Qualche giorno fa, parlando di W la libbertà, di LuisaMattia, abbiamo scritto che le strade che sanno prendere i libri sonoimprevedibili. Alcune, poi, più imprevedibili di altre. In questo caso,capita di rimanere invariabilmente sorpresi. Si ha l'esatta misura,in queste situazioni, di quanto gesti, idee, pensieri individuali,una volta nel mondo, abbiano conseguenze forse inimmaginabili, peròmolto concrete. Questo dà soddisfazione, ma certamente mette difronte al peso e alla responsabilità del proprio operato. Perché come Pinocchio,perfetto rappresentante della categoria - povero, ingenuo, stupidino,vestito di niente, ma baldanzoso, appassionato e allegrissimo -hanno le gambe che fremono di mettersi in strada. La strada in questocaso speriamo sia fortunata e prodiga di incontri generosi: perchéchi deciderà di acquistare questo libro fatto con le 999 storiescritte e disegnate dai bambini, parteciperà alla raccolta di fondipromossa dalla Fondazione Nuovo Ospedale Alba-Bra,con specifica destinazione alla realizzazione del repartodi pediatria, un'iniziativa di cui avevamo già parlato qui. Sututta l'iniziativa, invece, trovate dettagliate notizie qui. Le foto diquesto post si riferiscono alla serata di presentazione del progetto999 storie sull'amore, tenutasi ad Alba la seradel 22 novembre. Grazie a Giordana Piccinini, dell'associazione Hamelin,che ci ha permesso di pubblicarne alcune.
Quando abbiamo cominciato a pensare a questo libro, Nove storiesull'amore, che ci è stato chiesto da Elisa Miroglio per ricordare sua madreGabriella, non avrei mai potuto ipotizzare che, come è accaduto qualchegiorno fa, una platea di un centinaio di insegnanti, attenti e silenziosi,mi avrebbero ascoltato leggere questi racconti. Né che queste storie,poi, sarebbero state il punto di partenza per un lavoro collettivo diriflessione e libera invenzione, attraverso scrittura, disegno collageeccetera, sul tema dell'amore: collettivo perché vi sono coinvoltiqualche centinaio di bambini che nel 2012 vi si dedicheranno con impegnoa scuola, per molte settimane, sotto la guida dei loro insegnanti. Néche questi disegni, questi scritti, poi, a loro volta, diventeranno unlibro, e che questo libro una volta realizzato se ne vorrà andare perconto suo, come fanno i libri e i ragazzi, che non c'è verso di farlistare a casa, con chi li ha fatti.
Quando qualcosa che si èfatto, come autori, come editori, entra così esplicitamente nellevite degli altri, sempre così enigmatiche e affascinanti a chiunqueesse appartengano, quello che proviamo è qualcosa fra lo stupore,la meraviglia e la commozione. È stato sempre così, sia per me siaper Paolo sia credo, oggi, per Valentina. Lo sconcerto di rendersiconto che quello che si è fatto in modo solitario, attraverso tantidubbi, rischiando, divertendosi, osando, poi, a un certo punto (loscopri ogni volta, anche se dovresti saperlo già da un pezzo, ma inverità non lo metti a fuoco mai), diventa qualcosa che appartieneagli altri. Altri, sconosciuti ma presentissimi, che lo usano, lovedono, lo raccontano in un modo che mai avresti sospettato.
No, dico, non è incredibile?