[di Tiziana Cherubin]
Sono di ritorno da Universi inattesi,giornata-laboratorio con Monica Monachesi organizzata nell'ambito dellaMostradi Sarmede. Mentre guido, rifletto sulle ore appenatrascorse. Oltre a una gran quantità di spunti, stimoli eriferimenti, mi chiedo, cosa mi rimane a livello più profondo epersonale?
Il seme che sembra mettere subitoradici, è una piccola frase: "Io non mi preoccuperei...". Cercodi fissarla in mente, immaginandola pronunciata da una sorta diangelo custode che mi esorta: "Non preoccuparti, occupati!", perevocarla tutte le volte che mi ritroverò in panne.
La differenzatra preoccuparsi e occuparsi è stata sottolineata da Monica a iniziomattina, nell'accenno fatto a UPPA, la rivista pergenitori su cui scriviamo entrambe. Ci sono genitori che sipreoccupano per i figli e quelli che se neoccupano: una differenza di atteggiamentoapparentemente sottile che nel pomeriggio tornerà a pungolarmi,anche se non per questioni di bambini.
Infatti,anche di fronte al disegno o alla pittura, e forse in generale alleproprie passioni, quando da hobby diventano qualcosa di più, si puòinciampare in alcune preoccupazioni: "Oddìo, sarò abbastanza brava?";"Riuscirò a tradurre su carta quello che ho in mente?"; "Mi verràl'idea giusta?"; "Non sarò un po' troppo vecchia/un po' troppogiovane?"... Un miscuglio di dubbi e ansie il cui unico risultatoè paralizzarci di fronte ai nostri progetti.
Anzichéchiedersi se si è all'altezza, meglio provare, agire, vedere quelche succede, senza ansie da prestazione, cercando di lasciarespazio al divertimento del fare, dello sperimentare. Occuparsi,certo anche in modo serio, anziché preoccuparsi. Ecco alcuneriflessioni nate da questa esperienza.
Ma torniamoall'inizio. La giornata è divisa in due parti: mattino teoria,pomeriggio pratica.
A volte prendo appunti fotografici,ma questa volta, temendo di potermi distrarre, metto subito daparte il telefono e mi concentro su parole e immagini, annotando conpenna su quadernino.
Gli spunti sono davvero tanti. Lamattinata passa veloce, densa, intensa tra illustrazioni,video, citazioni illustri.
Monica ci faviaggiare attraverso libri meravigliosi dove davvero a ogni pagina siaprono universi di possibilità. Ci si incanta di fronte alla bravuradi tanti maestri, ma la cosa più interessante è come la nostrainsegnante riesca sempre a trovare la chiave per farci appropriare diquesti immaginari, smontando strutture narrative, svelando tecniche,suggerendo un caleidoscopio di possibilità da cui prendere spunto.
Il corso, rivolto, infatti, a educatori, animatori, insegnanti,esorta a puntare alla massima qualità estetica (vietato accontentarsidi clip art e disegni stereotipati) e, partendo da questa, trovarecollegamenti, immaginare personaggi, sperimentare mille modi diutilizzare i "buoni libri".
È davvero stupefacente comeogni libro possa essere una miniera, a saperlo osservare, che sia perispirare un semplice biglietto d'auguri o un laboratorio, inteso nonsolo come momento d'intrattenimento e manualità. Un laboratorio benconcepito, infatti, è un'esperienza completa e di grande ricchezza:un'occasione in cui mani, occhi, mente, emozioni trovano lo spazioper esprimersi, fra gioco e divertimento (come ben testimoniato qui).
La mattinata siconclude con una visita alla mostra, breve, ma coinvolgente. Veniamo acontatto con storie importanti, tratteggiate con poesia e delicatezza. Leimmagini ci fanno guardare oltre le parole, ne ampliano il significatoe i temi sono quelli che parlano a grandi e piccoli: l'amore, lamorte, la guerra, la felicità. Si percepisce come siano preziosiquesti libri, fatti e pensati con cura, e come sia fondamentaleoffrire anche ai più piccoli libri di qualità. Illuminantel'appello all'importanza di coltivare una cultura dove etica edestetica vadano insieme (in mostra è citato Josif AleksandrovičBrodskij). E camminando fra queste sale è chiaro come l'editoria diqualità sia un alleato importante che offre la possibilità di farquesto a partire dai più giovani.
