Il viola: tra il rosso e il blu

[di Francesca Chessa]

Ho sempre trovato il colore viola complicato da usare: raramente fa parte della palette colore delle mie illustrazioni e del mio lavoro in generale. Lo amo invece negli abiti: mi sono sposata indossando un abito color lilla e ho alcuni abiti e accessori di questo colore più o meno acceso e di diverse intensità. Secondo Karen Haller indossarlo dona consapevolezza spirituale, padronanza di sé e saggezza. Indossarlo troppo può causare però troppa introspezione. (1)

“Nel corso della storia, il viola non ha mai avuto tanta autonomia linguistica. Ed è stato spesso descritto a partire dal rosso, dal blu e persino dal nero.” (2)

Come scriveva Johannes Itten, “È notevolmente difficile trovare il tono esatto del viola che non deve essere né troppo rosso né troppo azzurro.” (3) Anche Kandinsky si chiedeva dove fosse il confine che separava il viola dal rosso e dal blu e riteneva che il viola fosse da considerarsi come un rosso che si ritraeva dallo spettatore, diventando quindi fisicamente e psichicamente più freddo. (4)

Questa difficoltà nel riconoscere il colore viola è in realtà molto comune, basti pensare che una delle principali tonalità di viola è il Porpora di Tiro: “una specie di parola-ombrello che andava a indicare un concetto cromatico molto ampio, dal rosso scarlatto fino al viola scuro”. (5) L’estrazione del Porpora di Tiro era particolarmente laboriosa, per questo motivo il colore per molto tempo venne associato ai reali, al potere e all’esclusività.

“Chi non ha sentito dire che le conchiglie di Tiro

Racchiudevano l’azzurro, re dei coloranti,

Di cui una goccia operava miracoli,

E colorava come gli occhi di Astarte.”

Robert Browning (6)

Se volessimo ricreare il color Porpora di Tiro attraverso il modello di colore a sintesi sottrattiva, che viene usato nei dispositivi di stampa a colori CMYK potremmo trovarlo utilizzando questi numeri 72,87,42,39. Se invece volessimo utilizzare il modello di colori di tipo additivo RGB i numeri sono 71,42,76.(7)

Pensiamo anche alla parola Purple in inglese: indica sia il viola che il colore porpora. È però anche vero che purple in inglese ha perso l’ambiguità cromatica del porpora originario evidenziando la prevalenza del blu fino a indicare il colore viola con una forte componente di blu al suo interno. In italiano invece il colore porpora è collegato maggiormente al colore rosso mentre il colore viola è collegato al fiore che porta il suo nome. (8)

Nelle pagine dell'edizione del 1821 del manoscritto di Patrick Syme sulla nomenclatura dei colori, di cui avevo già parlato a proposito del blu, se cliccate qui potete trovare tutti i campioni delle tonalità di viola con allegate immagini del mondo animale, vegetale e minerale.

Secondo Eva Heller si conoscono 41 toni di colore viola. Tra i vari nomi comuni a lui riferiti possiamo ricordare: lavanda, malva, melanzana, porpora, prugna, lilla, mora, ametista, barbabietola, lampone. (9) Da notare come questi elementi hanno molteplici tonalità di viola, alcune decisamente diverse una dall’altra.

Nelle sue lezioni Paul Klee teorizzava  che il viola fosse un colore che “il pittore deve fare diventare un intero” (10).

Partendo dall’arcobaleno, che per Paul Klee corrispondeva a una scala di colori puri disposti in sequenza lineare che apparteneva al regno intermedio tra il terreno e il cosmico, se si sviluppava e  si chiudeva l’arco in un cerchio, si sarebbero ottenuti sette cerchi uno dentro l’altro. Per creare un anello arcobaleno, per chiuderlo alle due estremità, vi sarebbero dovuti essere due tipi di viola, un rosso-viola e un azzurro-viola. (11)

