... e non so perché

Avrei detto che Giorgia non si spaventasse di niente. Durante il corso Progettare Libri a Sàrmede, nel giugno scorso, abbiamo dedicato un pomeriggio (a dire il vero piuttosto freddo) al disegno en plein air nella Piana del Cansiglio, favoloso catino di pascoli circondato da una corona di boschi. In quell’occasione, avevo proposto un esercizio, battezzato “I cento passi”: ogni allievo estraeva a sorte un numero da 1 a 100; il numero estratto era quello dei passi che avrebbe dovuto fare, partendo dalla soglia del rifugio, prima di fermarsi e disegnare quello che vedeva, per poi ripartire, fermarsi e disegnare di nuovo e così via, per 15 volte. A Giorgia toccò in sorte il numero 1: un passo, un disegno; un altro passo, un altro disegno; un terzo passo, un terzo disegno. Io ridacchiavo sotto i baffi, gongolando all’idea della fatica che avrebbe fatto a eseguire il compito. Invece, per sera aveva finito il suo libro di pieghe nel quale descriveva questa sua peculiarissima esperienza, lasciandomi lì “zuto come un chiocciolone”. Leggendo il suo post, mi rendo conto che anche una donna d’acciaio può far fatica. Complice un cosino di nome Giulia.
 
 
Un ghiacciolo nelle pause
[di Giorgia Atzeni]
 
Ho trovavo il compito a casa del corso Progettare Libri, frequentato a Sàrmede nel giugno 2015, piuttosto difficile, anzitutto perché rientrando dal corso ho dovuto conciliare il mio limitatissimo tempo libero con la concentrazione necessaria per lo svolgimento degli esercizi. Per molto tempo la plaquette è rimasta arrotolata dentro il tubo in cui ha viaggiato dal Veneto alla Sardegna. Mi sono ritagliata alcuni spazi pomeridiani, utili quasi come una cura ricostituente, chiedendo a mio marito moltissima collaborazione per intrattenere mia figlia Giulia: loro si sono diretti sempre o quasi al Poetto (la Copacabana cagliaritana); io mi sono accontentata del ghiacciolo nelle pause tra un collage e l'altro.
 
 
Quando devo illustrare un racconto, lungo o breve, come in questo caso, lo leggo ripetutamente sperando nel mantra ispiratore; solitamente mi soffermo su alcune parole e cerco di metterle a fuoco nella mia mente. Il mio approccio è sempre (purtroppo) molto didascalico e difficilmente mi distacco da una traduzione pressoché letterale del testo in immagini. E anche questa volta non ho avuto nessuna idea brillante, come per esempio quella di Cecilia che ha immaginato il gruppo PL1 alla Tipoteca alle prese con refusi, caratteri, casse e compositoi. [vedi questo post, NdR
 
 
Così ho pensato di raccontare per sequenze passato, presente e futuro del vecchio eccentrico milanese, il protagonista un tempo appassionato collezionista. Ho iniziato illustrando la scena dell'uomo fermo davanti alla libreria del centro: lui visto di spalle coi suoi due cani osserva la vetrina piena di volumi. Ho proseguito con le scene mancanti: il passato e il presente dell'uomo. Dunque, nell'ordine di lettura la narrazione passa dalla vecchia casa occupata da un giovane e ordinato collezionista di opere d'arte, a un finale in cui si visualizza la nuova casa del vecchio disordinato che, strappate le pagine del libro appena acquistato, ne recupera la copertina, corrispondente al soggetto già presente un tempo nella sua collezione di originali. Egli inaugura così la nuova “pinacoteca di multipli”, di valore estrinseco marginale ma di forte impatto emotivo.
 
 
Devo dire che quando ho lavorato al secondo racconto ero molto più stanca e non ho pensato a una vera e propria storia. Inoltre il protagonista, giovane e apprensivo, mi è sfuggito totalmente. Ho voluto accennare al Duomo di Pavia, provare a segnare i profili dei due anziani e poi non ci ho capito davvero più niente così, senza nesso, sono arrivata alla caduta del giovane ansioso in mutande... e non so perché.
 
Più in generale, ho avuto terrore di iniziare i collage direttamente sui fogli originali che avrei poi unito nel volumetto. Non ho ripetuto nessuna immagine, quelle che avete visto sono i collage definitivi. Infine, mi sono fatta coraggio e ho aggiunto anche altre pagine che poi ho legato insieme con la macchina da cucire.
 
Ciò che mi è piaciuto di più dell'esercizio è che mi sono davvero esercitata e non lo facevo da anni.
 
 
Questo fine settimana ci sarà una versione compatta di Progettare Libri a Cagliari. Ma il corso vero e proprio sarà a Sàrmede dal 4 al 9 luglio 2016. Tutte le informazioni qui.
 
Potete leggere i post in cui Laura Pagan, Cecilia Campironi e Valeria Montemagni raccontano la proprie esperienza con Esercizi 2, il compito a casa assegnato dopo il corso, qui, qui e qui.