La Grande Fabbrica del colore

La nostra seconda uscita estiva è Colori, un nuovo PiPPo tutto dedicato al colore. La sua autrice è Giovanna Ranaldi che nel corso della sua lunga carriera di illustratrice, artista e restauratrice, sul colore ha imparato moltissimo. Lo ha raccontato in questo libro di cui oggi vi parla qui. Sul colore, nella nostra collana dedicata all'arte, Piccola Pinacoteca Portatile, trovate anche le Piccole storie di colori, sviluppate in collaborazione con l'associazione MUS.E e i Musei Civici Fiorentini, diretta da Valentina Zucchi, e autrice dei testi dei sei libri finora usciti: Rosso, Bianco, Blu, Giallo, Verde, Nero.

 

[di Giovanna Ranaldi]

«Sono stato contento di me quando ho scoperto questo.»

Paul Cezanne

Spesso, da bambina, ma a dire il vero anche ora, passavo del tempo riflettendo su quelli che per me erano i misteri del mondo. La prima domanda sul colore, il primo pensiero sul colore che ricordo di aver formulato, era di questo tipo: quando vedo un fiore e lo descrivo come un fiore giallo, quella percezione di giallo potrebbe essere solo mia? Potrebbe anche essere che qualcuno descriva lo stesso fiore come un fiore giallo, ma che la percezione del colore sia un poco, molto o completamente differente? Quindi quello che viene codificato come giallo non esiste come realtà assoluta ma come una parola a cui ognuno dà un senso diverso?

Avevo più o meno 10 anni, ero seduta sul muretto del cortile, e avevo abbastanza ragione. Come tutti i bambini di quell’età cercavo di capire, senza accorgermene, la differenza tra il senso condiviso e il significato personale, dove il senso condiviso equivale al sapere e il significato personale alla conoscenza. Indagavo la questione attraverso la parola colore e il pensiero colore.

Poi è successo che gli studi, il lavoro e la vita mi abbiano riportato vicinissimo a quella domanda. Sono stata restauratrice di dipinti per molti anni e la parte più affascinante di quella professione è stata mettere le mani dentro la materia di cui è fatta la pittura. Tatto, olfatto, vista, udito, emozione, pensiero, tutto partecipa alla conoscenza del colore. Capire di cosa è costituito e come funziona un colore, come interagisce con ciò che è accanto, sopra e sotto, con la luce, col tempo, col nostro cervello e con le nostre emozioni, quali stimoli dà alla nostra percezione e perché. Arrivare alle particelle. Assimilare attraverso l’esperienza diretta il concetto che la pittura sia un’illusione: in fondo si tratta di segni, macchie, sbaffi, che nell’elaborazione percettiva vengono ricomposti dal nostro sistema nervoso in immagini.

Se la pittura è finzione, cosa sono i colori?

Risguardi di Colori, di Giovanna Ranaldi (Topipittori, 2020).

Ho avuto la fortuna di avere a disposizione un laboratorio, una vastissima libreria dedicata alle tecniche artistiche e la possibilità di reperire quasi tutto ciò che era necessario per produrre molti materiali per l’arte: i colori, le vernici, i supporti. Anni di questi giochi mi hanno portato alle piante, alla storia, alla storia dell’arte, alla storia della tecnologia, ai teorici, alla scienza, agli erbari, all’alchimia, alla merceologia, agli scritti degli artisti, alle loro vite, alle commissioni che ricevevano, ai contratti che firmavano, alle loro rivelazioni, alla loro conoscenza. I colori sono come dei miti, si tirano dietro la storia dell’umanità. La storia del colore fa parte della storia universale. È esperienza collettiva.

