria?

La libreria si chiama Baobab e si trova a Porcia, in provincia di Pordenone. Nata nel 2010 dalla pazzia di Alice Maddalozzo Della Puppa, è stata inaugurata il giorno 11 settembre in una sede piccolina – circa 50 mq – ma con tre belle vetrine a tutta parete.

Nel 2016 è arrivata Elena Pavan, e le titolari sono diventate due. Un anno dopo, nel giugno del 2017, ci siamo trasferite nella sede attuale in via Roma 25, sempre a Porcia, ma in centro città e in uno spazio molto più grande: circa 150 mq tra sopra e sotto, con cinque ampie vetrine.

Dal 2018 siamo in tre: ad Alice ed Elena si è aggiunta Silvia Lanfrit, l'anima artistica di Baobab, che da sei anni, tra le altre cose, realizza tutti i disegni che caratterizzano l’immagine della libreria.

Il nome della libreria è un omaggio al Piccolo Principe? E il logo è frutto della mano artistica di Silvia o è così fin dal 2010?

Il nome non è legato al Piccolo Principe, ma è venuto fuori quasi per gioco un pomeriggio, mentre raccontavo il progetto a degli amici. Non volevo qualcosa di scontato come “La libreria di Alice”, e tra i tanti nomi proposti mi ha convinto il suggerimento di mio marito, quando alla fine ha detto Baobab. Mi piaceva il suono tondo della parola, quasi onomatopeico, un po’ da fumetto, e poi è un albero bellissimo. Così ho scelto quello.

Il logo, invece, è un regalo dell'autore e illustratore Antonio Ferrara, che era presente il giorno in cui la libreria è stata chiamata Baobab.

Negli anni questo nome si è rivelato sempre più in sintonia con l'anima del negozio: la libreria, infatti, è come un grande albero sotto cui ci si ritrova a raccontare delle storie. La leggenda vuole, poi, che il baobab sia un albero al rovescio, con le radici verso l'alto, proprio come la nostra libreria, che ha tanto per bambini e ragazzi e un po’ per gli adulti.

Nel logo c’è l’indicazione “libreria dei ragazzi”: avete sempre avuto una sezione per gli adulti o è stata aggiunta nel corso degli anni?

Baobab non è mai stata una libreria solo per ragazzi, abbiamo sempre tenuto anche dei libri rivolti a insegnanti ed educatori. Sicuramente, però, dopo il trasferimento nella sede attuale, avendo più spazio fisico, abbiamo ampliato l'assortimento di narrativa e saggistica per adulti, ed essendo l'unica libreria del nostro comune, siamo diventate punto di riferimento anche per chi cerca questo tipo di lettura. In ogni caso, riteniamo che la letteratura cosiddetta per l’infanzia, e soprattutto gli albi illustrati, non siano mai solo per bambini e li proponiamo sempre anche al pubblico adulto.

A proposito dell'essere l'unica libreria del vostro comune, mi parlate un po’ del contesto in cui operate? Io vi ho conosciute nell’ambito di Pordenonelegge, un festival letterario che va avanti da diversi anni ed è ormai cresciuto molto: questo sembra suggerire un ambiente culturalmente vivace, ricettivo, dove c’è interesse per la lettura. È davvero così?

È vero che la libreria è nata in un comune dove non esistevano altre realtà simili, ma c’erano già diversi progetti legati alla lettura attivi nelle scuole, quindi non si può dire che il terreno non fosse fertile. L’arrivo del Covid nel 2020 ha portato un importante cambiamento: l'impossibilità di spostarsi dal comune di residenza ha fatto sì che molte persone che prima andavano a Pordenone ad acquistare i libri si siano “accorte” di Baobab e siano poi rimaste nostre clienti.

Abbiamo sempre cercato di lavorare in collaborazione con le realtà locali (associazioni, biblioteca comunale, scuole, assessorato) e nel tempo la richiesta da parte di queste ultime è aumentata.

