Il significato profondo di ogni cosa

Nel 2012, si sonofesteggiati i duecento anni dall'uscita della prima edizione delle Fiabe dei favolosiFratelli Grimm,apparsa nel 1812. Nel 1973, è uscita, invece, The Juniper Tree and Other Tales fromGrimm, presso Farrar, Straus and Giroux,illustrata da Maurice Sendak. E noi, qui,oggi ne festeggiamo i quarant'anni. Perché questo libroci sembra importante? Perché, forse, mai come in questocaso, un illustratore ha  saputo affondare nellefiabe la lama del proprio sguardo. Nel 2011, ho scritto un breve post su unafiaba di questa raccolta, dicendo che in seguito mene sarei occupata più diffusamente. Lo faccio oggi,benché sia passato parecchio tempo. Le informazioni in miopossesso provengono dal primo volume di Selma G. Lanes, The Art of Maurice Sendak(Abradale Abrams, 1993), che non può mancare nella biblioteca degliamanti di Sendak.

M. Sendak,Hansel and Gretel, 1973

Sendakricevette la commissione per illustrare i racconti dei Grimm nel 1962dall'editor Michael Di Capua, allora da Macmillan. Il progetto sirealizzò però, per ragioni diverse, solo dieci anni dopo, di nuovoper volere Di Capua che intanto si era spostato da Farrar, Straus andGiroux. Sendak aveva avuto alcune precedenti esperienze con i classicidella letteratura infantile: Seven tales di Andersennel 1959 e Nikolenka's Childhood di Tolstoj nel1953. In entrambi i casi, ne era uscito insoddisfatto. Rispettoall'esperienza, si rimproverava di aver avuto un approccio troppo“letterale” ai testi (così grandi da intimidirlo).
Quando nel 1970, a 42 anni, riprende in mano il progettodei Grimm, nella traduzione di Lore Segal, autrice austriaca dilibri per ragazzi, fin da subito, si entusiasma: i racconti gliappaiono meravigliosamente comici, crudeli, paurosi, enigmatici. Unterreno ideale su cui lavorare. In quegli anni, inoltre, ha acquisitoesperienza e maturità. Il suo punto di vista poco convenzionale diaffrontare l'illustrazione e i libri per ragazzi si è nutrito di forza efiducia.

M. Sendak,The Three Feathers, 1973

Sendak,ora, maneggia con disinvoltura le fonti a cui attinge per il suolavoro, i maestri della pittura antica e moderna a cui si ispira:presenze integrate e digerite, che si dispongono senza incertezze aessere utilizzate sulla base di idee e  intenzioni.
Illustratore e traduttrice, dunque, si mettono al lavoro sui testi edecidono subito di rinunciare all'intera raccolta, optando, invece, peruna selezione: 27 racconti che, è stabilito, saranno distribuiti su 2volumi per poter  stampare i testi in un corpo maggiore.
I criteri di scelta sono radicali e non soggiaciono alla tentazionedi addomesticare la raccolta al pubblico infantile: l'attenzione cadesui racconti valutati come più affascinanti, così che, accanto aipiù noti, ne vanno a convivere di sconosciuti. A Sendak a questo puntodella carriera, non interessa più “rappresentare” la storia. Punta,invece, al suo lato oscuro, sotterraneo: a quello, cioè, che la storianon dice, o meglio, dice nascostamente. Di queste fiabe gli interessa“cogliere il momento in cui la tensione fra storia ed emozione èperfetta, così che il lettore leggendo, possa sorprendersi, pensandoche si tratta  'semplicemente' di una favola.”

M. Sendak,Rabbit's Bride, 1973

Perpenetrare più profondamente nello spirito di queste storie,la preparazione è meticolosa. Sendak non si accontenta diuna semplice lettura dei testi: acquista la prima edizionedei racconti dei Grimm (1812) per rendersi conto di comefossero le fiabe lette per la prima volta (Lefigure dei libri ha parlato della prima edizione, qui), con le illustrazioni di Ludwig Grimm,il minore dei fratelli. L'edizione si apre con il ritratto e ladedica a Frau Katherina, la narratrice che ha iniziato i Grimm, dabambini, all'arte delle fiabe. L'omaggio a Katherina tornerà in unaimmagine di Sendak per il racconto Il diavolo e i tre capellid'oro, che riprende la fisionomia della donna. A questo siaggiunge un'attenta ricerca sui maggiori illustratori dei Grimm, fra cuiWalter Krane e George Cruikshank.
Nel 1971,Sendak parte per l'Europa, e dopo un breve soggiorno in Italia, approdain Germania per visitare le regioni in cui i Grimm raccolsero i loromateriali fiabeschi. Vuole che le sue illustrazioni riflettano la lungatradizione tedesca da cui nascono. “Non voglio solo riflettere unpunto di vista americano del 1970”, sottolinea, spiegando perché vuoleevitare che il libro abbia senso unicamente per i suoi contemporanei. Nelcorso del viaggio, tiene un taccuino, Grimm Reise,su cui annota visioni e impressioni, il percorso fisico e mentale,emotivo che questa ricerca alle radici comporta.


