FIABE Fate Incantesimi Amori Bambini Eroi

[di Monica Monachesi e Giuseppe Braghiroli · OfficinaFantastica]

FIABE, il progetto di promozione della lettura dell’I. C. Traversetolo finanziato attraverso il bando “Leggere crea indipendenza” di Fondazione Cariparma e con il contribuito del Comune di Traversetolo (PR), si è svolto dal 18 gennaio al 20 maggio assieme a 330 bambini e bambine. Ideato e curato da OfficinaFantastica, è stato realizzato in collaborazione con Topipittori che ha autorizzato l’uso delle immagini tratte dalle sue pubblicazioni.

«Riconoscere la bellezza di un testo letterario, farla sperimentare ai lettori, soprattutto fin da piccoli, è importante. Di più, è fondamentale, perché il suo esercizio, attraverso la lettura e l’ascolto è pratica viva, rivoluzionaria di pensiero. Le fiabe sono grandi, splendide maestre, in questo», ha scritto Giovanna Zoboli in Fiabe, fulmini, bellezza.

Quest’anno, da gennaio a maggio, per più incontri che duravano almeno due ore, abbiamo letto fiabe ad alta voce. I libri scelti per portare in classe il piacere della lettura erano tre: Alfabeto delle fiabe, La gran fiaba intrecciata, Jole. I bambini erano alcune centinaia: sedici classi, dalla prima alla quinta elementare della Scuola primaria Gabriele D’Annunzio di Traversetolo (Parma), una scuola che investe molte energie per conquistare le risorse che le permettano di offrire ampliamenti didattici in vari ambiti disciplinari.

A ogni incontro di questa “pratica viva” abbiamo portato in aula i libri della biblioteca scolastica acquistati per il progetto, senza mai dimenticare un'altra presenza importante: un tavolo. Questo perché a ogni lettura seguiva l’atelier di stampa e disegno: pagina dopo pagina ognuno costruiva il proprio libro, con molte illustrazioni, per realizzare le quali un tavolo in più, oltre alla cattedra libera, si imponeva.

Mentre scrivo, mi scorrono nella memoria volti, mani, voci e disegni bellissimi: è stato un progetto lungo, variegato, pieno di prove, anche “per il cuore”, un progetto che a tutti ha lasciato qualcosa di bello, conquistato lungo un cammino emozionante e gratificante.

Le parole delle fiabe emozionano, creano empatia, sorprendono, incoraggiano, illuminano se le ascolti, proprio come lascia immaginare l’illustrazione di Arianna Vairo per Jole che ci è parsa icona perfetta del nostro progetto FIABE: Fate Incantesimi Amori Bambini Eroi.

Ma da dove siamo partiti, qual è stata la scintilla da cui tutto è nato?

È stata Beatrice Solinas Donghi, perché questo percorso è nato mentre ricorreva il suo centenario e si è svolto nel ventesimo compleanno dell’editore che ha riportato ai lettori le fiabe e la ricerca sulla fiaba di questa grande autrice e studiosa, in libri di una bellezza che rapisce e che rinuncio assolutamente a descrivere in poche righe. Per chi vuole approfondire, quiqui e qui.  

Fiabe Incatenate mi ha fatto l’effetto di un turbine magico che ancora mi fa ondeggiare (F come Fate dell’acronimo viene proprio da Fate in gabbia, una delle nove fiabe incatenate), però, alla fine, abbiamo scelto la storia di Bella che perde l’anello, protagonista di La gran fiaba intrecciata che ha dato origine a tutto il nostro percorso.

Nel caos iniziale della progettazione, la qualità estetica del libro è stata una fonte di ispirazione incredibile. Con la ricchezza del testo e le illustrazioni geniali di Irene Rinaldi ci siamo trovati dinnanzi a una parata di figure e accadimenti meravigliosi: castelli incantati, streghe-bottegaie, drappelli di fratelli briganti, mense imbandite, re piagnoni, velieri su orizzonti polari, serpenti di mare a matasse e poi Aquile-Grifo per volare e dialoghi d’amore tra fronde blu di mare. Non senza malefici, perfidie, ingiustizie, gabbie di vario genere. Un materiale narrativo da perderci la testa.