Quello del pordenonese è da sempre un territorio vivace culturalmente. Oltre a Pordenonelegge, che ha sicuramente aiutato e continua ad aiutare a sensibilizzare il pubblico alla lettura e ha abituato grandi e piccoli alle presentazioni da parte degli autori, ci sono molti altri festival, come il Paff! al Palazzo del Fumetto e altri non letterari, come Le Giornate del cinema muto e quello del blues.

In quanto Casa dei Topi, Baobab è per definizione una libreria indipendente. Questo cosa significa per voi?

Indipendenti significa per noi avere la libertà di scegliere le cose che ci piacciono e non ci piacciono, cosa tenere e cosa no, dare un'impronta personale alla libreria.

Quali libri avete venduto di più nella storia della libreria e cosa raccontano di Baobab, di voi libraie e dei vostri clienti?

Argh! Questa è una domanda difficilissima a cui rispondere, un po’ perché siamo molto “disordinate” nonostante il gestionale, e un po’ perché, facendo molti eventi, le vendite sono sfalsate e non ne abbiamo una chiara percezione. I titoli più venduti dipendono molto dal momento dell'anno e da ciò che organizziamo, per esempio presentazioni in libreria di autori molto amati dal nostro pubblico o la partecipazione all’iniziativa “Adotta l'autore” con le scuole.

Dovendo individuare dei libri, diremmo quelli di Enrico Galiano, Ilaria Tuti, Guido Sgardoli, Annalisa Strada, Davide Morosinotto, Luigi Ballerini, Antonio Ferrara, La casa di riposo dei supereroi di Davide Calì per Biancoenero (e in generale tutti i libri pubblicati da questa casa editrice), le varie edizioni di Harry Potter, la serie ‘Lampi di Genio’ di Luca Novelli per Editoriale Scienza. Tra gli albi illustrati, invece, Cane Nero di Levi Pinfold per Terre di Mezzo, Zagazoo di Quentin Blake per Camelozampa, Le scatole delle emozioni di Dario Alvisi e Amélie Graux per Nube Ocho, Il grande libro del solletico di Thierry Dedieu per Ippocampo; Io vado! di Matthieu Maudet per Bablibri.

Ci sono dei titoli del catalogo Topipittori a cui siete particolarmente affezionate?

Ce ne sono moltissimi, ma i primi che ci vengono in mente sono: Dov’è Momo? di Andrew Knapp (2021), Sorpresa! di Marta Comín (2024), Tu sei qui di Laëtitia Bourget e Joanna Concejo (2022), La voliera d'oro di Anna Castagnoli e Carll Cneut (2015), Il topo che non c’era di Giovanna Zoboli e Lisa D’Andrea (2015), Manco per sogno di Beatrice Alemagna (2021), i volumi della collana PiNO.

Questi libri ci colpiscono per le più disparate ragioni, ma sono soprattutto la qualità e la cura con cui sono stati realizzati a farceli apprezzare, e di conseguenza a spingerci a proporli.

Come descrivereste la clientela della vostra libreria? Quali sono, secondo voi, i presupposti necessari per un buon rapporto tra libraio e cliente?

Abbiamo clienti di ogni età e genere. A volte entrano per caso, a volte perché hanno ricevuto in regalo un libro acquistato da noi, a volte perché hanno sentito parlare ella libreria, e poi diventano suoi affezionati clienti. Abbiamo anche clienti in giro per l'Italia e in Europa. Alcuni nostri libri sono arrivati come doni oltreoceano e nell'emisfero australe.

Ascolto, pazienza, sorrisi, competenza, empatia: questi sono i nostri ingredienti per un buon rapporto con la clientela, uniti a un ambiente familiare – spesso a chi entra sembra di stare a casa di amici.

Oltre alla vendita di libri, da Baobab organizzate incontri, corsi o altro?

