[di Virginia Stefanini]
La mia reazione immediata alla richiesta di disegnare Lo Schiaccianoci funegativa. L’offerta arrivò all’inizio del 1981, da Kent Stowell ,il direttore artistico del Pacific Northwest Ballet. Ne fui lusingato, ma le mie ragioni per dire di no erano molteplici e precise. Tanto per cominciare, chi al mondo aveva bisogno di un altro Schiaccianoci? L’imprescindibile albero di Natale e le sequenze nel Paese dei Dolci erano abbastanza per affondare completamente il mio spirito. […] Infine, e più seriamente, dopo sole tre opere e un musical off-Broadway per bambini, non avevo idea di come approcciare un balletto. Dove avrei trovato il tempo per disegnare una gigantesca produzione – due interi atti e più di 180 costumi? Naturalmente l’ho fatto.
Così Maurice Sendak racconta l’inizio della sua collaborazione a una delle più visionarie e celebrate produzioni del balletto Lo Schiaccianoci di Peter Ilyich Tchaikovsky, ancora oggi rappresentata sul palco della Seattle Opera House in occasione delle feste natalizie, a ventotto anni dal suo debutto nel dicembre del 1983.
In attesa di coronare un sogno e volare a Seattle per assistere a una rappresentazione dal vivo del Pacific NorthwestBallet, mi sono tuffata fra le pagine della versione inglese de Lo Schiaccianoci e il Re dei Topi di E.T.A. Hoffmann con illustrazioni originali di Sendak, data alle stampe da Random House nel 1984, e mi sono rifatta gli occhi con la versione filmica del balletto Nutcracker, realizzata da Carroll Ballard nel 1986 e tuttora reperibile in videocassetta sul mercato USA.