Come succede ogni volta che ci si appassiona a qualcosa, ero diventata come un radar sintonizzato su quell’argomento, come una rabdomante in cerca di acqua. Tanti anni fa lessi la storia romanzesca di un colore chiamato Sangue di Drago. Si tratta di una lacca rossa, trasparente, di un rosso intenso, splendido. Stesa sulla foglia d’oro è stata usata anche per creare l’effetto, l’illusione, del tessuto damascato, soprattutto dal XV al XVII secolo. È un colore di origine vegetale, è la resina della Dracaena draco detta anche l’Albero del drago. In quel periodo, quando leggevo quella storia esotica di draghi ed elefanti, trascorrevo molto tempo in Sardegna. Un giorno, mentre passeggiavo lungo i Bastioni, a Cagliari, ho trovato quella pianta. Grande, quasi un alberello. La stessa sera sono tornata, ho inciso il tronco con un coltello ed ho aspettato qualche giorno. Poi ho fatto la mia raccolta. Poi ho diluito la resina e l’ho stesa sulla foglia d’oro.

Spesso, mentre restauravo, ho avuto la sensazione di poter fare quattro chiacchiere con gli artisti che avevano creato le tele, gli affreschi o le sculture su cui stavo lavorando. Mi raccontavano sempre qualcosa. Una volta, per esempio, mentre si restaurava un affresco, dietro l’intonaco sono stati ritrovati i cartoni che erano stati realizzati per disegnare le mani e dei noccioli di pesca. Cose di secoli fa. Subito ti immagini, gli artisti, d’estate, sull’impalcatura a disegnare, chiacchierare, pensare al lavoro, bere e mangiare pesche. E poi, forse, con quello che era rimasto della colazione avevano anche prodotto un colore nero che si chiamava appunto nero di noccioli?

Estratti da Colori, di Giovanna Ranaldi (Topipittori, 2020).

In questo libro ho cercato di proporre parte di questa esperienza e dell’entusiasmo che mi ha suscitato. Aver toccato tutta quella pittura mi ha lasciato molte memorie e la sensazione che fossero preziose. Ho cercato di organizzare questo libro, che assomiglia un po’ al laboratorio dove studiavo e provavo, in modo che si possano comprendere tutti gli argomenti trattati sperimentando, osservando e inventando, giocando. Ho pensato molto ai bambini, ho cercato di portarli sull’impalcatura insieme a me a fare due chiacchiere con gli artisti, per seguire i loro consigli, divertirsi, sporcarsi le mani. Capire, farsi domande; per il libro ne ne ho selezionate alcune, per esempio:

Perché vediamo i colori, come sono stati catalogati e organizzati?

Cosa sono i pigmenti, quando si è cominciato a fabbricarli e dove?

Quali sono i nomi dei colori e le loro storie?

Come si fa una sfumatura?

Perché l’invenzione del tubetto ha cambiato la storia della pittura?

Il colore può descrivere una sensazione?

Come si prepara un colore a tempera?

Come scegliere l’accostamento dei colori, che effetti producono accostamenti diversi?

Cos’è l’indaco?

Cos’è un colore caldo?

Cosa ci sta insegnando Cezanne quando scrive «la luce è una cosa che non può essere riprodotta ma deve essere rappresentata attraverso il colore. Sono stato contento di me quando ho scoperto questo»?

E Kandinskij quando sostiene che «l’arancione è energia e il suo suono una campana»?

Van Gogh che afferma che «non c’è blu senza giallo e senza l’arancione» cosa intende?

Delaunay quando sperimenta il contrasto simultaneo? Cosa ci dimostra?

Estratti da Colori, di Giovanna Ranaldi (Topipittori, 2020).

Poi Joseph Albers per i suoi studi sull’interazione tra i colori, Sonia Delaunay per la sperimentazione nella moda e nel teatro, suo marito Robert per la percezione, Mirò, Monet, Leon Battista Alberti, Leonardo, Vasari. Insomma, ho pensato di portare i bambini con me nella grande fabbrica del colore che affascina l’uomo fin dalle origini e che ha cambiato la storia di civiltà, costumi, idee, abitudini. Spero che si divertano quanto mi sono divertita io a studiare e a fare colori nel corso della mia vita di restauratrice, illustratrice, artista.