È uscito da qualche giorno in libreria un saggio sull'illustrazione e i libri con le figure che ci è parso di grande interesse, anche perché pensiamo che, per la chiarezza espositiva e il taglio esauriente ma sintetico, potrà essere molto utile a chi vuole avvicinarsi a questo ambito di pratiche e di studi. Abbiano chiesto al suo autore, Andrea Rauch, figura molto nota nel nostro settore, di parlarcene. Lo ringraziamo per avere accolto la proposta.
[di Andrea Rauch]
Andrea Rauch, Il racconto dell'illustrazione, illustrazione in copertina di Heinrich Hoffmann (La casa Usher, 2019).
«L'immaginario collettivo è un insieme di simboli e concetti presenti nella memoria e nell'immaginazione di una molteplicità di individui parte di una certa comunità, e che dà forma alla memoria collettiva.»
Ho cominciato con la citazione letterale di Wikipedia perché personaggi come Pierino Porcospino, Pinocchio, Alice e Peter Pan sono personaggi non solo letterari ma ormai patrimonio, appunto, dell’immaginario collettivo. La loro "fortuna" è stata, negli anni, immensa e sono tutti in grado, ancora oggi, di suscitare emozioni e scatenare fantasie.
Collodi, Le Avventure di Pinocchio, illustrazione di Enrico Mazzanti (Felice Paggi editore, 1883).
Collodi, Le Avventure di Pinocchio, illustrazione di Attilio Mussino (Bemporad editore, 1911).
La causa scatenante per la nascita di questo mio Racconto dell'illustrazione (edito da La casa Usher, in libreria dal 30 ottobre) è stata quindi il fascino di questi personaggi, sostanziato poi dal lavoro nel settore dell'editoria per l'infanzia che mi ha portato negli anni a progettare mostre, scrivere introduzioni a cataloghi, recensioni, e a preparare un blog dedicato all'illustrazione per l'infanzia, elementi tutti, questi, che hanno rifornito il mio archivio "privato" di riflessioni, testi e immagini e hanno permesso, con qualche aggiustamento qua e là e diverse integrazioni, di organizzare il materiale in uno scartafaccio abbastanza omogeneo e trasformarlo poi in libro. Non una storia dell'illustrazione, però, ma un racconto, che è andato a frugare in maniera disinvolta negli scaffali dei bambini e dei ragazzi tra la metà dell’Ottocento e la fine del Novecento, dove mi sono fermato. Alla fine del Novecento, perché gli anni di inizio di questo millennio mi sembrano essere ancora troppo vicini per essere storicizzati con sicurezza, e anche perché la prevalenza invadente dei nuovi media e del marketing hanno dato successo e popolarità, a volte vasta, a prodotti letterari e grafici che non sempre sono sicuro la meritassero.
Non che manchino, ovviamente, gli scrittori e gli illustratori che meriterebbero citazione e analisi (da Suzy Lee a Fabian Negrin, da Jimmy Liao a Armin Greder, da Guido Scarabottolo a Beatrice Alemagna, a Maurizio Quarello…), ma il panorama della società e dell’editoria è del tutto cambiato e ho preferito arrestare la mia indagine là, dove si sentiva ancora forte il profumo d’inchiostro.
Lewis Carroll, Alice's Adventures Under Ground, manoscritto con illustrazioni dell'autore, 1862.
Lewis Carroll, Alice in Wonderland, illustrazioni di Sir John Tenniel (MacMillan, 1865).
Le avvisaglie di quanto in seguito sarebbe successo erano comunque già presenti, anche se le toccavano marginalmente, all’interno delle storie di cui mi sono occupato. Se è possibile infatti constatare come Pinocchio e Alice abbiano avuto un "picco" di popolarità alla metà del Novecento, quando Walt Disney ha fatto uscire nelle sale i cartoni animati a loro dedicati, che Winnie the Pooh abbia assunto popolarità universale attraverso i canali Disney e che Pippi Calzelunghe e Heidi siano ricordate ancor oggi soprattutto per i serial televisivi degli anni Settanta, c’è da aggiungere che quei personaggi e quelle storie avevano già avuto la forza di imporsi di per sé, al di là e al di fuori di ogni strategia moderna di mercato (già all'inizio della Prima Guerra mondiale il libro di Collodi, illustrato da Mazzanti, Chiostri e Mussino, aveva raggiunto tirature da capogiro). La storia ci racconta come la genialità, l’abilità grafica, la sapienza editoriale (ma anche l’imponderabilità del caso) abbiano avuto un ruolo importante per decretarne il successo.
James M. Barrie, Peter Pan in Kensington Gardens, illustrazioni di Arthur Rackham (Hodder & Stoughton, 1906).
J. M. Barrie, La Storia di Peter Pan, narrata da Pia Piccoli Addoli, illustrazioni di Gustavino (UTET, 1933).
A. A. Milne, Winnie the Pooh, illustrazioni di Ernest H. Shepard (Methuen Publishing, 1926).
Johanna Spyri, Heidi, illustrazioni di Tomi Ungerer (Diogenes Verlag, 1978).
La seconda metà del Novecento mi ha poi permesso di integrare il "racconto" con l'opera di grandi autori quali Leo Lionni, Maurice Sendak, Eric Carle eccetera, che magari non hanno creato personaggi in grado di raggiungere la popolarità di Pinocchio, ma che hanno dato al settore nuovi orizzonti e consapevolezza. Il mondo bambino (come l'avrebbe chiamato Antonio Faeti, a cui mi sono sentito in obbligo di dedicare il volume) ha cominciato a occuparsi di identità, di formazione, di didattica. La psicanalisi ha fatto capolino qua e là nelle storie e ovunque si è cominciata a respirare una "responsabilità" nuova.
I topini di Lionni, i mostri selvaggi di Sendak, i pulcini e le farfalle di Iela e Enzo Mari, i bruchi di Carle si sono affiancati, con continuità naturale, alle grandi figure del passato e hanno riempito una loro propria casella dell'immaginario.
Leo Lionni, Matthew’s Dream, illustrazioni dell'autore (Alfred A. Knopf, 1990).
Maurice Sendak, Where the wild things are, illustrazioni dell'autore (Harper & Row, 1963).
Enzo e Iela Mari, L’uovo e la gallina (Emme Edizioni, 1969).
Eric Carle, The Very Hungry Caterpillar, illustrazioni dell'autore (World Publishing Company, 1969).
Mi sono fermato qui, a questo mondo bambino e non sono salito ai personaggi cari all'adolescenza (Salgari o Verne mancano, a esempio), ma ricoprire tutto lo spettro dell'immaginario collettivo sarebbe stata impresa sterminata e si sarebbe dovuta estendere al giallo (Sherlock Holmes), all'horror (Dracula e Frankenstein) al romanzo popolare (i Tre moschettieri), al fumetto (Paperino e Topolino). E via via, scendendo sempre più a fondo a scandagliare questo profondissimo Pozzo di San Patrizio.