[di Francesca Zoboli]
Quest’anno ho partecipato al IV Concorso nazionale di editoria tattile Tocca a te, che viene indetto ogni due anni. I cinque libri premiati a questo concorso in seguito partecipano al concorso internazionale Typhlo &Tactus, ideato della casa editrice francese Les Doigts Qui Rêvent, pioniera nel campo dell’illustrazione tattile e della letteratura per l’infanzia.
Con mia grande gioia Piccolo circo è stato tra i cinque libri italiani selezionati, vincendo come “migliore libro di artista”, mentre al concorso internazionale, sono arrivata alla seconda selezione, ma non tra i cinque vincitori.
Francesca Zoboli, Piccolo circo.
L’esistenza di questo concorso mi è nota da tempo, e mi ha sempre attirato per la possibilità di creare un libro inteso come oggetto da esplorare, libero dai vincoli tecnici ed economici che impongono i progetti editoriali canonici.
Nel 2015, perciò, per capire meglio di che cosa si trattasse, sono andata alla premiazione dell’edizione precedente a Reggio Emilia.
Su un lunghissimo tavolone come un allegra e un po’ folle marea creativa erano disposte decine e decine di libri manufatti, tutti visionabili, creati da persone di qualsiasi età e professione, molti realizzati in gruppo da classi scolastiche.
In generale ho avuto la sensazione che nella maggioranza dei casi i risultati fossero un po’ noiosi, al limite del campionario di materiali, oppure nati da approcci troppo didattici,
Fra questi ce n’erano naturalmente alcuni molto interessanti e originali, come due dei libri premiati: Io tu le mani e Ombra.
Ricerca dei materiali per Piccolo circo.
Successivamente, nel 2016, sono andata a vedere la mostra Sensi Unici, a Palazzo Esposizioni a Roma, dove erano esposti libri e opere d’arte per educare a risvegliare i sensi e annullare ogni barriera fisica e linguistica, pezzi unici, fatti a mano, la maggior parte dei quali molto stimolanti.
Per me è stata la conferma che mi interessava muovermi in quell’ambito di ricerca.
Due cose, a questo punto, mi sono apparse subito chiare: innanzitutto evitare di concentrarmi troppo sulle superfici materiche e, secondo, trovare un nucleo narrativo che potesse accentrare tutti gli aspetti del libro.
Francesca Zoboli, progetto Il circo, Accademia di Brera.
Qui faccio un piccolo salto indietro. Quando studiavo all’Accademia di Brera, per un esame avevo prodotto un libro animato sul circo, realizzato in modo molto semplice, con carte veline e movimenti rudimentali, un po’ poetico e minimalista. Sicuramente questo esperimento di decenni fa è riemerso dalle nebbie della memoria, al momento di realizzare il nuovo libro, benché a me andare al circo non sia mai molto piaciuto, in particolare quello tradizionale - alla Moira Orfei, per intenderci - che andava per la maggiore quando ero piccola, che mi pareva un luogo di grande tristezza e un po’ sinistro.
Il circo, però, visivamente è un tema interessantissimo che può trasformarsi in un contenitore di figure archetipe che ci appartengono fin dall’infanzia e su cui si può lavorare, declinandolo in modo diverso, ritrovandone per esempio la vena poetica come negli spettacoli strepitosi di Victoria Chaplin e Jean Baptiste Thierrée con il loro Cirque Invisible, o magica come nel circo in miniatura creato e animato da Calder nel 1927.
Così ho cominciato a lavorare sulle figure del circo - il clown , il domatore il leone, l’elefante, il giocoliere, l’acrobata ecc. -, cercando di farle interagire ognuna in modo diverso con la struttura libro.
Volevo che ogni pagina fosse una sorpresa progettata perché le mani del bambino nell’incontro coi vari personaggi potessero percepire sia materie diverse (come il peluche per il leone o la tela grezza per l’elefante), ma anche esperienze di movimento nello spazio (come l’equilibrista che scorre sul filo), o scoprire cose nascoste (come quelle nella tasca del prestigiatore o nel cielo stellato dell’ultima pagina o dove si nasconde il testo in braille).
Tutti i personaggi sono presentati da un brevissimo testo e in ogni testo mi è sembrato importante ci fosse il riferimento a un suono o a un azione del corpo nello spazio in modo da amplificare l’esplorazione tattile in modo sinestesico.
Mettere insieme tutti i materiali è stato oltre che molto divertente anche piuttosto complicato; una volta trovati i materiali giusti, si è trattato di trovare una veste grafica coerente, accattivante e allegra, poiché il libro oltre che a bambini non vedenti si rivolge anche a quelli ipovedenti e vedenti.
Ho deciso di usare principalmente il bianco e il nero oltre a pochi colori vivaci. Ho poi dovuto poi capire come gestire i testi dal punto di vista dell’impaginazione e della grafica, in particolare quelli in braille, forniti dagli organizzatori del concorso, che hanno un corpo fisso piuttosto grande e non modificabile.
Infine, si è presentato il problema della legatura, che inizialmente avevo risolto con una spirale, ma che non mi convinceva affatto perché interferiva troppo con la doppia pagina aperta, rovinandone la continuità percettiva tattile. Grazie alla consulenza di Cristina Balbiano D’Aramengo, una professionista della legatoria, ho trovato una soluzione molto più elegante.
Così il libro era pronto mancava solo la copertina; cosa fare di meglio che trasformarla in una tenda a rigone rosse apribile e attraverso la quale si entra fisicamente nel libro come in un vero circo?
Un libro fatto bene e curato in ogni aspetto si “sente” anche con le sole mani, questo era il mio obiettivo e penso di esserci riuscita.
Piccolo circo è in copia unica di proprietà dell’Istituto dei Ciechi, forse sarà editato in un futuro.
A me oltre alla soddisfazione di averlo realizzato, è rimasto un video che rende abbastanza bene ciò che succede sfogliandolo, e che ho potuto realizzare grazie all’aiuto competente di Ilaria Turba.
Piccolo Circo from francesca zoboli on Vimeo.