[di Monica Giovinazzi e Gisella Persio, Collettivo d’arte L’Albero delle Farfalle 2020]
Vi raccontiamo il nostro sogno dedicato all'infanzia. Una caccia al tesoro tra i materiali scartati e dimenticati che con mani cervello e cuore trasformiamo in oggetti e libri. Siamo il Collettivo d'arte l'Albero delle farfalle 2020. Occhio alla data. Scegliamo temi e personalità che ci toccano, mettiamo le mani in pasta e lanciamo nel mondo oggetti d’arte unici e irripetibili.
Gli ingredienti sono: accostarsi al tema con rispetto e curiosità, ricercare documenti e testimonianze con rigore e metodo, recuperare materiali che abbiamo custodito nel tempo, allenando lo sguardo e la mente ad un loro utilizzo diverso, dando valore alla varietà e alle caratteristiche di ogni carta, stoffa, colore, ritaglio; trasformare con le mani quello che c’è a disposizione in quello che serve, scegliendo materiali, colori e tecniche in armonia e coerenza con il tema dell’opera, per creare il perfetto imperfetto e lasciarlo volutamente incompiuto.
Il risultato è un dispositivo semplice nella sua complessità fruibile a livelli differenti e per questo adatto ad ogni età.
Gioco Continua tu.
Viviamo in un tempo di trasformazioni e di nuove domande. Nuovi sogni appesi a fili di palloncini rossi in ascesa. E quelli di ieri e di ieri l'altro e di un lontano lontano? Caduti dispersi rotti, dimenticati in soffitta o stratificati in cantina. O semplicemente consumati. Non importa, noi li raccogliamo e con questi avanzi apparecchiamo un banchetto per le bambine ed i bambini di ogni età. Nasce una mostra d'arte dedicata all'infanzia.
Libro scenografico con tele, cortecce e colori.
I barattoli con sorpresa e gli arazzi letterari.
«L'arte crea mondi. Seduce. Conduce con sé», dice il filosofo Salvatore Natoli. Un viaggio di tutti i sensi nello stupore. Per portare in evidenza qualcosa d'intravisto e andargli incontro con curiosità. Esplorando il presente con uno sguardo al passato, cambiando prospettiva senza paura del disequilibrio, diventando giganti a passi piccolini.
Stupore. Gioco. Poesia.
I nostri oggetti sono libri, arazzi, barattoli e scatole gioco, assemblaggi interattivi, scenografie narranti, tappeti giardino, telai, e chissà cos'altro. Sono pezzi unici fatti a mano. I messaggi in bottiglia, per esempio, sono una serie di 30 pezzi ma uno diverso dall'altro.
I messaggi in bottiglia.
Elogiano la delicatezza: dopo un tempo plastico liscio e scaraventabile, la fragilità della carta per affidare all'infanzia la cura dell'oggetto ed introdurre al tema della sua deperibilità. E l'imperfezione: sono non-finiti, scuciti e sovrapposti, colorati insolitamente e fuori bordo. Ci piace disinibire le forme e sbizzarrire i colori. Usiamo la nostra bambinitudine allo stato puro. Un coraggio per niente scontato e che si impara lentamente, - ahimè - spesso negato.
Segnali distribuiti lungo il percorso della scoperta; suggerimenti discreti ovvero capaci di mantenere un segreto (Il tappeto giardino). Niente svelamenti e messaggi definiti ma domande che spalancano finestre ad altre domande.
Oggetti insoliti e originali per attivare codificazioni individuali e fantasiose per ampliare il personale spazio immaginifico e poetico, ma anche strumenti filosofici, per allenare il pensiero; distillati di senso; stratificazioni che possono essere visitate verticalmente: come la serie dei Piccolini che hanno storie nelle storie.
I Piccolini.
E non solo. In gioco ci sono tutti i sensi. Vado è un libro tattile. Il testo è in nero e in Braille per una totale inclusione delle persone alla fruizione dell'opera d'arte. Il testo dialoga con le pagine creando un percorso che integra parole e materia.
Il libro Vado.
Parole che ramificano in direzioni impreviste e hanno radici antiche e collegano culture (Il bosco). Sempre con attenzione al linguaggio di genere, e ad inserire etimologie e parole rare portatrici di ricchezza intellettuale. La nostra è arte in azione, è un segnale forte che insegna ad avere cura delle cose, a preservare la memoria ad andare contro il consumismo, ad attivare circuiti emotivi. Come l'assemblaggio i Sogni nel cassetto: un focus sulla riconquista del particolare, spazi ridottissimi per mondi infiniti.
Ma anche grandi installazioni: iTelai di arte partecipata e collettiva per esplorare i margini dell'agire, attivare sinergie e accantonare il protagonismo. Oggetti/gioco, dunque, che invitano ad inventare, ad andare oltre ed integrare quello che viene dato. Un incipit alla poiesis, al fare. Lontano dai cliché di moda del momento. Tutti i nostri oggetti sono volutamente upcycling. Per noi una chiave di lettura della realtà e una scelta che implica attenzione e rigore.
Per l'uso dei materiali consapevole ci vuole un allenamento dello sguardo e una pratica delle mani. Per questo siamo instancabili operaie. Venite a trovarci e mettete le mani in pasta con noi, o invitateci a tenere un workshop verremo sicuramente! Qui siamo con le/gli studenti al Dipartimento di Scienze della Formazione – Università degli Studi Roma Tre.
Un passaggio di saperi che spesso non è roboante ma discreto e sussurrato da persona a persona. Dando fiducia e valore a quel non so che che s'incontra per caso. E come incomparabilmente Italo Calvino scrive ne Le città invisibili: «L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.»
Il primo appuntamento con Avanzi di un mondo di sogni sarà il 4 marzo al Teatro del Lido di Ostia. Seguite l'itinerario della mostra sul nostro sito oppure su Facebook.