Storia di un misterioso serpente che c'è a Milano

Ambrogio, mosaico del sacello diSant'Ambrogio

Sapeteche giorno è oggi per i milanesi? Sant'Ambrogio, patrono di Milano.
Quindi, per noi, sarebbe festa. Ma siccome siamo a Roma, e quifesta non è, invece di mettere in pausa il blog per due giorni,dato che domani è l'Immacolata ed è festa per tutti, abbiamodeciso di dedicare questo spazio alla nostra città e a qualcosache riguarda il suo patrono, e che abita da tempo immemorabile nellachiesa che porta il suo nome (che,fra l'altro, probabilmente è la più bella di Milano). Questacosa di cui vi vogliamo parlare è il misterioso serpente diSant'Ambrogio, una presenza fantastica, fiabesca, legata a unaleggenda molto bella.

Le storie legate aisanti, alle origini delle città, ai miti delle origini, ai donimagici, ai segni soprannaturali che si manifestano ai condottierie ai re sono sempre molto affascinanti, e a mio avviso dovrebberofare parte di quelle che si raccontano ai bambini, al posto di tantestorielle stucchevoli e pretestuose senza capo né coda. Vi proponiamola storia di questo mitico serpente, ricorrendo alle parole di Francesca Belottie Gian Luca Margheriti, tratte da un bell'articolo uscito suViviMilano. Godetevela. Buon Sant'Ambrogio a tutti.


Basilica di Sant'Ambrogio,Milano.



Arnolfo si appoggiò allo stipitedella porta per non perdere l'equilibrio mentre entrava nella suacabina. La nave beccheggiava con violenza da diversi giorni e questoavrebbe ulteriormente ritardato il loro arrivo al porto di Bari. Dopoessersi seduto sul letto, con estrema cura, estrasse l'involto dalbaule che si trovava lì accanto. Svolti i panni di lino, la testa dibronzo arabescato scintillò alla debole luce delle candele. Arnolfola pose sul tavolino che utilizzava per redigere, ogni sera, il suodiario; la sistemò con attenzione per impedire che il rollio dellabarca la facesse cadere.

 Era giunto il momento di scoprire sei regali ricevuti dalla principessa Stefania, che stava riportando inpatria, erano davvero prodigiosi come si diceva. La nave si inclinòpaurosamente su un fianco e Arnolfo fu costretto ad attaccarsi allesponde del letto per non perdere l'equilibrio. Gli ritornò il fastidiososenso di nausea che ormai da diversi giorni scandiva le sue giornate. Inpatria il suo re lo stava attendendo e lui voleva sapere se il ritardoaccumulato dalla nave aveva causato sconvolgimenti. 
Non sicuro delmetodo da utilizzare, Arnolfo, rivolto alla testa che lo fissava conocchi vitrei dal tavolino, scandì bene le parole parlando nel latinocolto degli uomini di chiesa: «Come sta il mio Imperatore, Ottoneterzo?».
 Per lunghi istanti la testa restò in silenzio, poi unavoce, quasi umana, pronunciò brevi, ma inequivocabili, parole: «Ottoneterzo è da poco deceduto».

ArnolfoII, arcivescovo di Milano, era partito da qualche mese alla volta diCostantinopoli. Il mondo stava per raggiungere quel pauroso traguardoche era l'anno mille e, in Occidente, l'imperatore Ottone III meditavaun matrimonio che avrebbe creato nuove e potenti alleanze. Il compitodi Arnolfo era proprio quello di rendere omaggio alla principessaStefania, parente degli augusti Costantino e Basilio, futuramoglie dell'Imperatore. L'ambasceria guidata dall'Arcivescovorecava per la principessa magnifici doni. In cambio Arnolforicevette altrettanti mirabili e misteriosi regali da portarein patria, al suo signore, insieme alla principessa.


Arnolfo incorona re d'Italia Arduinod'Ivrea.

