Tenaci e visionari come asinelli

Per il ciclo di interviste dedicato alle Case dei Topi, a cura di Beatrice Bosio oggi parliamo con Laura Branchini della Libreria degli Asinelli, di Varese. Qui trovate le altre interviste alle nostre librerie fiduciarie: Spazio Libri La Cornice, di Cantù; La tana del Bianconiglio di Maerne di Martellago; La Pazienza Arti e Libri, di Ferrara; Testolinee Libreria dei Ragazzi, di Manduria; Aribac, di Milano; 365 storie di Matera e la libreria Dudi di Palermo; la libreria Trame di Bologna. 

[di Beatrice Bosio]

1. Partiamo da una breve presentazione della libreria, quindi dove si trova, quando e da chi è stata aperta, chi ci lavora adesso, in cosa è specializzata e com’è strutturata.

La Libreria degli Asinelli si trova nel cuore di Varese, in una viuzza all’incrocio con una delle vie principali del centro storico, via Bagaini. All’inizio, però, avevamo una sede piccolissima in un cortile interno: è lì che nella primavera del 2021 noi due, Laura Branchini e Stefano Pérez Tonella, abbiamo inaugurato la nostra attività – e tuttora la portiamo avanti da soli. La nostra è l’unica libreria indipendente non specializzata in città.

2. Appartenendo alla rete delle Case dei Topi, la Libreria degli Asinelli è uno spazio indipendente. Questo per voi significa selezionare i libri guidati da passione e non da meri fini commerciali, assumendovi le vostre responsabilità nei confronti dei lettori. Oltre a "indipendente", ci sono altri aggettivi che usereste per descrivere la vostra libreria?

Essere indipendenti è senz’altro una prerogativa delle Case dei Topi che ci corrisponde profondamente. Non per nulla, quando ancora ci trovavamo nella piccolissima prima sede, Giovanna Zoboli ha subito identificato in noi una possibile nuova “Casa”, e non solo perché sui nostri scaffali c’era già quasi tutto il catalogo di Topipittori, ma anche perché – crediamo – abbia riconosciuto la nostra forte e anomala identità. Pensando ad altri tratti che ci caratterizzano, non possiamo non riferirci al nostro animale guida, l'asinello, che riunisce in sé diverse qualità a noi care: è ostinato, laborioso, tenace, capace di ribellione e resistenza, sta dalla parte degli umili. In più è fantasioso e visionario: pensiamo alle feste dei folli del Medioevo e alle storie di ogni epoca, in cui l'asino è creatura magica, si trasforma, nasconde uno splendore sotto il suo grigio mantello. L’asino è simbolo del nostro fare da prima della libreria, lo abbiamo scelto nel 2014 per chiamare la nostra associazione – Burritos, appunto – volta a promuovere la cultura del libro a partire dalle nostre competenze e dalla nostra formazione: teatro, poesia, traduzione e arti visuali. La libreria si configura, dunque, come momento culminante di un lungo percorso, nel quale il libro è sempre stato al centro. Avevamo desiderio di aprirci alla città e lo abbiamo fatto, oltretutto in un momento storicamente difficile, quando ancora imperversava la pandemia, sperando così di rispondere al bisogno di socialità degli abitanti del territorio.

3. La vostra visione positiva dell’asino e dei suoi attributi sembrerebbe all’apparenza discostarsi da quello che è l’immaginario comune (simbolo di ignoranza, cocciutaggine, ecc.), ma in realtà non è affatto inconsueta e, come avete sottolineato, affonda radici in un lontano passato. La letteratura offre diverse testimonianze in tal senso: in particolare, voi fate riferimento ad Apuleio, Giordano Bruno, Stevenson, E. Gordon Craig. Cosa hanno ereditato da ciascuno di questi asini (o asine, nel caso di Modestine) i vostri asinelli?