La giornata deve averequalcosa di miracoloso, se riesco a finire la pizza in tempinormali (cosa che non accade mai). La testa è talmente affollatadi pensieri, da non trovare lo spazio per una conversazionedecente con le mie compagne. In realtà, mangio meccanicamenteper far arrivare prima il momento di riprendere il lavoro, questavolta manuale. Non vedo l'ora.
E così si parte:poche, chiare indicazioni e mano ad acrilici e pennelli. Il belloè che bisogna buttarsi, liberarsi dai timori.
Dobbiamocreare delle carte dipinte da ritagliare, ma senza pensare a cosa neverrà fuori o a cosa ne faremo. Questo esercizio d'improvvisazione midiverte, ma in pratica mi sembra difficilissimo. Il tempo però non èmolto e costringe a mettersi in moto.
Provo e riprovo,e non so se quel che sto facendo può avere un senso. Diventerannofiori? O piume? Non pensare, non pensare: concentrati sui colori,la bellezza dell'impasto che si mischia senza troppi calcoli. Non milascio neppure il tempo di dare un'occhiata a cosa stanno facendole mie compagne. Provo e riprovo: non so se funziona, ma ci prendogusto. Lo scopo è divertirsi, no?
Su due piedi, impostoil soggetto da comporre con le mie carte. Appena mi fermo, i dubbi siriaffacciano. Chiedo consiglio ed ecco quel "io non mi preoccuperei" chemi fa procedere serenamente e che terrò caro in futuro.
La piccola soddisfazionedel pomeriggio arriva come per gioco, dal mini autoritrattoche farà parte della "foto di gruppo" ispirata a Che cos'è unbambino. Metto insieme, a penna, una faccetta tonda,occhi-naso-bocca, capelli di lato, due tondini rosa per le guance che misento ardere e il vestitino-cappuccetto da una carta che ho iniziato ausare per il mio collage. Una cosa semplicissima. eppure il risultato èdelizioso e mi rende molto felice, probabilmente proprio perché fattocol sorriso e il gusto di provare. Quando lo consegno, Monica sentenzia:"Sei proprio tu" e la felicità raddoppia.
Alla fine, Monica ha chiesto le nostreimpressioni su questo "corso trasversale" (fra le iscritte, insegnanti,bibliotecarie, designer, aspiranti illustratrici: tutte donne, chissàcome mai...): non tanto rivolto a illustratori, ma piuttosto a chinel suo lavoro utilizza libri e illustrazioni. Come avrete capito,io sono stata molto soddisfatta. Ripensandoci, poi, mi è sembratoun momento talmente ricco e prezioso che andrebbe proposto anchea genitori, nonni... e forse a qualsiasi persona sia interessataalla vita, o abbia occasione di prendere in mano un libro, fosseanche per sceglierlo come regalo e voglia farlo con occhinuovi.
Moltissimi, poi, gli spunti per chi desideri trovaremodi e tempi significativi da passare con i bimbi, per crescerliforti di un confronto e di un dialogo, forti del sapersi esprimere,perché solo così potranno essere liberi. Tanto per farvi capireche a Sarmede si vola, giustamente, alto.
Se vi capitano occasioni di questotipo non siate titubanti, non temete di non essere all'altezza,buttatevi con spirito d'avventura. Come dice un mio amico,per "aggiungere sugo" alle nostre giornate, alla nostraesistenza. Per fare con cuore e passione, come insegna la vecchina dei pani d'oro, non soloper ingannare la morte, ma perché sia valsa la pena vivere.
La sera, sul divano di casa, ho mostrato a mio figlio ditre anni la foto del mio autoritratto e gli ho chiesto: "Chi è secondote?" Lui senza esitazione ha indicato me. Felicità tripla in un giornosolo!