Quel caos ordinato della creatività...

Gary Baseman. HomeStudio, Los Angeles

NicolaBoccaccini è un giovane fotografo udinese. L'abbiamoconosciuto attraverso le foto che ha scattato a Los Angelesalla mostra di Alessandro Gottardo, di cui abbiamo parlato qui.Poi, guardando il suo portfolio ci siamo resi conto che nelle fotografiedi Nicola ricorrono con frequenza ritratti di artisti, illustratori e,in generale, di persone che svolgono professioni “creative”, cometipografi, grafici, designer, musicisti eccetera. Fra gli illustratoriritratti nelle loro case o nei loro studi, oltre ad Alessandro Gottardo,ci sono Guido Scarabottolo, Lorenzo Mattotti, Gary Baseman, FrancescaZoboli, Alberto Casiraghy, insieme a numerosi altri. Questo sguardocosì attento verso questo mondo ci ha incuriosito, così abbiamochiesto a Nicola di raccontarci qualcosa di questa sua vocazione.

Gary Baseman. Home Studio, LosAngeles

Inquale occasione è nato il tuo interesse per artisti eillustratori?
Per avermi fatto scoprire questomondo devo essere di sicuro riconoscente a Erika, la mia compagna, cheè illustratrice e graphic designer. Alcuni anni fa abbiamo trascorso unperiodo a Parigi, frequentando lo studio di Lorenzo Mattotti, dove Erikaaveva lavorato per due anni qualche tempo prima. In quell'occasione miricordo che stavo cercando in tutti i modi di propormi come fotografo conmateriali che, a detta di molte agenzie ed editori francesi sembravanoessere più legati alla "fine art" che all'editoria…la cosa mi feceriflettere e, grazie ad alcune coincidenze (la fortuna ha un ruoloimportante) mi sono ritrovato nuovamente in Italia a seguire eventie progetti che coinvolgevano personaggi dell'arte e illustratori. Inuna di queste occasioni ho fatto l'incontro che mi ha poi permessodi approfondire il mio interesse per i processi creativi. Per questodevo dire grazie a Guido, Scarabottolo, che è stato il primo adimostrare un interesse concreto per la mia ricerca e a infondermi lospirito giusto per poter approfondire queste realtà in cui le parolediventano superflue e dove, molto spesso, il silenzio è condizioneessenziale per un certo tipo di comunicazione.


AlbertoCasiraghy in casa-cucina-legatoria-studio, Osnago

In chemodo ti avvicini alla persona che devi fotografare e al suo mondocreativo?
Generalmente mi lascio coinvolgere,mi pongo in secondo piano, cerco di diventare una presenza assenteche vaga alla ricerca silenziosa di particolari, di testimonianze e discorci. Cerco, utilizzando la fotografia, che si nutre di realtà, dirappresentare un mondo che, dalla realtà, prende spesso le distanze,proiettandoti in una dimensione in cui non esistono spazio e tempo ein cui rimarresti ad assaporarne i risvolti veramente a lungo. Ecco,cosa cerco e cosa mi colpisce: questa sensazione, il fatto di poterfare delle documentazioni che vanno oltre alle documentazioni edi ottenere delle fotografie che sono solo il prodotto finale diun processo che è estremamente gratificante.


Francesca Zoboli. Studio,Milano

Cosati interessa dell'immaginario delle persone? Quanto pensi che questoinfluenzi il tuo modo di vedere la persona? 
Mi sono sempre occupato di persone, la mia fotografia si è semprebasata sulla rappresentazioni dell'essere umano e sul suo legame colmondo che lo circonda. Studiando e registrando questi risvolti di vitaper anni posso dire di aver fatto "scuola" e di riuscire a tradurre inimmagini una certa tipologia di situazioni che mi si presentano. Ciòche mi stimola sempre è la curiosità per l'esplorazione di mondiche non mi appartengono e che mi vengono "donati", apparentementetanto diversi ma anche sfacciatamente simili, la cui costante èla volontà di espressione dell'essere umano. Per quanto riguardal'influenza del personaggio sul mio modo di fotografare, è qualcosache metabolizzo col tempo e di cui, sul momento, non sono cosciente;solitamente penso a scattare, a rubare istintivamente un ambiente,una atmosfera, uno sguardo e solo poi mi rendo conto di quello cheho portato a casa. Solo dopo sai se puoi commuoverti e gioire oppureincazzarti perché quella magia che ti aspettavi non si è avverata.

Guido Scarabottolo. Studio,Milano

Inche modo il tuo immaginario reagisce con quello altrui? Come riescea coesistere?
Fortuna direi! : ) A parte glischerzi; penso che molto sia dovuto a un rispetto e una comprensionereciproci, se riesci a trovare delle situazioni in cui viene capitoa fondo il tuo lavoro, o meglio, il tuo approccio al lavoro, credoche poi si instauri una sorta di fiducia che facilita enormemente lecose e che fa trasparire sia l'immaginario del fotografo sia quellodella persona ritratta. Io credo che un buon bilanciamento dei dueimmaginari sia il segreto per ogni documentazione.