Anche nel 2018 quando fu scelto da Pantone come colore dell’anno fu definito “il colore più complesso della scala cromatica” proprio per la fusione dei due colori opposti: il caldo rosso e il freddo blu. Se mescoliamo del bianco al nostro rosso blu, la cui quantità determina le diverse intensità di colore, ecco che arriviamo a trovare il colore malva. Il color malva è una nuance della scala cromatica del viola: tra il lilla e il color lavanda, con sfumature cha vanno da quella più chiara fino alla versione più intensa e scura che vira fino al marrone. Colore nato a causa di un errore mentre si sta cercando altro, come spesso capita nella vita. Artefice della scoperta è stato William Henry Perkin, giovane chimico inglese, che nel 1856 alla ricerca di un rimedio naturale contro la malaria invece scoprì una sostanza di un intenso colore rosso-brunastro che brevettò, chiamò mauve (malva in francese) e iniziò a produrre su larga scala. Iniziò a produrre una malva sintetica economica che ben presto ottenne un successo inaspettato e fu subito moda, grazie alla regina Vittoria che si presentò al matrimonio di sua figlia con un abito dalla tinta insolita: un viola acceso, brillante, quasi elettrico. (12) Persino il periodico di Charles Dickens All the Year Round cantò le lodi di Perkin nel settembre 1859 , anche se lo chiamò Perkins al posto del suo nome corretto.  “(…) Quando guardo fuori dalla finestra l’apoteosi del porpora di Perkins (13) sembra a portata di mano… mani purpuree salutano da carrozze aperte (…) abiti a strisce porpora  affollano i calessi,  (…) tutti volano verso la campagna come altrettanti uccelli del paradiso porpora.” (14)

Last but not least: non dimentichiamo che il colore viola così come lo conosciamo come mescolanza tra rosso e blu si differenzia dal violetto, che è un colore puro presente nello spettro elettromagnetico della luce visibile.

Il movimento impressionista come si sa ricevette molte critiche, tra le molte c’era anche quella riguardante il violetto. I pittori impressionisti avevano una predilezione per questo colore da loro utilizzato e abusato per tutto quello che riguardava le ombre. La predisposizione per questo colore si legava a due teorie: la prima diceva che le ombre non erano né grigie né nere, ma erano colorate; la seconda teoria riguardava invece la teoria dei complementari: la luce solare è gialla, quindi all’opposto le ombre dovevano essere viola. Nel 1881 Edouard Manet annunciò ai suoi amici che aveva scoperto il vero colore dell’atmosfera. “È violetto”, disse. “L’aria fresca è violetta. Fra tre anni, tutti lavoreranno col violetto.” (15) Eduard Manet non aveva a disposizione satelliti come abbiamo noi oggi ma non sbagliava poi troppo definendo il viola come colore dell’atmosfera. Noi oggi sappiamo che in realtà il violetto è uno dei tanti colori che la luce riesce a creare giocando con l’atmosfera, cliccando qui trovate un'animazione della Nasa che vi racconterà tutto nei dettagli.

 

 

(1) Karen Haller, Il piccolo libro del colore, Corbaccio, Milano, 2019, pag.156

(2) Kassia St Clair, Atlante Sentimentale dei colori, Utet, Milano, 2018, pag.171

(3) Johannes Itten,  Arte del colore, Il Saggiatore, Milano, 2002,  pag.89

(4)Wassily Kandinsky, Lo spirituale nell’arte, Bompiani, Milano, 1995, pag.71

(5) Kassia St Clair, op cit., pag.171

(6) Philip Ball, Colore, una biografia, Rizzoli, Milano, 2022, pag.207

(7) Laura Perryman, The colour bible: the definitive guide to colour in art and design, ‎Ilex, 2021, Edizione Kindle, pag.202

(8) Kassia St Clair, op cit., pag.173

(9) Eva Heller, Psicología del color: Cómo actúan los colores sobre los sentimientos y la razón (Edizione spagnola), Editorial Gustavo Gili, 2007,  Edizione kindle, pag 460

(10) Giuseppe Di Napoli, Il colore Dipinto, Einaudi, Torino, 2006, pagg.406 -407

pag 467

(12) Riccardo Falcinelli, Cromorama, Einaudi, pagg.115-126

(13) In un primo tempo la tinta di Perkin fu immessa sul mercato col nome di Porpora di Tiro, ma successivamente fu semplicemente nota come “mauve”. Per una questione di marketing si pensò che fosse meglio collegarla alla haute couture parigina piuttosto che all’antichità.

Philip Ball, op. cit. pag. 223

(14) Philip Ball, op. cit. pag. 223

(15) Kassia St Clair, op cit., pag.188-189