Libri! In difesa del libro, anche digitale

Lewis Carroll, Alice inWonderland.

Daalcuni mesi è in libreria Libri! di Murray McCain e John Alcorn. Un librouscito nel 1962 di cui ci siamo innamorati a prima vista e che abbiamodeciso di riproporre al pubblico, prima di tutto perché ci è sembratoun piccolo capolavoro, e in secondo luogo perché mai come oggi forseè necessario sottolineare l'importanza e la bellezza dei libri.
E in questo senso Libri! è particolarmenteindicato, perché quel che fa, mentre lo si legge, è raccontare incosa consiste essere un libro ed essere letto da qualcuno. 
Recentemente ho letto un bel saggio: Testi in testa, di Marco Dallari che molto si è occupatodell'importanza dei libri e della lettura nei processi di costruzionedell'identità e del pensiero di bambini e ragazzi.
Inparticolare, Dallari da tempo è un attento studioso di libri illustrati,a cui attribuisce un ruolo pressoché unico nella strutturazionedelle capacità cognitive dei bambini: particolarmente importanti inquanto polialfabetici, cioè costruiti su più codici, inprimis quello verbale e quello iconico, capaci di attivarefacoltà cognitive diverse e di integrarne il funzionamento conrisultati molto importanti dal punto di vista dello sviluppo e dellecapacità narrative dei bambini.



Jane e CassandraAusten, Pride andPrejudice.



William Butler Yeats, A magicalJournal.



Samuel Beckett, Doodle-FilledNotebooks.
JimHenson, appunti per episodio pilota di The Muppets.


Dallari, in questo libro, definisce i testi in senso molto ampio: untesto non è solo la pagina scritta e stampata, e un testo non è fattounicamente di parole. Il testo è un'entità astratta, prima ancora diessere concreta. Testo è una produzione, una capacità del pensiero:testo è una struttura ordinata di significato, dotata di inizio efine, attraverso la quale un essere umano è in grado di articolaree organizzare il proprio punto di vista sulle cose, sull'esperienzache ne ha, su se stesso e sul mondo, per comunicarli agli altri, percondividerli e farne occasioni di crescita individuale e collettiva.

Lettera di Pablo Picassoa Gertrude Stein.



Andrei Tarkovsky, diario di lavoro per il filmMirror



MarcelProust, À l’Ombre des jeunes filles enfleurs.
Jack Kerouac, On theRoad.


La capacità di produrre testi, cioè di strutturare racconti, cioèdi produrre senso, è vitale per ogni essere umano, e tale capacitàsi forma e si costruisce dall'infanzia attraverso una lunga pratica ditesti, il che fino a oggi ha coinciso con quella di libri, dato che ilibri sono fra i più importanti contenitori di testi, che siano fattidi parole o immagini o di entrambe, e niente, fino a ora, nella culturaumana è stato uno strumento altrettanto efficace nella costruzionedi un pensiero attivo, sensibile, vivace e funzionante. Poichénulla come la lettura e la pratica del raccontare serve a cogliere,assorbire, elaborare, strutturare l'esperienza che facciamo dellecose ed esprimere quel che, vivendo, pensiamo, impariamo, capiamo esentiamo.

CharlotteBrontë, Something AboutArthur.
John Locke,dedica.





MarcTwain, The Adventures of HuckleberryFinn.
FrançoisTruffaut, lista di titoli per il  primofilm.





Dallari in questo libro si occupa, inevitabilmente, anche delcambiamento tecnologico che sta mutando le modalità di condivisionee trasmissione della cultura. I libri non ne sono più, infatti,come accadeva solo qualche decennio fa, i principali veicoli. E se lenuove tecnologie fanno balenare un campo sconfinato di potenzialità,è anche vero che spesso ci offrono esempi inquietanti. Oggi, infatti,la comunicazione a cui i ragazzi sono come tutti esposti, risultasempre più frammentaria, caotica e disturbata: una somministrazionerapidissima e in tempo reale di atomi di conoscenze e informazioniirrelate, finalizzata spesso a scopi commerciali.


J. G. Ballard,Crash.
Franz Kafka, Ilprocesso.


Una comunicazione limitata nei contenuti ed enfatizzata nellaforma che punta a suscitare emozioni immediate e irrelate, nonstrutturate, di adesione o rifiuto. Che punta cioè all'effetto,all'impressione, istantanea, alla seduzione e alla passività. Questemodalità di comunicazione, peraltro, non riguardano solo i medialegati alle nuove tecnologie: basti pensare alla televisione o a uncerto tipo di giornali, come quelli diffusi gratuitamente, che sonoletti tutti i giorni da milioni di persone che vanno al lavoro, oa un certo tipo di riviste o persino di libri.


Vladimir Nabokov, Invito a unadecapitazione.
Sylvia Plath,Stings.


Questo modo di comunicare, di organizzare l'informazione va in sensoopposto a quanto fino a oggi ha fatto il libro, la cui caratteristicaprincipale, che si tratti di romanzi, racconti, fumetti, albi illustrati,saggi, poesie, ricettari o manuali pratici, è organizzare strutturecomplesse di pensiero, creare nessi fra le parti e strutturarle fra loroin insiemi dotati di significato. Doti indispensabili sia alla logicasia alla creatività sia, va sottolineato, alle pratiche più comunidella vita quotidiana.

James Joyce,Ulyssess.
Sigmund Freud, Sexual schema, inMelancholia.


