[di Leyla Vahedi]
Sabato 2 dicembre ha inaugurato al Macro Testaccio, nell’ambito del Festival Emerging Talents 2017, la mostra bibliografica Libri per bambini con il culto dell’immagine, che Cartastraccia ha curato insieme ad Alessandro Dandini de Sylva, artista, curatore e direttore della Fondazione Malaspina di Ascoli Piceno. Questa mostra, che vede esposto il primo nucleo di nuove acquisizioni della Fondazione (di editori innovativi e sperimentali come Corraini, École des Loisirs, Editions Thierry Magnier, Greenwillow Books, Nanaroku Sha, Fulmino edizioni, Topipittori e molti altri) costituisce in realtà l’anteprima di un progetto più vasto, concepito insieme a un’altra preziosa voce: quella del collezionista e bibliofilo Giuseppe Garrera.
Libri per bambini con il culto dell’immagine, Macro Testaccio.
Nel 2018, infatti, la Fondazione Malaspina, che si occupa di promuovere e indagare il campo produttivo dell’editoria fotografica in Italia e all’estero, amplierà la già presente biblioteca con una sezione per ragazzi specializzata in fotografia, della cui selezione ci occuperemo noi di Cartastraccia con il partenariato di AIB Marche. Queste nuove acquisizioni di editoria contemporanea fotografica, come è nelle consuetudini della Fondazione, saranno al centro di una grande mostra, arricchita da un confronto decisivo: quello con i libri fotografici per ragazzi degli anni Sessanta e Settanta provenienti dalle collezioni di Giuseppe Garrera.
Chi ha a che fare con i piccolissimi conosce l’enorme efficacia dei libri fotografici: l’oggettività e la riconoscibilità degli oggetti, spesso stagliati su fondo bianco risultano magnetici per gli occhi dei primi lettori, che si appassionano persino a proposte editoriali di non proprio altissimo profilo.
L’uso della fotografia nel discorso che si vuole rivolgere ai piccoli - editoriale ma anche comunicativo in senso largo - non è una novità, come testimoniano gli esempi degli Steichen (di cui si è parlato su questo blog qui): negli anni Trenta o di Rodchenko, che nel 1926 aveva progettato e fotografato dei personaggi di carta, oggi pubblicati dalla casa editrice Memo di Nantes recuperando le lastre fotografiche originali.
Con ancora più forza negli anni Settanta, l’editoria è stata felicemente attraversata dalla fotografia, non solo in maniera descrittiva. Ecco che entra in gioco Alessandro, il quale si mette in contatto con noi, raccontandoci di un progetto di mettere in mostra la collezione di un bibliofilo appassionato, tra le altre cose, di libri per ragazzi, Giuseppe Garrera, che di lì a poco andremo a incontrare nel suo appartamento.
Volumi della collezione di Giuseppe Garrera.
Guardando le meraviglie che ci propone, appare evidente che l’uso della fotografia avesse un valore sociale e soprattutto una funzione poetica ed espressiva, che testimonia un felice accordo tra mondo del design, della comunicazione e dell’editoria per ragazzi. Collane come “Tantibambini” e “La Biblioteca di lavoro” dimostrano un uso della fotografia tanto in funzione oggettiva volto a descrivere il mondo circostante - non solo per piccolissimi - quanto in funzione estetica, combinata col disegno o montata con il collage.
Sulle prime pensavamo che oggi fosse rimasto ben poco di quei ruggenti anni, tranne il poco che continua a esser ripubblicato. Insieme ad Alessandro e Giuseppe abbiamo ragionato sulla mancanza di un lavoro di ricognizione in questo settore e ci siamo messi al lavoro.
Come i compilatori cinquecenteschi di repertori bibliografici, abbiamo scritto e parlato con amici e appassionati: le libraie di Spazio BK, la promotrice della lettura Sonia Basilico, la bibliotecaria Letizia Tarantello. Chi ci incontrava immancabilmente ci diceva: «Ah, vi ho pensato, guardate questo libro fotografico…».
Cosa è emerso da questa ricognizione? Che la fotografia, che pensavamo oggi minoritaria o comunque meno entusiasmante rispetto a quegli esempi luminosi, è invece a pieno titolo uno degli strumenti che affollano l’astuccio di tanti illustratori. Semplificando, abbiamo visto che ancora oggi l’editoria è ricca di libri catalogo fotografici che presentano facce, corpi di bambini, oggetti e personaggi familiari alla vita dell’infanzia o che suscitano la curiosità dei più piccoli. Alcuni di questi non presentano una perfetta corrispondenza tra immagine ed enunciazione; alcuni sono “silenziosi”, ovvero senza testo; altri associano alle immagini fotografiche delle filastrocche o poesie. Ad esempio i libri della fotografa Tana Hoban che, sebbene a pieno titolo dei cataloghi, presentano però immagini dalla forte valenza artistica, affettiva, ironica. Abbiamo inoltre potuto constatare che la presenza della fotografia è spesso combinata all’illustrazione, montata, ritagliata, arricchita.