Che bella domanda, grazie! Di Modestine diremmo forse di aver preso l’imprevedibilità e il piacere di vagabondare, da Giordano Bruno la necessità di testimoniare la memoria, e da “Lunatico, il magico idiota” di Craig la capacità di vedere un cielo azzurro in compagnia di altre creature magiche, anche quando fuori ci sono i nuvoloni. E poi ci sentiamo sempre accompagnati dalle qualità dell’asino, vedremo dove ci porteranno.

4. L'apertura del vostro spazio è stata dettata dalla volontà di rispondere a esigenze rese impellenti dall’emergenza sanitaria – e dalle misure atte a contenerla. Perché proprio la libreria vi è sembrata una possibile soluzione?

Nel 2021 le persone hanno potuto ricominciare ad avere una vita sociale più attiva: avevano, quindi, un grande bisogno di incontrarsi, riunirsi in maniera spontanea, gratuita e “coccolata”. I gruppi di lettura sono stati la nostra iniziale risposta a questo bisogno e hanno raccolto da subito numerose adesioni: abbiamo cominciato con un gruppo di lettura su Piccole Donne e un altro – frequentatissimo – sulla letteratura latinoamericana, siamo passati poi al tema delle utopie e distopie, e, ancora, abbiamo tenuto insieme a Paolo Colombo un bellissimo gruppo con laboratorio sui libri illustrati. Ci sono altri gruppi di lettura che riproponiamo periodicamente, come quello sulla botanica (Verdissima-Mente). Ai gruppi di lettura che continuiamo a organizzare con la nostra associazione Burritos, la libreria ci permette di aggiungere le presentazioni con gli autori: il risultato è un calendario fitto di appuntamenti ogni mese. Da quando siamo nella nuova sede, al piacere della chiacchierata sui libri letti si unisce anche, per chi lo desidera, quello dell’aperitivo (o della cena) grazie al servizio del nostro piccolo bistrot

5. Dal punto di vista culturale, la città di Varese è una realtà vivace e dinamica o, al contrario, ostile e pigra? Nel suo scenario, come si colloca l’attività della vostra associazione (e, per estensione, della libreria)?

La città di Varese è sempre stata una realtà sigillata: conservatrice, umorale, diffidente, e spesso incapace di creare una rete tra associazioni o enti culturali. Non sono così, però, i suoi abitanti, che cercano altro e, quando lo trovano, lo riconoscono. Noi, infatti, siamo stati salutati fin dall’inizio con cordialità ed entusiasmo, perché percepiti come risposta a qualcosa che mancava, un piccolo sogno di indipendenza e gratuità nel mondo del libro. Abbiamo collaborato da subito con scuole e biblioteche e coinvolto altre associazioni, quali: Parole in viaggio, assiduamente impegnata in progetti di lettura ad alta voce; Progetto Zattera, storico gruppo teatrale della città, nato dal cuore tutto argentino di Martin Stigol; Piante guerriere, una Aps che abbiamo ospitato in libreria per presentare la loro attività di tutela del verde. Anche nei Festival letterari della città e della provincia ci siamo immediatamente messi in gioco, e spesso veniamo invitati dal Comune e dalla Biblioteca Civica a partecipare a iniziative per allestire banchetti di libri o in quanto associazione impegnata in diversi progetti, come Patto per la lettura e non solo.

Dunque, il cammino è stato aperto, ma il sentiero può sempre restringersi. In questa prima metà del 2024 osserviamo un cambiamento sociale ben percepibile nel nostro Paese, non solo a Varese: è un tempo di incertezza, le abitudini sembrano mutate, ci sono un ripiegamento e una minore partecipazione. Speriamo che anche questa fase possa essere presto superata, o che comunque il nostro posticino continui a rappresentare un baluardo di socialità.

6. La calorosa accoglienza nei confronti della vostra libreria ha riguardato, quindi, non solo chi già partecipava ai gruppi di lettura della vostra associazione, ma anche persone nuove. Come descrivereste nel suo insieme l'attuale clientela degli Asinelli? C'è altro che la contraddistingue, oltre al bisogno di socialità? E che tipo di relazione desiderate instaurare con i vostri clienti?

