Il campanellino d'argento di Maria Lai e Gioia Marchegiani, è uno di quei libri di lungo corso, che continua a raccogliere interesse e che per questo si trova a essere al centro di eventi, a ormai a più di un anno dalla pubblicazione. Il 25 novembre, alle 17, presso la Biblioteca Attiva di Ariccia, in via Flora 3, sarà inaugurata la mostra delle tavole originali di Gioia Marchegiani e il 27 novembre, alle 16.45, sarà presentato il libro, seguito da un laboratorio di tessitura.
[a cura di Start Associazione Culturale]
«Non ho una definizione di arte. Non risponde a nessuna logica il più grande mistero del mondo. Per rispondere a questa domanda ho tentato la via delle metafore, ho raccontato fiabe.» Ma «Le parole sono di tante lingue, le religioni di tanti popoli, la scienza di tanti tempi storici, solo l’arte è una per tutti i tempi e per tutti gli esseri umani» e per arrivare a questo «abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti nell’incontro con l’opera, per poi ritrovare l’opera da soli».
Il pensiero e l’arte di Maria Lai sembrano essere una traduzione poetica della scommessa educativa che da cinque anni portiamo avanti in un piccolo paese dei Castelli Romani, ad Ariccia, dove tra l'altro Maria Lai ha insegnato per due anni nella scuola primaria. Odac, Officina didattica per l’arte contemporanea, è un percorso progettuale che nasce con due grandi obiettivi: la realizzazione di un Museo di arte contemporanea e l'apertura di una Biblioteca Pubblica, specializzata in libri illustrati, che possa essere luogo di mediazione ed educazione al linguaggio visivo. La Biblioteca Attiva di Ariccia è nata nel 2014 negli antichi Stalloni Chigi: biblioteca pubblica a tutti gli effetti e attiva perché sono le azioni culturali a formare il fondo pubblico librario, permettendo così una crescita costante e coerente della Biblioteca, che vada di pari passo con la crescita di chi la vive.
La più grande azione culturale è Diario di un viaggiatore nella propria città: un progetto di educazione ai linguaggi visivi contemporanei che accompagna il percorso scolastico a partire dalla scuola dell’infanzia per proseguire nei cinque anni della scuola primaria e nei tre anni della scuola secondaria di primo grado. Ogni alunno e ogni alunna segue dunque il percorso per nove anni consecutivi. La biblioteca è così diventata una vera e propria aula scolastica, riconosciuta e formata dalle attività dei cittadini più giovani. Ogni mattina una o due classi delle scuole del territorio varcano la soglia della Biblioteca: bambini e bambine, ragazzi e ragazze si tolgono le scarpe e iniziano la loro avventura; nel pomeriggio è aperta come luogo di prestito, di studio, di ricerca, di ritrovo. Sono proprio loro, quei giovani cittadini, a tornare e a essere l'anima di quella Biblioteca così profondamente loro.
Non si creda però che l'intenzione di Biblioteca Attiva sia quella di relegare lo straordinario patrimonio dei libri illustrati solo all'infanzia: convinte che i bei libri siano di tutti, l'obiettivo che ci proponiamo è quello di scardinare i preconcetti, aprire le categorie e pian piano, tutti insieme, costruire uno sguardo nuovo. Da Gennaio 2018 Start gestisce anche l'apertura pomeridiana della Biblioteca fino ad allora affidata al Consorzio Bibliotecario dei Castelli Romani. Due bibliotecarie piene di passione sono entrate a far parte del gruppo, hanno catalogato l'intero fondo pubblico librario ed è nato il Catalogo online; ha così preso avvio anche la ProgrammAzione Culturale della Biblioteca, una serie di appuntamenti con le più importanti realtà legate all'editoria e all'illustrazione, appuntamenti aperti a tutti che sempre di più dimostrano come sia vincente l'idea di un pubblico vario, che non releghi la cultura in fasce d'età o in qualsivoglia categoria ma che anzi trovi stimolo e valore nelle diverse esperienze di ciascuno.
Prima dell’arrivo dell’arte contemporanea, quindi, in un territorio poco preparato ad accoglierla, abbiamo investito sull’educazione. Prima di creare un Museo abbiamo aperto una Biblioteca come luogo educativo di immagini, di narrazioni, di metafore visive, in cui trovare strumenti necessari con cui leggere il contemporaneo passando per quei veicoli poetici che sono gli albi illustrati e i libri senza parole. Perché, come diceva Maria Lai, «La vista non è ancora sguardo, è natura animale. Lo sguardo è costruzione umana, artificio, come la parola, la scrittura e ogni forma d’arte».
L'incontro con Gioia Marchegiani è di quelli che ha in qualche modo a che fare con il destino. Ci siamo incontrate la prima volta nel 2015 a Più libri, più liberi. Noi eravamo lì per presentare un progetto di ricerca sui linguaggi visivi, lei era con Cristiana Pezzetta e l'associazione Semidicarta, il loro libro appena pubblicato in mano. Tra uno scambio di idee e l'altro scoprimmo di avere tantissimo in comune, passammo un pomeriggio a chiacchierare, ci scambiammo biglietti da visita e riferimenti e poi, come spesso accade, ci perdemmo di vista. Fino a pochi mesi fa quando trovammo una sua mail in cui ci raccontava del suo legame con Ariccia e che avrebbe avuto piacere di portarci i suoi libri in Biblioteca. Noi eravamo nel pieno della progettazione del nuovo anno di Diario di un viaggiatore e stavamo proprio lavorando su Maria Lai, scegliendo le opere da mostrare, tra mille dubbi ma con la certezza de Il campanellino d'argento: un albo complesso, con tante chiavi di lettura, in grado di dialogare con una grande artista, di quelli di cui abbiamo bisogno per il nostro lavoro.
Da quest'anno, il libro fa parte del percorso educativo ed è entrato a far parte del fondo pubblico della Biblioteca. Gioia Marchegiani sarà con noi con le tavole originali del libro in un doppio appuntamento: domenica 25 Novembre per l'inaugurazione della mostra e martedì 27 per la presentazione del libro con un laboratorio sulla tessitura.
Il campanellino d’argento è una testimonianza preziosa del potere visivo e narrativo dell’albo illustrato, una cucitura importante tra sguardo e pensiero, un veicolo speciale per conoscere l’arte intensa e profonda di Maria Lai ma anche per indagare il legame nascosto che c’è tra arte e vita.