Ninni nanna per un agneddu

Come forse sapete, i libri di Topipittori sono tradotti in molte lingue. Nonostante questo, a ogni nuova vendita di diritti, l'arrivo in casa editrice dell'edizione straniera ci mette sempre di buon umore. A parte il lato materiale della faccenda, per nulla disprezzabile, vedere un libro che è familiare cambiare improvvisamente per aver preso l'abito di un'altra lingua è strano e piuttosto interessante. Il senso del testo scompare, per esempio, nell'illeggibilità del coreano, cinese o thailandese; ma anche del lituano, del polacco o del neederlandese che lasciano pochi spiragli. E in fondo anche lingue abbastanza vicina alle nostra, come il brasiliano, ammantano il conosciuto di esotismo. Detto ciò, non avremmo proprio mai pensato che uno dei nostri libri sarebbe stato tradotto in lingua corsa, e vederci recapitare le copie di Ninna nanna da un agneddu, in còrso, è stata una sorpresa vera e per ragioni opposte a quelle di un'emozione esotica. Non è solo il fatto che gli editori hanno frequentato la Corsica per anni, e quindi vi sono molto affezionati, è proprio che il racconto della pecorella, attraverso quei suoni  e quelle espressioni per niente alieni all'italiano, improvvisamente è diventato particolarmente più affettuoso e vivo, riallacciandosi a tradizioni lontane, e rammentando certe bellissime nenie dialettali come quelle che si trovano in Ninna nanne italiane. Per esempio un'antica ninna nanna siciliana che è una invocazione al sonno in cui vengono enumerate tutte le creature che, una dopo l'altra, cadono addormentate: “l'ocidduzzi agnuniati” (uccellini rincantucciati), “l'agnidduzzi durmigghiusi” (agnellini dormiglioni), “li sirpuzzi 'nnammurati” (piccole serpi innamorate), l'acqua che scorre, le montagne e la viola nella scarpata, finché il sonno tocca le palpebre dell'infante. Insomma, avrete capito che questa nuova edizione corsa ci piace davvero, e per questo abbiamo chiesto a Bernard Biancarelli, della casa editrice Albiana, di Ajaccio, di parlarci delle ragioni di questa scelta. Abbiamo anche pensato di illustrare il post con le medesime pagine nelle tre lingue, per permettervi di confrontare il diverso effetto che fanno gli stessi versi tradotti in ognuna di esse. Buona lettura.
 
[di Bernard Biancarelli]

La casa editrice Albiana ha appena pubblicato la traduzione in lingua còrsa (oltre che in francese, con il titolo Pecorelle la petite brebis) di Ninna nanna per una pecorella di Eleonora Bellini e Massimo Caccia, edito in Italia da Topipittori.
 
Ninni nanna per un agneddu fa parte della nostra collana di letteratura per ragazzi, che abbiamo deciso di ampliare con un albo speciale destinato ai piccoli dai 3 ai 6 anni. Volevamo che il libro rispondesse a dei criteri particolari: oltre a possedere una qualità tecnica, grafica e letteraria impeccabile, doveva potersi inserire nel nostro immaginario collettivo, come se a raccontare la storia fosse un autore còrso. 

 


 
Il desiderio di tradurre delle opere in còrso nasce dalla necessità di disporre di strumenti adeguati per la trasmissione della lingua còrsa che non abbiano solo una finalità pedagogica. La questione della tutela, della trasmissione e dello sviluppo della lingua corsa, rappresenta una scommessa cruciale per la nostra società insulare, verso la quale la nostra casa editrice ha adottato una posizione di difesa e di promozione attiva, militante.  

 
Questo, certamente, senza rinnegare la nostra lingua francese... Il bilinguismo è un concetto molto moderno per una Francia assai “conservatrice” e la Corsica, in questo ambito, è all’avanguardia: possedere due lingue sarà sempre più vantaggioso che possederne una sola. E due lingue aprono la pista a una terza, poi a un’altra e a un’altra ancora.

 


 
La scelta è caduta su un albo italiano in modo del tutto naturale, giacché i nostri immaginari sono molto vicini, soprattutto per quanto riguarda la vita agreste. La pecorella del libro rientra nell’universo conosciuto dei bambini còrsi, per i quali la natura è una presenza molto forte (il mare, la montagna, la macchia, i pascoli). Il lupo, invece, non è tra le specie animali esistenti sull’isola, ma anche noi còrsi crediamo al lupo cattivo (infatti, esiste la parola lupu, che fa molta paura ai bambini). 

 
Ninna nanna per una pecorella è una storia sulla tolleranza, sul bisogno di incontrarsi e di conoscersi. L’altro non rappresenta necessariamente una minaccia, sebbene all’apparenza potremmo pensare il contrario. Questo concetto costituisce l’abc della relazione umana e, in una società insulare dominata da questioni quali il dentro e il fuori o il vicino e il lontano, acquisisce un ruolo fondante. 

 


 
La storia non è però l’unico motivo d’interesse del libro: contare e forse anche imparare a leggere delle frasi brevi e semplici è la sua principale attrattiva “pedagogica”. Anche questa era una delle caratteristiche che cercavamo, l’opportunità che il libro potesse diffondersi nelle scuole come strumento di supporto per il lavoro degli insegnanti.

 
La qualità grafica dell’albo, infine, è stata decisiva. Il libro è stato scelto tra molti altri perché la sua apparente semplicità (così difficile da raggiungere!) consiste in una sintesi visiva molto coinvolgente. Credo che la tenerezza della pecorella possa toccare tutti i bambini del mondo. Qui è già una realtà: abbiamo ricevuto numerosi apprezzamenti, i bambini dei nostri collaboratori in casa editrice e i loro amichetti cui il libro è arrivato, per esempio, lo leggono per addormentarsi e, talvolta, s’infilano nei loro lettini con il libro stretto tra le mani!