Il sorriso di un ippopotamo felice

E chi maiavrebbe sospettato che una ninna nanna, una innocua, semplice, innocenteninna nanna a base di pisolini, plaid, cuscini, lucine, pigiami, ciabattee camicie da notte avrebbe messo in piedi un tale pandemonio? Da unpiccolo errore, paragonabile al celeberrimo battito di ali della farfalladi René Thom, ecco quale uragano siè scatenato. 
Prima due nonni checi scrivono, chiedendoci ragione della scomparsa degli otto ippopotamidalle illustrazioni di Simona Mulazzani, colpevoli di aver tolto ilsonno all'adorato nipotino. 
Poi la confessione ufficiale sul nostro blog,in cui, scusandoci coi nostri lettori, spieghiamo, umiliati, la ragionedella scomparsa dei pachidermi, volatilizzatisi a causa di una distrazionedell'editore. 
Infine, l'ultimocolpo di scena: quest'estate, un po' da tutto il mondo, alla spicciolata,sono iniziate ad arrivarci alcune strane cartoline. Chi ce le ha inviate eperché, lo scoprirete leggendo questa lettera che, ve lo giuriamo sullatesta dei Topi, non abbiamo scritto noi.

Carissima sig.ra Zoboli,

le scrivo questalettera per salutarla, come credo abbiano già fatto tutti i mieicugini durante questa calda estate.
Come ben saprà a causadi quel delizioso disguido avvenuto tra le pagine del vostro libro, nonappena compreso come l’unico divano illustrato fosse stato occupato,noi otto restanti ci adoperammo per trovare una nuova dimora.
Nessuno fu preso dal panico e quasi tutti, all’oggi, hannoscovato una piacevole sistemazione.

Ilprimo, Faust, si diresse verso Francoforte. Appassionato di metafisica(avrebbe dovuto sentirle, quando era in ammollo nella pozza di famiglia,le sue disquisizioni sul perché dell’universo e sull’animadegli ippopotami), là si è iscritto alla facoltà di filosofiae mi dicono abbia seguito con profitto tutti i corsi del primoanno.

Jiri, l’ippopotamo numero due,si trasferì di corsa a Praga. Condivide una soffitta con cinquegargoyle e il mercoledì, il giovedì e il sabato serasuona il sax all’Agharta Jazz club. Occasionalmente, quando uno dei suoicompagni di appartamento è indisposto, lo si può trovare come sostitutosu una guglia della cattedrale di San Vito.


Giovanni, il terzo ippopotamo, ora vive beatamente a Cefalù;si fa chiamare Turiddu e si spancia tutto il giorno di arancinidi riso e granite al caffè. Quando si sente appesantito va a farequattro passi su qualche spiaggia assolata, mostrando a tutti confierezza come un costume rosso a righe larghe stia bene anche achi ha qualche chiletto in più.

DaLondra dovrebbero esserle arrivati i saluti del quarto, Carl. Ora èGran Cerimoniere tra gli animali della Regina; purtroppo non so dirlealtro perché è sempre stato un tipo molto riservato e, d’altronde,vista la sua nuova delicata carica, capirà come questo sisia rivelato un vantaggio.

Ilquinto è Sean, che a New York ha realizzato il suo sogno: hafinalmente aperto un negozio di cappelli. In Africa con qualchepiuma e un po’ di sterpaglie intrecciate riusciva a plasmarecopricapi che avrebbero resa carina e presentabile anche la piùmalconcia delle iene. Proprio ieri mi ha scritto che un suo modelloesclusivo è stato richiesto in gran segreto anche alla Casa Bianca;quindi, se la prossima volta la first lady apparirà finalmente con uncappellino, io e lei sapremo quali siano state le abili zampe che lo hannocreato.

Teresa, la sesta, non è mai stata asuo agio nella piatta savana e, credo, fu la prima a prendere un aereoquando quel giorno se ne presentò l’occasione. Che lei ci creda o no,ora fa la guida alpina sulle Dolomiti, ha aperto una nuova via sul Pelmo(una 7c, a essere precisi, e l’ha chiamata Il ruggito delre), trova funghi come un segugio e mangia a sere alternepolenta concia e ricotta affumicata.

Non ho ideadel perché Achille, il settimo, abbia scelto proprio la Grecia eAtene. In realtà lui è un mattacchione con doti d’avanspettacoloe l’avrei visto bene su qualche palcoscenico d’oltreoceano. Peròc’è da morir dal ridere quando racconta dei suoi scherzi ai piedidel Partenone: si dipinge di bianco e si finge una statua, obbligandoprofessori di greco con scolaresca al seguito e guide poliglottecon ombrellino alzato a spiegare la sua presenza tra le rovinecon fantasiosi racconti epici su una nuova ippopotama divinitàdell’Olimpo (va matto anche per l’ouzo,ma questo rimanga tra noi).

E dunquesiamo giunti a me, che sono Otto, l’ottavo ippopotamo. Vista la cosache le sto per chiedere, e dunque non certo per vantarmi, posso portarlecome referenza la mia attività di redattore capo per cinque anni allaGazzetta del Baobab; ho scritto anche un piccololibercolo intitolato Al mio procedere selvaggio: unasorta di Kerouac per artiodattili, arrivato ormai alla quinta edizione eche ancora oggi furoreggia tra i banchi dei nostri liceali. Mi chiedevo,dunque, visto che a differenza dei miei cugini io non ho ancora trovatoun luogo dove stare, se le potesse interessare un correttore di bozzelì, in ufficio dai Topi. Potrei affiancare Paolo in sua assenza,controllare la sig. ra Mulazzani quando disegna insetti, ma soprattutto,nel caso dovesse capitare ancora qualche piccolo incidente come quellodei nostri mancati otto divani, sarei lì a consolarvi e a ricordarvicome non sia poi così grave: in fondo noi ora siamo otto storie nuovee, decisamente, otto ippopotami felici. E lei non ha idea di quanto sialargo il sorriso di un ippopotamo felice.

È feliceanche Nana, la nona ippopotama, la dormigliona che si accaparrò l’unicachaise longue disponibile. Io credo che ogni bambinoabbia diritto a un buon libro e a una buona notte; quando il buon libroscelto per una buona notte sarà quello dei Pisolini,stia sicura che Nana sarà felicissima di invitare tutti a un molle sonno:come sussurra lei “Buonanotte miei cari”, non c’è nessuno.

Un affettuoso saluto

Otto

PS: Nel caso io fossi a Milano il 2 o il 3 ottobre,troverei qualcuno in viale Isonzo per una visita di cortesia? 45minuti, non di più (così mi diceva mia nonna che di queste cose nesapeva. Non vorrei disturbarvi troppo). Se mi facesse sapere glienesarei grato.
Ancora cordialmente
 o.

La foto che ritrae Otto Ippo, è stata scattatain occasione della su citata visita del 2 ottobre. Otto Ippo, oggi,ha cominciato una collaborazione con la nostra casa editrice. Per orabagna le piante e serve il tè delle cinque (la punta alle matitecontinuiamo a farcela da soli, però, per non umiliarlo). Poi,chissà, se si dimostrerà affidabile, passerà a mansioni dimaggiore responsabilità.