M. Sendak,The Poor Miller's Boy and the Little Cat,1973.

È un viaggioattraverso il paesaggio, la natura e la pittura tedesca. Dürer e Altdorfer, Grünewald sono i tre artisti che più loinfluenzano. Quando Sendak comincia a lavorare alle immagini, ponendosiil problema della composizione, del progetto globale, nota: “Cercoun combinazione di terrore e bellezza”, e con questa osservazione siriferisce ai pittori del Rinascimento, che combinavano paesaggi idillicia terribili e sanguinari soggetti in primo piano. Prima di tornare negliStati Uniti, fa tappa in Galles, dove è colpito dalla bellezza degliscenari naturali. Annota: “Traggo ispirazione dalla Germania peril buio, dal Galles per la gioia”. Nelle illustrazioni dei Grimm,convergerà anche lo stato d’animo sperimentato nella nuova casadi campagna dove si è appena trasferito, a cui, da bravo newyorkese,non è abituato. Il silenzio e la solitudine lo inquietano, lo mettono adisagio.
Le fiabe dei Grimm vengono lette e rilette, finchéla frase cruciale di ogni racconto, quella da cui germoglierà ogniillustrazione, si manifesta con chiarezza: e questa frase sarà il fuoco,la matrice dell'immaginario, una sorta di centro che irradia energia,significati, forme.

M. Sendak, TheTown Musicians of Bremen,1973.

Ainizio lavoro, Sendak ha già compreso che le sue tavole sarannoforti, d’impatto, non facili da dimenticare, legate ai raccontida un’interpretazione profonda e primitiva.
Influenzadeterminante, nel corso del lavoro, hanno le 36 incisioni di Dürerdella Piccola Passione, unaraccolta di incisioni dedicate alle storie della vita di Cristo. Sullabase di questo modello, Sendak elimina ogni intervento decorativo,decide per una sola tavola a fiaba, e punta a uno stile di sobrietàmonacale. Il formato è quello di Dürer; il segno prescelto ricordaquello di un’incisione. Sendak riflette nelle sue illustrazionile caratteristiche ammirate in Dürer: in particolare, la relazionefra i personaggi e i margini dello spazio che li contiene.

M. Sendak,Snow White, 1973

Lefigure sembrano premere per uscire dai bordi; la forza dell’immagineaggredisce l’osservatore, imponendogli la propria verità aliena.
In Biancaneve, per un'ingannevole senso difamiliarità, la messa a fuoco del centro emotivo, tensionale, dellafiaba, che si rivela essere il conflitto generazionale, l’invidia dellavecchiaia per la giovinezza, è più faticosa. La regina è raffiguratamentre fissa lo specchio. Ma lo specchio non c'è nell'immagine: la reginafissa il lettore e ciò che il lettore vede alle sue spalle è cio chelei sta guardando nello specchio, dunque una sua visione. Il lettore,dunque, è costretto a fissare la regina come se fosse l'immagineche di sé vede nello specchio, assumendo il suo carico di sentimentinegativi.

M. Sendak,The Goblins, 1973

NegliGli gnomi, ilcentro pulsante del testo è costituito dall'ambiguità frabambino vero e falso. Tema che la figura porta a galla e faesplodere, rivelando la natura aliena di ogni neonato, percepitaangosciosamente dalle madri.
Le illustrazioni di Sendakper i Grimm, furono giudicate spesso, oltre che non adatte aibambini, anche, fra le altre cose, “claustrofobiche”. Checosa Sendak rispose alle numerose critiche ricevute, lo abbiamo scritto un anno fa, nel ricordarequesto grande autore il giorno della sua scomparsa. Oggi, di queste,riporto solo alcune righe, che non riguardano solo questo libro, ma lasua intera poetica.

M. Sendak,Rapunzel, 1973


«Credo che i bambini intuiscano ilsignificato profondo di ogni cosa. Sono solo gli adulti che per la maggiorparte del tempo leggono la superficie. Sto generalizzando, naturalmente,ma le mie illustrazioni non sorprendono i bambini. Loro sanno cosac’è in queste storie. Sanno che matrigna significa madre, e che ilsuffisso -igna è lì per evitare che gli adulti si spaventino. I bambinisanno che ci sono madri che abbandonano i loro bambini, emotivamente,non letteralmente. Talvolta vivono con questa realtà. Non mentonoa se stessi. E vorrebbero sopravvivere, se questo accade. Il mioobiettivo è non mentire loro.»

Le fiabe deiGrimm rappresentarono un momento fondamentale nella carriera artisticadi Sendak: furono un libro di passaggio che ebbe l'effetto di liberarlopsicologicamente, artisticamente e tecnicamente, dandogli la certezza dipoter mettere a frutto il suo potente immaginario nell'elaborazionedi immagini per grandi classici.