Parole nelle parole per scoprire il mondo

Non ricordo esattamente quando ho conosciuto Giuseppe Caliceti. Lo conoscevo già di nome, poi, un giorno, ascoltai alcune puntate di Fahrescuola, su Radio 3 Rai, registrate alla scuola Italo Calvino di Reggio Emilia, dove lui, maestro insegna. Rimasi colpita dai suoi dialoghi con i bambini, in classe, che mescolavano, come sempre accade quando la scuola è buona, la concretezza del qui e ora alla bellezza del ragionamento, la semplicità dell'esserci alla complessità delle cose. Lo contattai per questa ragione, mi sembra, e poi lui ci mandò alcuni dei suoi testi, molti dei quali hanno funzione didattica e nascono durante le lezioni, mentre Caliceti insegna a parlare, a leggere e a scrivere la lingua italiana ai bambini.

Fra questi testi, uno ci sembrò perfetto per un libro illustrato, del tutto autonomo rispetto a un contesto didattico in senso proprio, e quindi proponibile a tutti i lettori. Il meccanismo intorno a cui subito ci parve si sarebbe potuto costruire il libro è quello dell'indovinello sia verbale sia visivo, un po' come accade in Ti faccio a pezzetti e Ti faccio a fettine di Chiara Armellini. A una doppia pagina in cui si lancia un quesito, posto in parole e immagini, segue una doppia pagina in cui si offre la soluzione. Il lettore è invitato a rispondere, seguendo il ritmo personale delle proprie risposte, prendendosi il tempo per riflettere sul problema, sulle parole che lo affermano e le figure che lo illustrano.

In In ogni Pinocchio, tutto parte da una constatazione: nelle parole abitano altre parole. Per trovarle bisogna fare attenzione. Il gioco proposto comincia fin dal titolo e dalla copertina che  attraverso la grafica suggerisce in che direzione cercare per trovare una risposta. L'illustrazione di Gaia Stella, una delle giovani illustratrici più eleganti e sofisticate del panorama italiano, con all'attivo bei libri anche all'estero, mostra il più celebre burattino del mondo che con una mano rivolge al lettore una sorta di invito a seguirlo di corsa nel libro.

Lo incontreremo poi di nuovo all'interno, scoprendo che quello che c'è In ogni Pinocchio è un pino (ma sarebbe benissimo potuto essere un occhio, come i bambini si accorgeranno immediatamente). Il libro prosegue in questo modo, di pagina in pagina, alla scoperta del modo in cui la lingua costruisce le parole: da una parte in economia, dall'altra con fantasia.

 

Allo scrittore Giuseppe Caliceti spetta la messa in luce, attraverso le parole, della regola economica insita nella lingua, che ricorre a medesime combinazioni di lettere e sillabe di volta in volta funzionali a diversi significati; all'illustratrice Gaia Stella tocca mettere a fuoco, attraverso le immagini, la regola con cui la fantasia, l'immaginazione trovano nessi fra cose lontanissime fra loro, scoprendo che spesso questi, curiosamente, coincidono con la realtà delle cose: come nel caso del pino che sta nel Pinocchio, ma anche della luce che dorme nella lucertola, dell'io che dorme nel buio, della noce che si cela nel rinoceronte e così via.

Grazie a questo duetto, il lettore attento si accorge ben presto che le parole che si nascondono nelle parole sono un gioco assai divertente e appassionante, anche e soprattutto perché imprevedibilmente rivelano verità, affinità e parentele sorprendenti, e dietro al gioco ortografico si fanno avanti sorprendenti spunti poetici e filosofici su cui riflettere con i compagni, i fratelli, gli adulti disponibili, a casa e a scuola.

Risguardi e alette del libro, infine, sono stati progettati per estendere il gioco oltre le pagine del libro, da una parte proponendo un nutrito elenco di parole nelle parole con cui divertirsi, dall'altra offrendo le istruzioni ai bambini per fabbricarsi stampini analoghi a quelli utilizzati da Gaia Stella per realizzare le illustrazioni del libro. In questo modo i lettori sono invitati a sviluppare  autonomamente la medesima attività o addirittura a costruire un libro loro in tutto e per tutto completo, prendendo a modello il procedimento messo a punto dagli autori. Infine, il libro inaugura la collana Linguacce: libri per giocare con le parole e le immagini.  Sebbene appena nata, Linguacce ha già all'attivo 4 libri, perché ingloba retroattivamente This is. Un libro in quattro lingue di Joe Lyward, Ti faccio a pezzetti e Ti faccio a fettine di Chiara Armellini.