Organizziamo moltissime cose: incontri, laboratori, presentazioni, formazioni, in libreria o in collaborazione con biblioteche, scuole, e altre realtà in regione e non solo. Siamo libreria Nati per Leggere, Nati per La musica, Casa dei Topi, Nidi di UovoNero, facciamo parte del Coordinamento delle Librerie per ragazzi, siamo nell'elenco delle librerie di Qualità del Ministero.

Utilizzate i social per la vostra comunicazione? Se sì, quali?

Usiamo molto Facebook, e da qualche tempo Instagram. Per avvisare i clienti degli eventi in programma mandiamo sempre anche dei messaggi su WhatsApp.

Nel presentare la libreria mi avete raccontato che è stata aperta da Alice: cosa ti ha spinta oltre alla “pazzia” a imbarcarti in un simile progetto? Rivolgendomi di nuovo a tutte e tre, quali esperienze formative e lavorative avete alle spalle? Vi siete suddivise delle specifiche mansioni in libreria o tutte fanno un po’ di tutto?

Scherziamo sempre sul fatto che l'unica fra noi ad avere una vera formazione da libraia è Silvia, che ha frequentato l’Accademia Drosselmeier di Bologna, mentre Elena e Alice vengono da esperienze completamente diverse.

Alice – La mia formazione è di sicuro dicotomica: da una parte, la mia passione per le scienze e il mio percorso di studi (sono laureata in Biologia Evoluzionistica e ho un Master in Comunicazione delle Scienze); dall'altra, la formazione familiare del tutto letteraria. In casa mia sono sempre circolati moltissimi libri (pensa che a 12 anni ho fatto la prima bibliografia, aiutando mia mamma che si stava laureando con una tesi sull'illustrazione nei libri per bambini), e da bambina ho avuto la fortuna di frequentare la libreria Becco Giallo di Pordenone di Alfredo Stoppa, che era anche l'editore di C'era Una volta.

Elena – Ho studiato lingue e letterature straniere presso l'università Ca' Foscari, e dopo diversi anni passati a seguire i miei figli ho deciso di mettermi in gioco nel campo che è stato da sempre la mia passione: i libri.

In libreria tutte e tre facciamo tutto, ma ognuna di noi segue più volentieri quei settori che corrispondono alle sue particolari passioni e inclinazioni. Alice, per esempio, segue di più il genere fantasy, la letteratura divulgativa – in particolare quella scientifica, i manga e i graphic novel; Elena predilige la letteratura per adulti, i viaggi e i testi in lingua straniera; Silvia, che oltre ad aver frequentato la Drosselmeier è laureata all'Accademia delle Belle Arti di Venezia è l’esperta di albi illustrati e manualistica per disegnare e creare, ed è anche la mano dietro tutte le illustrazioni che utilizziamo per le nostre vetrine e non solo.

Una cosa che vi piace tanto di questo lavoro e una che vi piace decisamente meno?

Tra le cose che ci piacciono di più c'è sicuramente la possibilità di lavorare a contatto con le persone e la sensazione di sentirsi utili in tante occasioni.

Inoltre, ogni volta che apriamo le scatole con le novità per noi è una magia. Spesso sfogliando i libri appena arrivati ci vengono in mente le persone che potrebbero essere interessate: aver instaurato un simile rapporto con molti dei nostri clienti è un impagabile arricchimento dal punto di vista umano.

Cosa non ci piace? Tutta la parte burocratica e amministrativa del nostro lavoro che sembra aumentare sempre di più e ci ruba tempo prezioso.

Avete in serbo qualcosa di speciale per il futuro?

Tantissime idee, sempre molte di più di quelle che poi riusciamo a realizzare; ogni giorno ne abbiamo una nuova.

Prima di salutarci, un’ultima richiesta: una buona ragione per cui chiunque, prima o poi, debba arrampicarsi sul vostro Baobab di libri.

Una buona ragione? Passare mezz'ora in un ambiente accogliente, ricco di stimoli diversi, non statico. Cambiamo spesso la collocazione dei libri, cosa che disorienta e diverte i nostri clienti, che in questo modo hanno la possibilità di scoprire sempre cose nuove.