Siamo felici di poter vantare una clientela variegata e curiosona, simile ai nostri amati asinelli: ci sono famiglie e docenti che apprezzano molto la nostra selezione di libri e albi per l’infanzia; ci sono lettori forti che si gustano le nostre proposte di editori di nicchia, di cui ci piace il catalogo e con cui spesso abbiamo un rapporto diretto (siamo “libreria fiduciaria” di Miraggi Edizioni, People, Sur, Atlantide e altri); ci sono gli amanti di poesia (perché, se nei supermercati di libri i bestseller sono i gialli, da noi al contrario sono proprio la poesia e la saggistica concernente l’ambiente e l’attualità); ci sono anche gli appassionati di edizioni speciali (abbiamo un settore curatissimo di libri a tiratura limitata o di editori che fanno della cura grafica il loro punto di forza, come Marinoni, Fiorina, Else, Vánvere, Nuages, Topipittori, Editions du Livres, Corraini e altri). Per queste particolarità che contraddistinguono la libreria, e che originano dal nostro amore per il libro in tutte le sue facies, i clienti trovano in noi dei compagni di passione, dai quali farsi influenzare e con i quali condividere la scoperta della bellezza del libro.

7. Sul sito dite di selezionare personalmente ogni singolo titolo a scaffale: quali principali criteri orientano le vostre scelte? E come disponete i libri negli spazi della libreria?

La nostra scelta di titoli guarda molto all’autenticità del lavoro editoriale: si vede chiaramente se e come lavorano autori e illustratori, traduttori e curatori. Crediamo che l’originalità di un libro possa essere garantita solo quando il suo concepimento non contempla né scorciatoie né formule. I libri che nascono da un vero atto creativo, infatti, si riconoscono per un quid di libertà e cura, e perché durano nel tempo. Un esempio fra tanti è Che cos’è un bambino di Beatrice Alemagna: pur avendo ormai sedici anni, continua a irradiare la sua energia, perché è eversivo e al contempo classico.

Per quanto riguarda la narrativa, bisogna farsi strada nella giungla di proposte che ogni mese si riversano sul mercato e riconoscere quelle che sono frutto di un lavoro accurato e di scelte non esclusivamente commerciali da parte dell’editore: spesso sono le piccole case editrici a distinguersi per la loro eccellenza. Una per tutte è Utopia, che, nata pochissimi anni fa, presenta un catalogo preciso, coraggioso ed estremamente coerente. Ovviamente peschiamo anche dai cataloghi di editori storici, e i colori di Adelphi e il blu di Sellerio tingono buona parte della nostra scaffalatura. Per i viaggi abbiamo deciso di escludere completamente le guide turistiche, prediligendo invece la grande letteratura di viaggio, dai vecchi e impagabili resoconti di Comisso, Brandi e Piovene fino ad Arminio, alle guide letterarie delle città e ai volumi del progetto ‘The Passenger’ a cura di Iperborea.

In merito alla disposizione dei libri, nel salone principale della libreria ci sono la narrativa e la letteratura per l’infanzia, le edizioni speciali sono sistemate su un vecchio “mobile farmacia” e un’ampia area è riservata agli albi illustrati; nella saletta attigua si trovano la saggistica, i viaggi, la poesia e in un angolo l’usato di qualità; davanti al bistrot ci sono i libri che pubblichiamo noi, con i marchi editoriali Asinelli Editori e WScuola (che si occupa di pedagogia).

8. Sul sito della vostra libreria è attivo il servizio e-commerce: vendete online da quando avete aperto? È stata anche questa una scelta influenzata dal periodo di pandemia? Che vantaggi offre (a voi e ai clienti) vendere online e qual è grossomodo il bilancio tra libri venduti in negozio e sul sito?

Le vendite online non sono molte, ma le abbiamo rese possibili fin dall’inizio per permettere a chi ci sceglie ma non può raggiungerci di ricevere i libri direttamente a casa e sostenere così una libreria indipendente. Ci capita anche, periodicamente, di soddisfare i desideri di qualche nonna che vive all’estero e si rivolge a noi per i regali per i propri nipoti. Un episodio del genere risale a pochi giorni fa, quando via Instagram una cliente di Amburgo ci ha chiesto il poster del ventennale di Topipittori (a suo dire, non poteva restare senza!). Naturalmente l’abbiamo subito accontentata facendole pagare solo il costo dell’invio.

