Gentile signor Calasso,
nel 1963, a pochi mesi di distanza dalla nascita della casa editrice Adelphi, usciva a New York, per i tipi di Harper & Row, Where the Wild Things Are: un albo illustrato di Maurice Sendak. Un successo clamoroso quanto controverso: il libro è stato immediatamente amato dai bambini, quanto avversato dalla stampa, dai genitori, dai bibliotecari; ha ottenuto la Caldecott Medal nel 1964, ma è stato messo all'indice da centinaia di biblioteche e scuole; ha venduto milioni di copie nel mondo (e continua a venderne a 54 anni di distanza dalla pubblicazione) ma continua a far inarcare le sopracciglia dei benpensanti. Dieci anni fa è stato classificato al secondo posto nell'elenco dei 100 migliori libri per bambini stilato dalla National Education Association sulla base di un sondaggio condotto con gli insegnanti delle scuole primarie statunitensi.
Fra i suoi estimatori, l'ex Presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, che per molti anni lo ha letto ad alta voce ai bambini convenuti alla Casa bianca per il tradizionale Easter Egg Roll. [I filmati si possono vedere qui (2012) e qui (2016).]
Where the Wild Things Are è stato anche un libro assai controverso in termini critici. Fra i suoi massimi detrattori, Bruno Bettelheim, che invitava i genitori a non lasciare quel libro da solo con i bambini (e che ebbe il fegato di dire in faccia a quel vecchio scorbutico - "grumpy old man", lo chiamavano - che avrebbe sempre odiato quel libro). Ma intorno alla semplice storia di Max, mandato in camera senza cena per certe sue intemperanze stimolate da un costume da lupo, hanno scritto terapeuti, psicologi dell'età evolutiva, antropologi e critici letterari. Insomma, comunque la si pensi, Where the Wild Things Are è un libro assai importante. Secondo molti una pietra miliare della storia della letteratura illustrata per ragazzi. Il libro è stato portato in Italia nel 1969, dalla Emme Edizioni di Rosellina Archinto con il titolo Nel paese dei mostri selvaggi, nella traduzione di Antonio Porta. Ed è stato ripubblicato, sempre con la medesima traduzione, nel 1999 da Babalibri.
Oggi, Nel paese dei mostri selvaggi non è più disponibile in libreria. Perfino Amazon lo dichiara, tristemente, "fuori catalogo". Forse qualche libraio ne ha ancora una piccola scorta ma, in generale, procurarsi una copia di questo libro oggi è quasi impossibile, a meno di rivolgersi al mercato dell'usato. Che cosa è accaduto? Come è possibile che uno dei libri per ragazzi più importanti e più venduti in Italia e nel mondo scompaia dagli scaffali delle librerie?
Alla morte di Maurice Sendak, nel 2012, gli eredi hanno rinegoziato i diritti delle sue opere e la gara fra le case editrici italiane è stata vinta da Adelphi, la sua casa editrice, che ha acquisito i diritti di pubblicazione in lingua italiana di tutte le opere di Sendak. Il precedente editore ha avuto tempo fino al 16 luglio 2016 per vendere le copie che aveva in magazzino ma, non potendo più ristampare, il libro si è esaurito già nel giugno di quell'anno. E da allora non è più disponibile in libreria. Nel 2013, la sua casa editrice ha mandato in libreria Orsetto di Else Holmelund Minarik, con disegni di Sendak e, nel 2016, Papà orso torna a casa, della stessa autrice, ma una nuova edizione di Nel paese dei mostri selvaggi, a quanto ci risulta, a oggi non è ancora in prenotazione.
Perché - si domanderà - ci preoccupa l'assenza dagli scaffali delle librerie di Nel paese dei mostri selvaggi? Perché, come abbiamo già detto, si tratta di un libro molto importante e molto amato, che spesso rappresenta la porta d'ingresso di adulti e bambini al mondo degli albi illustrati di qualità. Perché, come ha ben scritto Anna Castagnoli nelle pagine dell'inserto domenicale del Sole-24Ore il 27 aprile 2014, i mostri selvaggi non sono solo divertenti e utili, ma anche raffinatissimi e colti (l'articolo si trova qui).
E non sono solo i piccoli lettori a soffrire per questa assenza, ma anche i librai - per i quali un libro di successo può fare la differenza, mentre per una casa editrice delle dimensioni di Adelphi il contributo che i mostri selvaggi possono dare alla formazione del reddito rischia con molta probabilità di essere irrisorio - e gli altri editori del settore, che non possono più contare su una valida spalla nella loro attività di promozione di albi ilustrati non banali, raffinati, rispettosi dell'intelligenza di chi li legge (i bambini) e di chi li acquista (gli adulti).
Non è nostra intenzione mettere in discussione le scelte di un altro editore e, soprattutto di Adelphi, che è nota per la cura che dedica, con grande senso della propria responsabilità nei confronti del pubblico, al catalogo. Un catalogo che da sempre garantisce al pubblico la certezza di poter trovare in libreria non solo i grandi best seller sui quali si reggono le economie della casa editrice (come, per esempio, Siddartha di Herman Hesse), ma anche libri che, nonostante il minor successo commerciale, l'editore considera importanti, fondamentali tanto per il pubblico quanto per Adelphi e la sua immagine. Perché dovrebbe essere diverso per Nel paese dei mostri selvaggi? Solo perché ha le figure?
Gentile signor Calasso, noi un po' ci sentiamo orfani. Da troppo tempo i mostri selvaggi non eseguono più la loro frenetica danza, la celeberrima "ridda selvaggia", in libreria. Speriamo di rivederli presto. Ne abbiamo tutti un gran bisogno.
Con la stima di sempre e anticipata gratitudine.
i Topipittori