Da quando abbiamo cominciato a fare libri, abbiamo pensato didover essere all'altezza di un pubblico straordinariamente intelligenteed esigente: i bambini. E non è retorica. Neurologi e cognitivistiaffermano che non c'è nell'esistenza umana un momento di maggiorevitalità cerebrale di questo. I bambini sono, comprovatamente, deimostri di intelligenza, e hanno bisogno di strumenti che soddisfino,e non sottostimino, le loro esigenze di comprensione, ricerca, verità,curiosità, bellezza, nutrimento intellettivo, gioco. Da che facciamolibri ci siamo resi conto che la capacità dei bambini di leggereed elaborare parole e immagini è decisamente superiore a quellaadulta. E che gli adulti tendono a sottovalutare queste facoltà o a nonesserne consapevoli.

Paul Gauguin, NoaNoa.

Perquesto tendono a offrire ai bambini strumenti, e pertanto anchelibri, spesso al di sotto delle loro possibilità, prodotti avolte sin offensivi nella loro banalità, piattezza, stupidità,caratteristiche dovute non di rado al cinismo o alla mancanza dicompetenze con cui sono stati confezionati. Quello che abbiamopensato di fare, perciò, fin dall'inizio, è cercare di fare libriad altezza di bambino; nello stesso tempo, abbiamo capito ancheche era necessario spiegare agli adulti che questi libri, spessopercepiti come anomali per il tipo di testi e di immagini proposti,lontani dall'offerta media corrente, non sono né troppo difficili néinadatti ai piccoli, come capita siano giudicati.

Emily Dickinson,Envelope-Poems

Cometutti gli editori del mondo anche noi, ultimamente, ci siamo postiil problema del libro digitale, che sia nella forma di una app o unebook. E diligentemente, oggi, ce ne stiamo occupando anche a livelloprogettuale.
Tuttavia per un editore di libri illustratiil problema non consiste solo nel fare slittare un contenuto da unsupporto a un altro. Come ha detto, con precisione e compiutezza, Valentina Colombo al convegno Digital readers 3,tenutosi il 5 ottobre alla biblioteca di Rozzano, da poco qui pubblicato:

Bibliotecari, editori, insegnanti, genitori sanno cheleggere un libro insieme, sfogliare le pagine, risfogliarle ancora,toccarle e persino annusarle, strapparle, usurarle e disegnarcisopra sono tutti elementi che fanno parte della lettura. E dalpunto di vista dell'editore, carta, formato, copertina, font deltesto sono elementi strutturali che vanno necessariamente di paripasso con la creazione del libro e con il contenuto che ospitano,influendo direttamente sulla struttura della narrazione. Superfluocitare Bruno Munari, o recentemente Katsumi Komagata, tra coloro chehanno fatto della fisicità del libro e dello studio del rapportofra supporto e narrazione il punto di forza della loro creazionedi picture books
... 

Stanley Kubrick,appunti relativi a Dr. Strangelove.
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Nontutto deve diventare per forza ebook. E anzi,forse la definizione di ebook, o enhacedebook, così giovane, già ci sta stretta. Perché non di“libro” stiamo parlando, e nemmeno semplicemente si tratta di libro“e-”, cioè elettronico. La questione va molto al di là dellaresa in altro formato e coinvolge tutti gli aspetti del fare i libri,e del leggerli. 
Su questo,è stato per me illuminante un articolo scritto da Craig Mod sul suoblog.
Mod constata, non parlando dei picturebooks, ma in generale del libro illustrato, che vi è una differenzasostanziale tra contenuti indipendenti dalla forma e contenuti che invecesi completano, definiscono e vengono fruiti dal lettore grazie anchealla forma in cui sono presentati.



Wolfgang Amadeus Mozart,lettera.

 Insostanza, la qualità della forma determina la qualità delcontenuto. Passare al digitale vuol dire riuscire a fornire lostesso contenuto su un supporto diverso senza che ci sia unoscadimento della qualità della lettura e del libro.
Topipittori ha in catalogo circa 100 titoli, manon tutti possono essere trasferiti in digitale.

Come editori, dobbiamo fare un saltodi mentalità, per adattarci a una situazione per la quale nonc'è una preparazione tecnica né progettuale. Siamo abituatie siamo competenti sul libro di carta. Ecco perché una buonasinergia tra editore e programmatori, sviluppatori e graficiè essenziale (come già dichiarato da Giulia Orecchia su questo blog). 

F. Scott Fitzgerald, The GreatGatsby.


In questo senso, quello che stiamo progettando, è un oggettoaltro sia come metodo di progettazione, sia perchéle figure professionali che vi sono implicate sono nuove. Quello chepreme, in tutto ciò, sia a noi sia alle nuove figure che lavoranocon noi, è che l'oggetto sia creato nel rispetto dei bambini e dellaloro intelligenza ed esperienza.
Vale a dire uno strumentoper creare testi, nel senso proprio in cui Dallari li descrive:supporti che stimolino una pratica di lettura attiva e sviluppinole abilità narrative dei lettori. Oggetti pensati, cioè, per farcrescere capacità testuali complesse e strutturate, capaci di formareil pensiero e di creare orizzonti di significato originali.

Virginia Woolf, To theLighthouse.

 Inquesto senso, il nostro obiettivo di editori "digitali" non è diversoda quello di editori "cartacei"e non abbiamo preclusioni verso glistrumenti che ci possono aiutare a raggiungerlo. E in questo sensola ricerca preliminare, in questo percorso, è trovare partner checondividano idee, significati e valori rispetto agli obiettividi fondo. Quello che vorremmo fare, in sostanza, è evolverci,utlizzando le potenzialità del cambiamento in atto per valorizzareil progetto editoriale e, ovviamente, non per snaturarlo.

Le immagini di questo post, vengono ingran parte da questa inesauribile miniera di cosestraordinarie. 

Quello che avete appena letto,è l'intervento di GiovannaZoboli al convegno L'editoriaper l'infanzia volta pagina, tenutosi inoccasione di Bookcity, dicui trovate tutti i contributi qui.


Karl Marx, appunti a tema economicofilosofico.