Avevamo in mente di far sperimentare modi diversi di creare le immagini, volevamo portare sorpresa, curiosità, voglia di fare, stimolando l’espressione personale. Così abbiamo organizzato un percorso in cui le diversità avessero spazio, pur partendo da una base di partenza uguale per tutti che abbiamo realizzato lasciando ampi spazi di intervento per i ragazzi, ovvero delle lacune da colmare, cioè qualcosa che era perduto e si voleva ritrovare superando delle prove, proprio come di Bella in cerca del suo amore.

Quindi il nostro motto è stato:

A ogni incontro, per prima cosa abbiamo letto ad alta voce e ognuno poteva seguire la lettura sul proprio libro. Viaggiare insieme a Bella, attraversando mari sconosciuti ci è piaciuto moltissimo e ogni volta interrompere è stato un dispiacere.

Poi ognuno ha realizzato il proprio racconto illustrato, superando varie prove. Abbiamo infilato bottoni, raccolto pasta di ogni formato, evitato scosse mortali, proprio come Bella, disegnando e aggiungendo l’uccellino d’oro filato, perché come fare senza di lui?

E i dodici fratelli briganti? E le tre monete d’oro dei tre capitani di mare? E il regno delle Isole Lontane? C’è tutto nel cofanetto che abbiamo confezionato per raccontare le peripezie di Bella. Ogni volta stampavamo anche una figura, inchiostrando apposite matrici. Questa era la parte del laboratorio che dava più soddisfazione. Poi si definivano piumaggi, fondali marini, manti felini: solo chi ha letto la fiaba può capire quanto sia stato appassionante farlo.

Dipingendo le fronde blu del noce marino, poi, è arrivato il lieto fine.

Spesso abbiamo fatto parlare i personaggi come nei fumetti, in particolare Bella quando era prigioniera di un amore che non era vero. È bastato guardarla dietro le sbarre per capire cosa le dicesse il cuore.

L’ironia e la modernità del modo di raccontare la vicenda di questa ragazza determinata e attenta ai fenomeni del mondo ci ha coinvolti e incoraggiati ad affrontare le difficoltà con buon animo, senza odiare, mettendo sempre prima di tutto la vita di qualunque creatura. Abbiamo attraversato villaggi, deserti, mari sconfinati, regni lontani con regine ruggenti e interi serragli per bestie esotiche (se non sbaglio, Beatrice Solinas Donghi afferma che gli ambienti sono molto importanti per la sua scrittura, e si sente). E dalle cucine reali, altro ambiente fiabesco, abbiamo portato a casa la ricetta per la zuppa stracciatella.

Per le classi seconde abbiamo ideato un libro-gioco in cui si mescolano figure e parole. Il congegno narrativo de La gran fiaba intrecciata è così perfetto che funziona anche se riassunto in poche parole. E poi i bellissimi personaggi ideati da Irene Rinaldi ci hanno fatto appassionare. Col nostro libro si gioca a leggere la combinazione preferita, e dentro ci siamo anche noi, dato che ognuno ha disegnato anche il proprio autoritratto.

A Irene Rinaldi vorremmo dire che ci siamo accorti che nella figura di Bella abbiamo trovato le lettere del suo nome: i capelli si disegnano tracciando in corsivo tante ‘e’; sulla gonna, invece, ci sono tante ‘elle’!

All’incontro conclusivo ci siamo salutati con la musica: Giuseppe ha suonato la chitarra e abbiamo cantato tutti insieme: infatti abbiamo scoperto che esiste, in tutta Italia e in Europa, una ballata popolare: La pesca dell’anello o Il pescator dell’onde., una canzone che parla proprio di Bella e del suo Amore.

Questa che leggete è la nostra versione in italiano; il testo originale l’abbiamo ascoltato in dialetto dall’Orchestra Popolare del Gran Sasso (ma l’ha cantata persino Gigliola Cinquetti, e a ogni interpretazione le melodie variano).

C’erano tre sorelle, e tutt’e tre d’amor

la piccola e la più bella, si mise a remar

la piccola e la più bella, si mise a remar

E dal remar che fece l’anello le scivolò:

volgendo gli occhi all’onde lei vide un pescator

volgendo gli occhi all’onde lei vide un pescator

O pescatore dell’onde vieni a pescar più qua,

ripescami l’anello che m’è caduto in mar

ripescami l’anello che m’è caduto in mar

Se io te lo ripesco che cosa mi darai?

