Oh, guarda

Terza novità autunnale: Oh! di Massimo Caccia e Giovanna Zoboli, una galleria di ritratti animali affettuosa e divertente, un libro per piccoli e piccolissimi dedicato alle relazioni e alle emozioni che le accompagnano.

[di Giovanna Zoboli]

Fra dicembre del 2018 e gennaio 2019, a Milano, alla Galleria l’Affiche, si è tenuta una bella mostra di Massimo Caccia: Giorni bestiali, ovvero 365 dipinti di animali, uno per ogni giorno dell’anno. Le pareti del piccolo spazio della storica galleria milanese, dal pavimento al soffitto, erano tappezzate da un anno-bestiario, una sorta di ordinatissimo zoo bidimensionale, dedicato allo studio dei comportamenti animali e delle relazioni fra specie. Ogni dipinto, su carta, di formato quadrato 23 x 23 cm, metteva in scena momenti salienti, incontri, scontri, amicizie, inimicizie fra animali e animali, animali e oggetti, animali e piante, animali e fenomeni naturali.

L’impatto era straordinario, tanto più perché le immagini di Massimo Caccia hanno una dimensione silenziosa e sospesa, quasi metafisica. Ogni dipinto consegna il ritratto di un istante congelato nel tempo. Ogni animale è fissato in una dimensione atemporale che lo trasforma in una sorta di emblema. Così l’impressione è di entrare in una sorta di pantheon naturale, dove centinaia di creature sbigottite ti osservano dall’alto del loro incomprensibile destino.

Con Massimo Caccia, in questi anni, abbiamo realizzato cinque albi che trovate qui.

Questo è, per l’appunto, il quinto e si intitola Oh! ed è anche il terzo di cui sono autrice. Il mio contributo al libro è stato il seguente: non appena sono entrata alla mostra Giorni bestiali e man mano che osservavo i ritratti esposti, ho pensato che un albo per piccolissimi dedicato a relazioni di amicizia fra animali sarebbe stato molto interessante.

A Massimo è piaciuta l’idea. Non so bene come sia riuscito a produrre 365 dipinti in un anno perché per fare i 23 del libro ce ne ha messi tre e mezzo. In ogni modo l’importante è il risultato che a noi pare davvero riuscito.

Come spesso capita con Massimo, ci siamo chiesti se le immagini sarebbero state sufficienti o se, invece, il libro avrebbe avuto bisogno anche di un testo. Ci ho pensato un po’ su (in effetti ho avuto parecchio tempo per farlo…), e alla fine, mi sono resa conto che il testo era necessario, ma un testo minimo. Non frasi: anche una frase minima, soggetto e verbo, associata a queste tavole, mi pareva troppo. Quello che ci voleva era qualcosa di anteriore alla parola. Quello che ci voleva era un rumore o, meglio, un suono. Così mi è venuta l’idea delle esclamazioni o interiezioni. Spiega la Treccani: «Nello scritto, le interiezioni si usano per lo più in generi testuali in cui è prevista una mimesi o stilizzazione dell’orale, dunque in scritti narrativi o teatrali, dove si prestano come stilema privilegiato per la rappresentazione dell’emotività dei personaggi.» E i personaggi di Massimo sono, sì, impenetrabili, ma anche altamente emotivi. Un'emotività che scaturisce da dettagli minimi.

Sai che sforzo scrivere Oh!, potrebbe dire qualcuno. Beh, certo, scrivere Anna Karenina è più complesso, ma trovare le esclamazioni giuste non è così semplice come potrebbe sembrare. Primo, perché mettere insieme una collezione di esclamazioni non banali e divertenti, non è scontato (allo scopo ho consultato diversi repertori, e i più utili si sono rivelati quelli dialettali); secondo, perché scontato non è nemmeno fare le giuste associazioni fra suono e immagine.

Mentre mi occupavo di questo testo, ho pensato molto anche al divertimento dei bambini nel guardare le espressioni degli animali e nel leggere le loro esclamazioni ad alta voce, magari in compagnia di altri bambini o di un adulto che ha voglia di giocare, in una sorta di climax di sorpresa in sorpresa.

Insomma, mi sono divertita. Adesso aspettiamo il verdetto dei piccoli lettori.

Due immagini della mostra degli originali del libro in corso a Spazio Libri La Cornice, a Cantù.