Il bianco non è solo un pigmento

[di Francesca Zoboli]

Quando i Topipittori mi hanno proposto di collaborare al progetto di una Piccola Pinacoteca Portatile sui colori, realizzata in collaborazione con i Musei Civici Fiorentini, fra i colori che mi sono stati proposti ho scelto il bianco e il nero.

Nella mia personale griglia cromatica, infatti, prima dei colori ci sono due non colori. Forse i primi a essere utilizzati dall’uomo, ottenuti dal carbone e dalla calce. In fondo, il bianco e il nero si nutrono l’uno dell’altro e il modo in cui i pittori sono stati in grado di gestirli ha a che fare con la luce e con l’ombra, che insieme identificano la forma. Così il terzo libro che ho realizzato per la collana PiPPo è sul bianco.

 

Frontespizio.

Nei libri precedenti la scelta dell’argomento e quella iconografica e il modo in cui svilupparle era interamente concepita da me e successivamente Marta Sironi ha scritto i testi sulla base delle mie proposte.

Qui la situazione è  stata completamente diversa, cioè mi sono trovata a lavorare su un progetto generale e su una scelta iconografica compiuta dall’associazione MUSE che cura la sezione didattica dei Musei Civici Fiorentini, nella persona di Valentina Zucchi, curatrice e redattrice dei testi delle Piccole Storie di Colori.

Bozzetti e materiali preparatori.

Doppia pagina definitiva.

Il primo passo, quindi, è stato di identificare i quadri e i temi segnalati dalla curatrice, cercando di capire come reinterpretare le opere segnalate; dopo questa fase preliminare di studio e ricerca necessaria per impostare le illustrazioni sono passata alla ideazione di proposte laboratoriali e attività pratiche da suggerire in concomitanza con le opere proposte.

Questa seconda parte, forse, è stata quella che mi è piaciuta di più, anche perché penso che proprio in questo aspetto stia il senso profondo di tutta la collana.

Bozzetti e materiali preparatori.

Doppia pagina definitiva.

Ho apprezzato il taglio ad ampio raggio che Valentina Zucchi ha voluto dare al tema del bianco, partendo dalle opere astratte di Malevich e Fontana,  passando per angeli e fantasmi, per il bianco dei vestiti e arrivando alla neve e alle nuvole.

Non nego un iniziale spaesamento di fronte a un campo così ampio da dover sintetizzare in poche illustrazioni, ma la sfida mi ha appassionato. Così, per esempio, il taglio di Fontana e la sua idea di “spazio oltre la tela” è diventata l’occasione per far agire fisicamente il lettore sulla pagina, traforandola e bucandola.

Bozzetti e materiali preparatori.

Doppia pagina definitiva.

La neve, invece, ha dato spunto al ragionamento sulle forme simmetriche dei cristalli, partendo da un semplice esagono; il quadrato bianco su fondo bianco di Malevich ha suggerito collages fatti di carte bianche di toni e grane diversi; il ritratto di Clelia Farnese col volto circondato da una gorgiera, ha ispirato un colletto ottenuto piegando la carta e tagliandola ad arte con un paio di forbici; e i bellissimi angeli di Klee serviranno a far immaginare moderni angeli custodi.

Bozzetti e materiali preparatori.

Doppia pagina definitiva.

Chi si aspetta un libro di esercizi cromatici con pastelli e matite rimarrà deluso.

Infatti, questo libro è molto di più: perché il bianco non è inerente solo a un pigmento, ma a materiali diversi, come ad esempio il marmo; a retaggi culturali e storici che lo hanno associato, per esempio, al pulito o al sacro; oppure a significati simbolici come, fra gli altri, lo spazio, l’infinito.

Bozzetti e materiali preparatori.

 Doppia pagina definitiva.

Quello che è qui abbiamo voluto proporre è un vagabondaggio guidato da un colore che ci accompagnerà, al termine del percorso, sull’orlo di una pagina bianca, in cui il vuoto può spaventarci o attirarci per la grande libertà che spalanca, e dove infatti, come allievi di una Accademia di belle Arti,  i lettori sono invitati a entrare con un nostro gesto.

I risguardi con aletta del libro, in cui trovano posto anche i testi in lingua inglese.