Libri per bambini con il culto dell’immagine, Macro Testaccio.
Troviamo la fotografia impiegata ovviamente in alcuni libri di divulgazione, come nei “libri per fare” di Terre di mezzo (Facciamo i colori o I regali della natura di Helena Arendt) o nei libri di attività del Labor Ateliergemeinschaft e in quelli di Keri Smith, in cui la fotografia è un richiamo al reale ma anche e un invito a stravolgerlo.
Ma la fotografia è anche uno strumento per illustrare, perché può a piene lettere raccontare una storia. Spesso vi è un effetto spaesante, quando l’immagine fotografica serve a testimoniare che avvenimenti incredibili siano realmente accaduti. Così nei libri di Helen Palmer, moglie di Dr. Seuss e insegnante, che raccontano attraverso le fotografie di Lynn Fayman piccole storie quotidiane ma straordinarie: I was kissed by a seal at the zoo (Random House 1962) e Do you know what I’m going to do next Saturday? (Random House 1963).
Libri per bambini con il culto dell’immagine, Macro Testaccio.
La presenza esclusiva di immagini fotografiche per raccontare una storia è per esempio consueta nell’editoria francese: da Ballon Rouge di Albert Lamorisse del 1956 e Le Petit Chaperon rouge di Sara Moon del 1983, fino agli albi contemporanei di Isabelle Gil e Laëtitia Zuccarelli. Oggi infatti in Francia la fotografia vive una stagione particolarmente feconda: esistono collane dedicate e addirittura case editrici che pubblicano esclusivamente libri fotografici.
Beatrice Alemagna, Il meraviglioso Cicciapelliccia.
Spesso la fotografia è presente nell’astuccio degli illustratori italiani in frammenti, porzioni, selezioni ritagliate e utilizzate come collages.
Nel lavoro dell’illustratrice Chiara Carrer notiamo pagine composte di elementi disegnati, pitturati, incisi e stampati e di elementi fotografici. È il caso anche dell’autrice e illustratrice Beatrice Alemagna che nelle affollate pagine piene di dettagli inserisce degli inserti fotografici perfettamente integrati al contesto disegnato: una foto incorniciata nella vetrina dell’antiquario, immagini fotografiche di finestre, facciate e riflessi di vetri sono parte integrante delle città dove si svolge Il meraviglioso Cicciapelliccia (Topipittori 2015) e Un leone a Parigi (Donzelli, 2009). Una dinamica non del tutto sovrapponibile si riscontra nei libri di Serge Bloch o nell’Alice in Wonderland di Suzy Lee (Corraini, 2002).
Suzy Lee, Alice in Wonderland.
Come nella raccolta di foto di Rossana Ombres Le belle statuine (Einaudi 1975) che ci mostra Giuseppe Garrera, oggi Giulia Sagramola in Sonno grande, sonno piccino (Topipittori 2014) raccoglie e rivede alcune fotografie del passato familiare, aggiungendo colori, particolari buffi o inquietanti e spunti di storie. Attorno a queste fotografie modificate si dipana una filastrocca per far venire il sonno, cantilenata come una mano di nonno che sfoglia un album e racconta.
Una foto può essere lo spunto per una storia d’amore, come ne Il signor orizzontale e la signora verticale di Noémie Révah e Olimpia Zagnoli (Terre di Mezzo 2014).
La fotografia è intesa come oggetto e tecnica ovviamente anche in alcuni libri per imparare a scattare e guardare fotografie, come in Seeing Things. A Kid's Guide to Looking at Photographs di Joel Meyerowitz, recentemente pubblicato in Italia da Contrasto col titolo Guarda! La fotografia spiegata ai ragazzi.
Libri per bambini con il culto dell’immagine, Macro Testaccio.
Ecco che la nostra prima impressione, ovvero che dopo gli anni Settanta la fotografia fosse stata abbandonata o per lo meno poco utilizzata, si è dovuta ridimensionare. Sono d’altronde sempre più numerose le proposte editoriali che utilizzano questo fantastico mezzo per parlare ai ragazzi, tra cui segnaliamo ad esempio il nuovo lavoro di Ninamasina, Questa notte ha nevicato (Topipittori 2017).
Libri per bambini con il culto dell’immagine, Macro Testaccio.
Il primo nucleo di queste mirabilia fotografiche dell’editoria contemporanea è ora esposto al Macro Testaccio, dove martedì 5 dicembre, alle ore 17, Cartastraccia offrirà una visita guidata per bambini e famiglie, con letture e giochi a partire dai libri in mostra.
Sul sito della Fondazione trovate ulteriori informazioni sul progetto.
Informazioni specifiche sulla mostra le trovate sul sito di Emerging Talent e qui il calendario con la visita gioco.