Quando pensi che il tempo sia finito

I pani d'oro della vecchina,copertina.


Era il 9 marzo 2009, e fra molte altre mail ci arrivò quelladi Annamaria Gozzi. Ci proponeva, con unmessaggio sintetico, una storia: La vecchina di Natale (dolcisegreti per distrarre la Morte). Aggiungendo due parole:“si tratta di una versione di una fiaba zingara con variazionedi finale.” Passarono alcuni mesi. Il 13 luglio lessi la storia erisposi subito a chi l'aveva inviata: “Come vede, se non riusciamo aessere molto rapidi nelle risposte, questa mail attesta che prendiamoin considerazione davvero TUTTO il materiale che ci arriva. Avendoeffettivamente trovato solo ora il tempo di visionare i materialiaccumulati in questi mesi, le dico 1) che la sua storia ci interessa;2) che mi auguro che la stessa non sia, nel frattempo, interessataad altri.” In un messaggio successivo, scrissi ad Annamaria: “Laringrazio della sua telefonata. Mi ha fatto molto piacere parlare conlei. Ricapitolando. Le confermo assolutamente il nostro interesse perla storia che ci ha mandato. Come le ho detto, i tempi di lavorazionesaranno lunghi, per le diverse ragioni che le ho esposto, per cui nonsiamo in grado ora di stabilire una eventuale data di uscita”.

I pani d'orodella vecchina, di Annamaria Gozzi. Illustrazioni di VioletaLopiz.

Sì,certo, “i tempi saranno lunghi”.  Ma cosìlunghi, come poi sono stati, non se li sarebbe aspettati nessuno. Violeta Lopiz(che per noi aveva già illustrato La coda canterina)accettò con nostra grande gioia di occuparsi di questolibro. Dopo di che, si immerse nella lettura del testo e nellasua elaborazione. Che durò tre anni. Sì, treanni tre. Annamaria ha avuto una pazienza infinita. In casa editricesi oscillava fra una crescente impazienza, momenti di scoramento euna caparbia fiducia nel risultato finale. Che poi, puntualmente,è arrivato, ripagando la lunga attesa. E oggi, alla fine diquesto lungo percorso, il libro è in libreria col titolo I pani d'oro dellavecchina.


I pani d'orodella vecchina, di Annamaria Gozzi. Illustrazioni di VioletaLopiz.

Ora,misurarsi con la riscrittura di una fiaba non è da tutti. Annamaria Gozzilo ha fatto con perizia, misura, finezza e modestia (dote più che maifiabesca). E ha messo a punto un testo bellissimo. Violeta ha rinunciatoa tutte le trappole che lo splendore e la ricchezza visivi del testo letendevano. E ha seguito una strada che somiglia a quella dei bambini nellefiabe: lunga e costellata di ostacoli di ogni tipo. Dev'essere per questoche ci ha messo tutto quel tempo. Tempo messo bene a frutto. Rappresentarela morte è un terno al lotto: e qui la morte la faceva da star. Enemmeno rappresentare la vecchiaia è un compito semplice. Del resto,quando abbiamo chiesto a Violeta se era interessata a questo libro,lo abbiamo fatto pensando che era uno fra i pochi illustratori conle carte in regola per affrontare questa prova.


I panid'oro della vecchina, di Annamaria Gozzi. Illustrazioni diVioleta Lopiz.


La grande intuizione di Violeta, oltre a quella di economizzarerigorosamente gli strumenti espressivi (colori, segni, descrizioni),è stata di non seguire la scansione temporale della storia, ma diarticolare una scansione visiva temporale autonoma, che si legge comeun'unica sequenza, con la medesima unità di luogo e di tempo. Ha fattoquesto riuscendo tuttavia a far sì che la sequenza temporale visivae quella verbale, completamente diverse, quadrassero. Detto così, ècomplicato. Ma quando avete il libro in mano, è chiaro, chiarissimo. Equesto risultato ha qualcosa di miracoloso. E, miracolosamente,funziona. E quando si arriva all'ultima pagina si rimane di sasso, conla gola stretta. E, insieme, con un senso di grande leggerezza.

I panid'oro della vecchina, di Annamaria Gozzi. Illustrazioni diVioleta Lopiz.


Qualche giorno fa, ero in bicicletta per commissioni, e sonopassata di fronte a una scuola elementare al momento dell'uscita deibambini. Davanti al portone spalancato, una folla di papà, di mamme,di nonni, venuti a prenderli. Dentro al portone, in attesa di scenderei pochi scalini fino all'uscita, la maestra contornata da un nugolo dibambini. Mi hanno colpita quelle faccine serie, piene di attesa e diansia. Ognuna di loro cercava il volto della persona conosciuta cheera venuta per sorriderle e riportarla a casa. I genitori agitavanole mani, per farsi vedere. La maestra faceva uscire un bambino pervolta. Ogni bambino le diceva se aveva visto in quel caos il papà,la mamma, il nonno. E solo allora lei gli permetteva di andare. Cosìil bambino scendeva i pochi gradini, infilava il portone e scomparivafra la folla sul marciapiede. Era una scena commoventissima. In quelmomento, guardando quei bambini, ho rivissuto la paura fisica che siprova da piccoli con straziante intensità, di non trovare nessuno adattenderti. La paura dell'abbandono e della solitudine. Dell'ignoto.

I panid'oro della vecchina, di Annamaria Gozzi. Illustrazioni diVioleta Lopiz.


E in quell'esatto momento mi è venuta in mente la vecchina diVioleta e di Annamaria. E per la prima volta ho capito davvero il sensodella storia. Della vecchina che invita la morte. Che ha il coraggio diparlarle, di farla sedere alla sua tavola. E che ha la grazia, l'umorismoe il rispetto profondo di sé e della vita per lasciarsi avvolgere,alla fine, lealmente, dal suo bianco infinito.
Mi sono detta:nel momento in cui non abbiamo più bisogno di vedere un volto conosciutoche ci attende fuori, oltre il portone, quando ci spoglieremo finalmentedi ogni paura, e l'amore non sarà riparo ma pura forza, solo alloraforse diventiamo noi fino all'ultimo atomo, pronti a scendere, soli,i pochi gradini che ci separano dal mistero, per scomparire dentro diesso.

Violeta Lopiz, schizzopreparatorio.

Emi è venuta in mente quella frase di SimoneWeil sulla morte: “Ho sempre pensato che l’istantedella morte sia la norma, lo scopo della vita. Pensavo che, per coloroche vivono come si conviene, sia l’istante in cui per una frazioneinfinitesimale di tempo penetra nell’anima la verità pura, nuda,certa, eterna. Posso dire di non aver desiderato per me altro bene.”Sapevo di non averlo mai capito, questo pensiero. E, soprattutto, maiaccettato: mi sembrava un'enormità. Oggi, grazie a questo libro e aquei bambini fermi sul portone, credo di averne intuito il senso.

Violeta Lopiz, schizzopreparatorio.


Ilpensiero della Weil, il gesto della vecchina che scivolanella bocca della morte per spuntare, rinata, sul biancoimmacolato della pagina successiva, significano quello che Giuliano Scabiafa dire a Minghìn da Murmrè nel suo Canto del guardarelontano:

Quandocredi che il tempo sia finito
comincia il viaggio chenessuno sa:
sulla soglia davanti è l'infinito
e,dietro, quello che ciascuno ha:
ma ora in questa lucerifiorito
dirò la cosa che accadendo sta:
noiviviamo nel tempo addormentati
sempre in attesa d'esserechiamati.

Che fiaba bellissima.

Violeta Lopiz, schizzopreparatorio.