È uscito quest'estate e ha avuto un grande successo: parliamo di Rimanere sul sentiero. Note naturalistiche per escursionisti felici della zoologa Elisabetta Tosoni che lo ha presentato a giugno qui. Oggi vi proponiamo il racconto di come è nato il libro da parte di chi l'ha illustrato, Elisabetta Mitrovic.
[di Elisabetta Mitrovic]
Le mie prime passeggiate in montagna le ho fatte da piccola, quando attraversavamo le montagne della Slovenia per raggiungere la città del mio papà, Smederevo in Serbia. Ho avuto la fortuna di avere un papà molto giovane che mi ha trasmesso la passione per la natura e le esplorazioni. Non siamo mai stati dei grandi camminatori, ma siamo stati tanto ad aspettare sotto un albero, sdraiati su un prato, seduti sulle rive del fiume, su in montagna per guardare il cielo. Aspettare che la natura facesse cose.
Penso che mi sia stato trasmesso il valore della meraviglia, soprattutto attraverso lo sguardo di mio padre, per la vita selvaggia, per la bellezza del nostro pianeta. Così è stato con i miei compagni scout, i miei compagni di studio all’università e in fondo è quello che faccio ancora oggi, da sola o in compagnia.
Oggi vivo in una casa nel bosco di Oriolo Romano, dove la frase più pronunciata da tutti i componenti della mia famiglia è “Corri, vieni a vedere!”. Un cerambicide sulla finestra del salotto, un toporagno che zampetta nel corridoio, una cinciarella entrata in cucina, il picchio verde che mangia i nostri cachi, una martora sopra la quercia che litiga con le cornacchie per rubarsi i cuccioli di scoiattolo (quella volta andò bene per gli scoiattoli, e probabilmente i piccoli di martora hanno dovuto aspettare un po' per mangiare).
Questo succede anche durante i nostri viaggi e le nostre esplorazioni in montagna. Vediamo un sacco di cose. Non credo sia perché siamo fortunati, ma semplicemente perché sappiamo dove e quando aspettare, sappiamo dove guardare. In fondo ci piace coltivare la meraviglia, quel sentimento vivo e improvviso di ammirazione, di sorpresa, che si prova nel vedere, udire, conoscere cose nuove, strane o comunque inaspettate.
Ecco, questo è quello che cerco di trasmettere e raccontare attraverso i miei disegni. Lo faccio anche quando porto adulti e bambini a disegnare per boschi, paludi, spiagge.
Per realizzare Rimanere sul sentiero ho camminato e aspettato tanto, sulle montagne abruzzesi, quelle del Gran Paradiso, quelle slovene, quelle Trentine, le foreste Casentinesi.
Con Elisabetta volevamo creare uno strumento per imparare a guardare. Anche questa volta ho utilizzato le fotografie per dare un valore grande al reale, come base su cui costruire anche un immaginario.
Con il mio lavoro cerco di contribuire alla alfabetizzazione naturalistica di bambini e adulti, dove la fauna la flora gli ecosistemi abbiano nomi specifici e non generici, una conoscenza profonda, ma anche emotiva che permetta di entrare in relazione con ciò che ci circonda e ci sostiene. Per questo motivo in ogni pagina c’è un invito a disegnare insieme a me.
Il lavoro con i bambini diventa interessante quando l’insegnante o il genitore si mette come loro pari in una posizione di ricerca. I miei giovani colleghi, così mi piace chiamare i bambini che vengono a disegnare con me, diventano sperimentatori insieme a me di osservazioni e di disegno.
Sono convinta che portare il disegno naturalistico (a scuola, nei parchi e contesti educativi informali) come proposta didattica e metodologica contribuisca a promuovere un atteggiamento scientifico del bambino e diventi un motore di apprendimento, che offre strumenti di approfondimento delle scienze naturali attraverso esperienze dirette. Inoltre, il disegno che nasce da osservazioni in natura aiuta la memorizzazione e incrementa l’attenzione, andando oltre l’idea di disegno come attività ludico-ricreativa o artistica, ma come linguaggio universale che aiuta a incentivare la curiosità e lo spirito di osservazione del mondo naturale.
E poi c’è una cosa a cui tengo molto, anche in questo caso, come nel primo libro In riva al mare, il tema della conservazione degli ambienti naturali è la nostra priorità: far conoscere, ma soprattutto rafforzare un legame di collaborazione e sussidiarietà tra le aree naturali protette e le scuole o famiglie presenti nei territori, unite per promuovere la conservazione della natura. Conoscere a fondo un luogo e i suoi abitanti, è il modo migliore per imparare ad amarli e rispettarli, creando fin da piccoli una coscienza ecologica per capire quanto la natura sia importante proprio per la nostra sopravvivenza.