Amos KennedyJr, Alberto Casiraghy, Elena Bertozzi. Pulcino Elefante. Osnago

Esiste unatipologia d'artista che ti interessa più di altre?
Sono molto interessato a tutte le opere dell'ingegno, e gli ultimiprogetti a cui sto lavorando si scostano un poco dall'artista canonicoper estendersi a quella che potremmo chiamare "arte applicata", artedi una certa fruibilità e utilità che va quasi a mescolarsi conil mondo artigiano, ma se dovessi scegliere una tipologia d'artistaben definita credo rimarrei legato al mondo dell'illustrazione. Alcontrario di molti, che sostengono non sia vera arte, io credo chel'illustrazione, così come tutti i processi creativi, se "fatta bene",sia degna di essere definiti opera artistica.


Olimpia Zagnoli.Milano

Seitu a scegliere chi fotografare o il tuo lavoro è fatto ingran parte di committenze?
Inizialmentei miei progetti erano prettamente propositivi ora lavoro siaa progetti personali che su commissione.


Noma Bar. Studio,London

Concretamente, come procedi quando incontri un artista che vuoifotografare?
Se l'incontro è casuale (il miopreferito e spesso il più interessante!), procedo sempre in modo moltonaturale, semplicemente dichiaro il mio interesse a voler ritrarre lapersona il suo studio, il suo lavoro, poi osservo le reazioni e, inbase a quelle, se necessario, cerco di correggere il tiro… Non sempreti trovi davanti a persone facili o che parlano la stessa lingua: intutti i sensi è un poco come la vita, devi cercare di capire per esserecapito.

Noma Bar. Studio. Portrait.London
Gary Baseman. Home Studio with Blackie, LosAngeles

Chepeso ha l'ambiente fisico in cui un artista lavora?
Enorme, l'ambiente fisico di lavoro può facilitarti o complicartimolto un servizio fotografico ma, nel mio modus operandi esiste una"regola": quello che vedo è quello che c'è; ed è quello che finiràsulla pellicola o sulla scheda di memoria. Niente di più e nientedi meno.
Diciamo che me la gioco tutta in inquadraturee nell'attesa del momento giusto: questo è quello che io intendoper rispetto… Difficilmente tocco le cose,  le sposto o leorganizzo, cerco sempre di rispettare il lavoro e la vita degli artisti,cercando di essere il meno invasivo possibile lavorando con l'attrezzaturaal minimo e sfruttando al massimo le risorse che il luogo mi offre.
Quello che voglio mettere in luce circa gli ambienti di lavoro è ilCAOS, spesso ossessivamente ordinato, dal quale vado a estrapolare ciòche ritengo ideale per rappresentare la situazione e la persona… Nonsto parlando di semplice disordine, ma di caos: di quella sensazioneche qualsiasi estraneo potrebbe avere entrando in contatto con unarealtà che non è la sua, che a volte si dimostra spiazzante.

Puoi raccontarci qualche episodio legato altuo lavoro con artisti e illustratori? Cose che hai imparato e scopertoattraverso queste relazioni ed esperienze?
A volteci sono delle cose molto "piccole e sottili" che ti vengono dettee che restano, come con Guido (Scarabottolo), o degli atteggiamentistimolanti e propositivi come con Alessandro (Gottardo), altre volteti puoi ritrovare in situazioni privilegiate e particolari: non è datutti attendere una persona il giorno di Pasqua che rientra a casa colsuo costume da coniglio per riceverti, specialmente se questa personaè Gary Baseman. Come non è da tutti poter assistere alla creazionemagica di un telaio di bicicletta, o trascorrere una giornata con AlbertoCasiraghy e Amos Kennedy Jr parlando di stampa tipografica e caratteri inlegno.

Alessandro Gottardo. Studio,Milano

Ecco,considero la mia una specie di missione che porterò avanti conconvinzione, quella che finora mi ha permesso di dar vita, assieme aimiei soggetti, a una visione personale del loro mondo e al contempo diregalarla agli occhi di tutti. La creatività inoltre va coltivatae incentivata, frequentando le persone giuste per ognuno di noi,socializzando, facendo caso a come va il mondo e, soprattutto, aprendola propria mente e diventando disponibili al cambiamento. Ho scoperto (oriscoperto!) in questi ultimi anni, grazie a questo "vagar per artisti",lati di me stesso che avevo dimenticato. Poi anche che l'onestà,la semplicità e la perseveranza alla fine premiano, a prescinderedall'attività che intraprendiamo, io ora faccio il fotografo mapotrei essere stato contagiato a tal punto dagli eventi che domani,svegliandomi, mi ritrovi a intraprendere la strada dell'illustratore,del telaista o del tipografo, chi lo sa!