9. Rimanendo in tema vendite, sapreste dirmi quali libri avete venduto di più dal 2021 a oggi e cosa ci raccontano di interessante su di voi, il vostro spazio e chi lo frequenta?

Tra i più venduti sono sicuramente gli illustrati, senza distinzione per età, a fare la parte del leone, forse perché il bisogno di bellezza e immediatezza è diventato molto forte in un’epoca satura di “inquinamento” di parole e immagini incolte. Sì, siamo convinti che sia proprio la bellezza a rispondere e a curare. Altrettanto venduti sono anche quei romanzi le cui storie affrontano temi difficili, spesso riproposti nei gruppi di lettura. Abbiamo numerosi clienti appassionati di montagna (e che da noi trovano i bellissimi titoli di Monterosa Edizioni) e questioni ambientali, quindi vendiamo molto di legato a questo. La libreria è frequentata da persone attive, che coltivano le più svariate passioni, dalla scuola alla natura all’arte, e di conseguenza gli acquisti spaziano molto.

10. Qualche esempio di titolo nello specifico?

Tra gli illustrati per adulti si sono venduti benissimo Platero y yo di Else Edizioni, un libro artigianale con serigrafie stupende inserite a portafoglio nel volume, e Ancora poche lune di Nuages, un leporello lungo circa sei metri illustrato da Nicola Magrin; per i bambini, invece, l’albo Paesaggi perduti della terra di Ippocampo, una vera e propria esperienza di meraviglia per l'intelligenza curiosa dei ragazzi. Nella narrativa un libro che abbiamo venduto molto è Cronorifugio di Gospodinov (edito da Voland), che ci parla di memoria e dimenticanza in modo davvero geniale.

11. Disponevate di quasi tutto il catalogo Topipittori prima ancora di diventare ufficialmente Casa dei Topi: oltre alla cura grafica, cosa apprezzate tanto della nostra casa editrice? Quali titoli da noi pubblicati amate particolarmente e ritenete irrinunciabili (escludendo il già citato Che cos’è un bambino di Alemagna)? E perché?

Topipittori ci ha sempre affascinati per l’evidente consapevolezza alla base di ogni scelta, è una casa editrice che non sottovaluta mai l’intelligenza del lettore: lo racconta bene Giovanna nel suo Fuori da noi (cose piante città), pubblicato da Nuova Editrice Berti, una sorta di scrigno segreto dove potersi ritrovare e confortarsi ogni volta, un lessico famigliare per ciascun lettore. Tra i libri che più amiamo non possono mancare L’angelo delle scarpe di Giovanna Zoboli e Joanna Concejo, che è poesia pura; La volpe e il polledrino di Antonio Gramsci e Viola Niccolai, un tenerissimo racconto che l’autore scrive al figlio Delio dal carcere, una chicca che è stata per nostra fortuna recuperata ed egregiamente illustrata; La zuppa Lepron di Giovanna Zoboli e Mariachiara di Giorgio, che abbiamo portato anche a scuola e i piccoli hanno poi voluto scrivere delle lettere speciali a Giovanna per parlare col signor Lepron in persona; e ancora l’elegantissimo Il re nudo di Hans Christian Andersen e Albertine e il raffinatissimo Le fate formiche di Shin Sun-Mi. Potremmo continuare a lungo.

12. Per una libreria indipendente è fondamentale, oltre alla cura delle relazioni, la comunicazione. Come gestite questo aspetto tra sito, profili social, newsletter?

