Qualche giorno fa, abbiamo condivisosulla nostrapagina Facebook un link a un articolo su MartinAmis, che in una intervista alla BBC, ha dichiarato:
Se subissi un grave danno cerebrale,potrei mettermi a scrivere libri per ragazzi.
Potete leggere un riassunto completo qui.
Naturalmente è nato un putiferio. E questa ennesima dichiarazione,diciamolo, ignorante, ci ha spinto a scrivere due righesull'argomento.
In occasione della fiera del libro diMontreuil, un noto critico francese, François Busnel, ha candidamentee “professionalmente” espresso la sua opinione sulla letteraturaper ragazzi:
Non ho mai creduto allevirtù di quella che il mondo dell'editoria chiama "letteratura perragazzi". Senza dubbio è un errore, ma questo "settore" mi è sempreapparso come una invenzione di marketing creata per far passare unaproduzione spesso insulsa e ad appoggiare case editrici in pessimecondizioni economiche.
Potete leggere il resto, in francese, qui.L'articolo è stato pubblicato qualche settimanaprima di uno dei più importanti saloni dellibro per l'infanzia europei (ne abbiamo parlato qui).Un attacco del genere non poteva essere ignorato. E oltre ai sempreattenti internauti, ai lettori de L'Express, aipromotori alla lettura, anche gli editori si sono mobilitati.
Non sembrano essere tempi facili per la letteratura perl'infanzia e l'albo illustrato: tra profezie di morte (quella giàcitata del New York Times) e dichiarazioni di inutilità, sembraproprio che ci sia uno scontro in atto.
In questo caso, chi hamanifestato il disagio e l'indignazione degli editori francesi è AlainSerres, editore di Ruedu monde. Se volete leggere la sua rispostacompleta a Busnel in francese, potete scaricarla qui.
Dice Alain che “i bambini sono terribilmentecontemporanei”: mai affermazione fu più vera, perché uno deitratti dell'infanzia è proprio questo suo esserci ora e cibarsidella quotidianità e del mondo nella sua veste più nuova epura, non condizionata da precedenti esperienze, ma in divenirecontinuo. E se c'è un mezzo che i bambini possono usare perarricchire le loro esperienze è proprio il libro.
Una delle caratteristiche piùbelle dei picture books è la molteplicità dei livelli di letturapossibili, la capacità di contribuire alla costruzione del pensiero. Eautori, editori, insegnanti, genitori, tutti ugualmente ringraziatida Serres, partecipano a questa impresa attraverso le scelte diproduzione, acquisto, selezione dei libri per i piccoli. Perché ibambini sono un pubblico esigente. Un pubblico che a volte spaventacon una incredibile capacità di mettere tutto in discussione. È ilpubblico del “confronto” che spesso con i suoi perché costringe adecodificare la realtà contemporanea. E giustamente Alain dice che nonc'è limite ai temi toccati dalla letteratura per ragazzi: amicizia,amore, omosessualità, razzismo, paura, morte... vita!
Laseconda cosa che emerge da questa lettera e che condividiamo è cheoccuparsi di libri è difficile. È uno sforzo continuo, una gioia euna costante fatica. In Italia, in particolare, il vuoto istituzionaleattorno alla letteratura per l'infanzia è clamoroso.
In Francia, Spagna e Portogallo, maanche Brasile e Messico, esistono istituzioni che promuovono la diffusionedegli albi, che finanziano le traduzioni, che comprano per le bibliotechei libri illustrati, che organizzano fiere e manifestazioni. Bisognaamarli proprio, questi “oggetti”, per decidere di lavorarci sopra,dedicarvi tempo ed energie. I risultati economici sono soddisfacenti(ma non sempre), a volte buoni, ma ben lontani da quelli della narrativaper adulti. Sono due mercati che hanno regole diversissime. E di certo,non gli stessi privilegi e la stessa attenzione mediatica. Noi,nel nostro piccolo, con questo blog, stiamo provando una strada dipromozione diversa, proponendo ciò che è dentro, fuori e intorno ailibri che facciamo e ci passano accanto. Una strada che punta sulladiffusione delle conoscenze e della cultura del libro per ragazzi,e in generale della cultura riservata ai ragazzi. Cheè una cosa serissima, oggi più che mai. Ne voleteuna prova? Guardatevi intorno.
Siamo sicuri, forse con un po' diarroganza, che la causa di gran parte delle affermazioni dei giornalistisulla letteratura per ragazzi sia una sostanziale ignoranza: in genere diquesto tema la maggior parte della gente non sa niente.
Compresa quella cha ha a che fare coi media,e quando si trova a doverne parlare, le affermazioni sono, fatalmente,infondate, superficiali, approssimative. Perché tali sono le conoscenzedi cui si dispone. Il nostro blog punta all'informazione su questi temi,perché oggi, a nostro avviso, questo è il miglior modo di promuoversi:condividere le conoscenze con gli altri. La rete lo permette e vediamoche strumento potente sia, in grado di cambiare le cose.
Tantialtri, da tempo, stanno offrendo questo approccio diverso e interessante:Le figure deilibri, Lascatola del the, Costanzae i libri, Zazie, Leggere leggerci,letteraturaper ragazzi.it, editoria ragazzi.com,solo per citarne alcuni.
Alain Serres conclude la sua protestaproponendo una tavola rotonda sui picture books. In Italia l'abbiamofatta due anni fa a Pitigliano, grazie agli sforzi di Minimondi, marisultati non se ne sono visti. Speriamo che in Francia riscuota piùsuccesso. Sarebbe un passo fondamentale per parlare finalmente di coseserie, cioé di cosa leggono i ragazzi, e per promuovere questo grandee bellissimo lavoro che facciamo, noi come editori, insieme a librai,promotori della lettura, maestri, educatori, genitori.
Non possiamo non essere d'accordo con Alain sul fatto che lavoriamoin un settore considerato, da chi si occupa di cultura, di serie B:“roba da bambini”.
Appunto, roba da bambini. Quindi,di sicuro, non di serie B.
[Leimmagini che corredano questo post sono tratte dall'autobiografiaillustrata di Guido Scarabottolo, Uncertain Life,per gentile concessione dell'autore.]