Cento zecchino d’oro e una borsa ricamà

Cento zecchino d’oro e una borsa ricamà

Non voglio né zecchini né borsa ricamà,

voglio un bacin d’amore se tu mi lo vuoi dà

voglio un bacin d’amore se tu mi lo vuoi dà

La gente che ci vede chi cosa può pensar?

Diremo ch’è stato l’amore che ce l’ha fatto far

Diremo ch’è stato l’amore che ce l’ha fatto far

Andiamo dietro alle mura e nessuno ci vedrà

e ci vedrà la luna e le stelle non parleràn

e ci vedrà la luna e le stelle non parleràn.

C’erano tre sorelle, e tutt’e tre d’amor

la piccola è la più bella, si mise a navigar

la piccola è la più bella, si mise a navigar…

Con i più piccolini, invece, siamo partiti dall’ABC, ovvero dall’Alfabeto delle fiabe. A come anello, B come bambino, C come castello. Per prima cosa, abbiamo letto insieme le filastrocche fiabesche di Bruno Tognolini e così, con la musica delle sue parole, abbiamo fatto pensieri fiabeschi. Inchiostrando caratteri tipografici, abbiamo aggiunto le lettere, poi, stampando, sono comparse alcune silhouette colorate di Antonella Abbatiello. Il nostro libro lunghissimo è davvero magico perché se lo pieghi bene si trasforma in un piccolo quadrato. Ad Antonella Abbatiello vorremmo dire che impareremo a usare le forbici per essere bravi come lei.

Con le terze ci siamo preparati a incontrare Silvia Vecchini. L’autrice, ospite del progetto, è venuta a parlarci delle fiabe che leggeva da bambina, a leggerci le poesie di In mezzo alla fiaba per chiederci, poi, di indovinare le fiabe a cui sono ispirate. Ci ha preparato anche alcuni regali, alcune parole-chiave per cominciare a scrivere. Noi eravamo pronti: ognuno aveva con sé il proprio libro realizzato insieme a Jole, camminando sopra e sotto il mondo conosciuto e sconosciuto. Sulla copertina abbiamo immaginato la nostra passeggiata. C’è persino il canarino che sussurra il nostro nome, perché ci ha visti viaggiare insieme a Jole. E Silvia ha messo la sua firma. Ad Arianna Vairo vorremmo dire che ci è piaciuto fluttuare nel suo blu, mentre disegnavamo Jole.

A conclusione del progetto, arrivati alla zeta non avevamo proprio alcuna voglia smettere, perché come scrive Bruno Tognolini in Alfabeto delle Fiabe:

Dopo la zeta non è mai finita

Perché la fiaba è una zucca che sfama la vita.


Così anche la nostra fine è stata un nuovo inizio: con le insegnanti a scuola abbiamo allestito un’esposizione riservata alle classi per mostrare tutto il lavoro svolto, con stendardi disegnati da noi, mappe per navigare in mari sconosciuti, lettere indirizzate al re delle Isole Lontane, oggetti magici modellati a mano: l’uovo di legno, l’uovo d’uovo, la noce.

Per coinvolgere anche i genitori abbiamo organizzato, infine, un incontro in Biblioteca intitolato Ma che cos’è la fiaba? Abbiamo raccontato loro che provando a rispondere a questa domanda siamo finiti in un incantesimo: ci siamo ritrovati a camminare, camminare, camminare… lungo il cammino c’erano prove da superare: disegnare, dipingere, stampare. Ma tre aiutanti magici (La gran fiaba intrecciata, Alfabeto delle fiabe e Jole) erano sempre con noi, tra mille sorprese.

Com’è andata a finire? Che le prove le abbiamo superate tutte con degli aiutanti così. E siccome nelle fiabe il numero tre è quello magico per eccellenza, abbiamo realizzato 330 libri fatti a mano.

Abbiamo cantato e mimato la ballata popolare del Pescator dell’onde e Silvia Vecchini ci ha fatto il dono di rimanere con noi prima di scappare a prendere il treno. È stata una festa che ci ha premiati tutti.

Che belle le scuole che si riempiono di fiabe: così i bambini ci camminano da eroi. Grazie a tutte le insegnanti e gli insegnanti che lo hanno reso possibile.