Siamo dei factotum con entrambi alle spalle esperienze lavorative nell’ambito della comunicazione, grazie alle quali abbiamo sviluppato sufficienti competenze per gestire autonomamente il sito e i canali social (anche se non siamo mai pienamente soddisfatti di quanto riusciamo a fare). Oltre a questi canali, inviamo mensilmente una newsletter con l’ormai famoso Calendarione, che in una sola occhiata offre una panoramica dell’intero mese (circa una decina di eventi in media), e i vari approfondimenti. In libreria i clienti trovano sempre le locandine stampate delle varie iniziative, così da poterle fotografare e condividere con gli amici. Ai clienti che se le sono conquistate riserviamo anche delle coccole speciali: o meglio, sappiamo che ad alcuni di loro fa piacere ricevere un invito individuale, un memo per non perdersi un incontro o l'arrivo di un titolo che aspettavano da tempo, e così quotidianamente inviamo messaggi via WhatsApp. Accade anche, alle volte, che dei clienti con i quali abbiamo instaurato ormai un rapporto di fiducia e stima reciproca ci suggeriscano autori con cui organizzare presentazioni. Insomma, è proprio un gran bel lavoro questo!

13. Ogni mese sul sito consigliate alcuni titoli, ma quali sono, invece, quei libri che consigliereste tutto l'anno a chiunque? I vostri sempreverdi della letteratura, per così dire.

Ci sono dei libri che sono semplici e immancabili, come un buon pane: ogni bambino prima o poi dovrebbe gustare una storia di Astrid Lindgren, Emil ad esempio, o sentirsi raccontare Pinocchio di Collodi (magari con coscienza della favella toscana). Tra i libri verdissimi per gli adulti proponiamo spesso Rapporto al Greco di Kazantzakis (Crocetti), che sa parlare di terra e di luce come nessun altro ed è ingiustamente misconosciuto, e un qualsiasi titolo di Bruce Chatwin (Adelphi), che con eleganza e freschezza ha fatto del vagabondaggio uno stile di vita.

14. Nel descrivere il vostro spazio avete parlato di identità anomala, a cui possiamo ascrivere anche la sua doppia natura: libreria e al contempo bistrot.  La cura, l’attenzione e la passione che vi guidano nella selezione di libri contraddistinguono anche le vostre scelte da ristoratori? Se sì, in che modo? Ci sono tra le bevande e i piatti che offrite dei cavalli di battaglia?

Sì, anche qui ci piace vagare, ci spostiamo geograficamente e tematicamente in base ai libri di quel determinato
periodo o degli eventi ai quali è abbinata una serata. Abbiamo fatto serate con degustazione di piatti
latinoamericani o messicani, perché in quella settimana si parlava di Cortázar o di Frida Kahlo o abbiamo proposto
degustazione di piatti cucinati con i fiori per la presentazione di un libro sulla cucina vegetariana. Ecco, il bistrot
non disdegna di proporre un tagliere di formaggi con miele e affettati misti, ma ha molta cura di avere sempre una
buona scelta di piatti vegetariani.
 

15. Che percorsi formativi e quali esperienze lavorative hanno preceduto la vostra carriera da librai?

Ci siamo conosciuti da ragazzi, e siamo partiti entrambi, dopo il liceo, dal teatro. Io, Laura, lasciata la strada della filologia iranica, sono entrata in un gruppo di teatro antropologico italo-argentino, che mi ha poi portata a diventare traduttrice dallo spagnolo (in particolare di poeti e prosatori argentini, come Juan Gelman e Haroldo Conti); nel frattempo ho anche insegnato per quasi vent’anni e curato la comunicazione per vari enti. Stefano, invece, si è laureato in filosofia estetica al DAMS, si è dedicato alla ricerca antropologica viaggiando a lungo in Latino America, e ha acquisito anche forti competenze in comunicazione, che tuttora insegna.

16. C’è una cosa che, di pancia, vi piace proprio tanto dell'essere librai e una che vi piace decisamente meno?

Ci piace tanto parlare di libri e far appassionare gli altri che ci ascoltano, molto meno sentirci alieni nei confronti di chi trova “strana” la nostra presenza.

 17. Concludiamo con una buona ragione per cui tutti, prima o poi, dovrebbero venire a conoscere voi “asinelli” e la vostra libreria.

Per godere di un momento fuori dal tempo, in cui rilassarsi e scoprire cose belle.