Quando disegno e scrivo

Oggi presentiamo Fare Figure, il nuovo libro di Pia Valentinis per la nostra collana 2.10, ovvero Due occhi, Dieci Dita. Per l'occasione Pia ha risposto a alcune domande sul suo mestiere di illustratrice e sul volume che ha scritto e illustrato. 

[di Mario Onnis]

 

Qual è il primo disegno che ricordi di aver fatto? Per esempio, io ricordo che il primo disegno che feci dell'asilo era un immenso scarabocchio. Avevo riempito tutto il foglio, usando tanti colori e, quando la maestra mi chiese cosa fosse, risposi "una balena".

Non mi ricordo cosa disegnavo da piccola. Non ho più i miei disegni di quel periodo, ma ho conservato i primi quaderni di scuola.

Questa è la prima pagina del primo quaderno. Che la maestra ci avesse chiesto di disegnare delle borsette? Non so. Magari, invece, mi piacevano le borsette.

 

 
   

 

Il risultato finale di Fare figure è molto diverso da come all'inizio lo avevi immaginato?

All'inizio mi sarebbe piaciuto fare un albo con piccoli racconti illustrati.

Mi piaceva pensare alle tecniche come a personaggi: immaginavo il bambino-graffito, la bambina-acquerello... Ma con il passare del tempo l'idea è stata abbandonata e il progetto si è trasformato, è diventato più personale.

 

Ti ha portato verso terre sconosciute?

Quando disegno e scrivo, il risultato è sempre misterioso. La scrittura e il disegno insieme diventano un linguaggio unico e non riesco mai a prevedere il risultato.

C'è una tecnica che non ti stanca mai? E quale invece ti piacerebbe sperimentare di più?

Da diversi anni uso la penna Pilot g-tec 0,4 nera. Le matite colorate e la grafite mi danno grandi soddisfazioni, ma ci metto troppo tempo. Mi piacerebbe sperimentare e studiare l'acquerello. In prospettiva, vorrei che i miei disegni fossero meno definiti e più freschi: prima o poi ci riuscirò.

Nel libro racconti come le mani vadano un po' per conto loro, spesso fanno male dopo aver disegnato.

È vero che a volte le mani fanno male, soprattutto usando matite consumate.

Se faccio il graffito e gratto, la polvere che sollevo mi fa lacrimare. Il collage mi fa venire il nervoso. Qualunque tecnica io sperimenti, alla fine ho mal di schiena.

Ti capita di comprendere meglio una persona in base ai suoi disegni?

Mi piace conoscere altri disegnatori e anche guardare il loro lavoro.

Sono ancora più contenta quando si guardano insieme i dettagli del lavoro reciproco.

Dopo tanti anni di insegnamento hai notato se qualcosa è cambiato nell'atteggiamento di chi segue corsi e lezioni di illustrazione?

Trovo che la curiosità e lo slancio siano rimasti gli stessi.

Insegnare è sempre interessante: un modo per farsi domande, ripensare al proprio lavoro in modo diverso e sentirsi proiettati nel futuro.

 

Ascolti musica mentre disegni?

Ascolto una radio francese, Radio FIP.

Oppure cerco qualcosa su Radio Garden, ce l'hai presente? È un sito con la mappa del mondo e tanti puntini che segnano la posizione delle radio. Tu ci clicchi sopra e senti quella radio. Mi capita di ascoltare le radio sudamericane e immaginare i tassisti locali con la radio accesa.

Pensi che vivere in un'isola ti abbia più penalizzato o più aiutato?

La luce della Sardegna è impagabile, ma viaggiare è più faticoso partendo dall'isola.

 

Nel libro dedichi delle pagine ad ago e filo. Ti piacerebbe fare un libro usando solo questa tecnica?

Mi piacerebbe molto riuscire a fare un libro cucito: lo dedicherei alle donne della mia famiglia.

Per me sarebbe un'impresa epica.

 

La prima volta che ho visto i tuoi disegni originali in una mostra mi hanno colpito perché, specialmente quelli a pastello, erano molto vibranti. Le linee e il chiaroscuro rendevano vive le illustrazioni. Pensi sia più importante la tecnica o riuscire a trasmettere qualcosa?

Non riesco a vedere la “vibrazione” dei miei disegni! Per me la tecnica è meno importante dell'idea e del pensiero che viene trasmesso. Ma, come scrivo nel libro, "tecnica, tono e formato possono portare il libro in direzioni completamente diverse".

 

Qual è l'ultima mostra che ti ha emozionato?

Una bellissima mostra che ho visto a Trieste: Io non scendo: una collezione di fotografie che ritraggono donne sugli alberi. Sorprendente.

Il libro si apre con tante valigie realizzate con tutte le tecniche. Se dovessi mettere in una valigia solo tre oggetti da disegno cosa sceglieresti?