Il giorno dellapartenza in un baule affidato ad Arnolfo vennero posti i due doni piùpreziosi: una testa in bronzo in grado di rispondere, con voce umana, alledomande che le venivano poste, e un serpente in bronzo che si diceva fossequelle forgiato dalle mani di Mosè per difendere il suo accampamentodai serpenti del deserto (leggiamo nel libro dei Numeri 21,4: «GliIsraeliti lasciarono il monte di Or e si misero in marcia in direzionedel Mar Rosso, per passare a fianco della frontiera del territoriodegli Edomiti.

Giuseppe Testa, Mosè e il serpentedi bronzo


Per strada il popolo si scoraggiò e si mise a protestare controDio e contro Mosè [...] Il Signore mandò contro di loro serpentivelenosi, i quali morsero un gran numero d'Israeliti, che morirono[...]Mosè supplicò il Signore per il popolo. Allora il Signore disse aMosè: "Fa' un serpente di metallo e fissalo in cima a una pertica. Chisarà morso da un serpente e guarderà quello di metallo, salverà lapropria vita!". Mosè fuse un serpente di bronzo e lo pose in cima a unapertica.

Sebastien Bourdon, Mosè e il serpentedi bronzo

Da allora,chiunque veniva morso da un serpente e guardava il serpente di bronzo,restava in vita»).

Quando finalmente il tanto atteso giornodell'arrivo al porto di Bari giunse, Arnolfo poté costatare di personala veridicità delle predizioni fatte, pochi giorni prima, dalla testadi bronzo a bordo della nave. L'imperatore Ottone terzo era morto. Sullanave vennero ricaricati i preziosi venuti dall'Oriente, compresa lastupefacente testa di bronzo; anche la principessa Stefania dovetterisalire sulla nave per tornare in patria. Ad Arnolfo restò soltantoil serpente di bronzo come pegno per i suoi servigi. 
Arnolfo non sifermò oltre e tornò immediatamente alla sua amata diocesi, Milano,portando con sé il meraviglioso regalo della principessa. Appena giuntodecise di far collocare il serpente su una colonna di porfido d'Elba nellachiesa di Sant'Ambrogio, dove tutt'oggi è possibile ammirarlo (si trovaaccanto al terzo pilastro sulla sinistra entrando). In quegli stessianni, sul lato opposto della navata centrale, a fare da contrappuntoal serpente, venne posta una croce in bronzo poggiante su una colonnain granito (la colonna e la croce visibili oggi risalgono ai restauriottocenteschi).

Incoronazione diOttone III.

Saputodell'arrivo del misterioso manufatto dall'Oriente, i Milanesi preserod'assalto la Basilica per ammirare l'oggetto sacro. In breve sidiffuse la voce che toccando il serpente si guariva dalle malattieintestinali, in particolare dai vermi. La credenza, in parte, vieneonorata ancora oggi. 

Secondo le profezie bibliche, ilgiorno del giudizio, il serpente di bronzo scioglierà le sue spiree diventerà di carne e ossa; dopo aver fatto sibilare la lingua pertre volte, tornerà strisciando alla Valle di Josafat dove le manidi Mosè lo forgiarono. Se visitando Sant'Ambrogio vedete il serpenteal suo posto, sulla cima della colonna, non preoccupatevi, vuol direche l'Apocalisse è ancora lontana.

Un'ultima curiositàsulle teste di bronzo che parlano e rispondono ai quesiti: se ne senteparlare spesso nelle cronache medievali, ma purtroppo nessuna è giuntaintegra fino a noi. La più nota è indubbiamente quella costruita daGerberto di Aurrillac, passato alla storia come papa Silvestro II. Sidice che il Papa Mago, così era soprannominato Gerberto, colui cheguidò la cristianità attraverso il passaggio del millennio (fu papadal 999 al 1003, guarda caso lo stesso periodo in cui è ambientata lanostra storia), consultasse spesso questa testa in oro per risolverei problemi più difficili e predire il futuro. Purtroppo, essendo unafigura molto controversa e scomoda per il papato già in quel periodo(ricordiamo che compì gli studi di formazione, non solo in Francia maanche nella Spagna mussulmana, dove gli «infedeli» lo istruirono nellescienze proibite alla cristianità: la magia, l'alchimia, la negromanziae l'astrologia), i suoi averi, compresa la testa d'oro parlante,vennero distrutti alla sua morte.