[diAntonella Capetti]
Beatrice Alemagna, Che cos'è unbambino |
La nascita è un mistero che accomuna credenti e laici: per gliuni, è il manifestarsi quotidiano di Dio, per gli altri è la forzadella vita. Il Natale incarna questi due fatti straordinari, e nostrocompito è risvegliare l’incanto, soprattutto in chi da tempo lo haperduto.
C’è da preparare lo spettacolo natalizio: manoi non amiamo le recite, il bambino bello, bravo e buono sul palco,la perfezione mummificata di un adulto in miniatura. Ci piaccionoi bambini, tutti; anche quelli meno belli, meno bravi e meno buoni,quelli imperfetti, come noi, quelli che balbettano e, dovessero impararequalcosa a memoria, di certo lo dimenticherebbero, di fronte a tuttiquei visi in attesa.
Ci piace che anche gli adulti simettano in gioco, perché se sul palco c’è la maestra Lisa, anchei bambini si sentono più sicuri…
Bisogna inventarsi qualcosa, perché non cipiacciono i dialoghi già pronti e la morale preconfezionata,adatta al giorno di festa e dopo due minuti già dimenticata.
«Ci sarebbe quello splendido libro… ma sì… Che cos’è un bambino,di Beatrice Alemagna. E se lo usassimo? Ese ogni bambino realizzasse il proprio autoritratto, sul modellodelle illustrazioni del libro, e con i ritratti di tutti (sono piùdi duecento!) riempissimo dei grandi teli neri, a illuminare ilbuio (che non c’è nulla come il viso di un bambino felice chepossa far risplendere la notte)?
Epoi ci potremmo fare anche i biglietti augurali... massimo risultatocon il minimo sforzo.»
(A scuola, spesso, bisogna fare iconti con un tempo sempre più tiranno).
E vabene: prendiamo il libro, tutto, perché non si può tagliare nemmenouna parola, è perfetto così. Lo dividiamo in scene, e per ognuna cisaranno dei bambini sul palco a drammatizzare il racconto. E i genitoriin sala parteciperanno, anche solo con un “Ah!” di meraviglia almomento giusto.
Un bambino ha piccolemani (i bambini alzano le mani all’altezza dellatesta)
piccoli piedi (i piediin aria, stando seduti e con le mani poggiate dietro la schiena)
e piccole orecchie, (portano lemani dietro le orecchie)
ma non per questo ha ideepiccole. Le idee dei bambini a volte sono grandissime, divertono i grandi,fanno loro spalancare la bocca e dire: “Ah!” (gliadulti in platea ripetono “Ah!”)
E poiquell’idea: videoproiettare le foto dei maestri, da bambini epoi da grandi. Perché anche loro sono stati bambini, e in questomodo forse non se lo dimenticano.
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Epoi? E poi? (come i bambini, sempre a chiedere «E poi?»)
E poi non ci basta, vogliamo di più. E, ancora unavolta, i libri dei Topi. Perché c’è un altro albo, Quando sono nato, di Isabel Minhòs Martins e Madalena Matoso, che sembra scritto appostaper noi.
Perché c’è una cosa, una sola, che ci accomunadavvero tutti: tutti siamo figli, tutti siamo nati da qualcuno. Eallora via, via con il tutto buio, e quelle immagini meravigliose:
Isabel Minhòs Martins,Madalena Matoso, Quando sononato |
Quando sono nato, non avevo ancora visto niente.
Solo il buio.
Un grande buio nella pancia dellamamma.
Quando sono nato, non avevo ancora visto il sole o unfiore o un viso.
Non conoscevo nessuno, e nessuno conoscevame.
[…] Quando sono nato, era tutto nuovo.
Tuttostava per cominciare.
E poi?
E poi è stata una festa bellissima, commovente, con i bambini unpo’ buoni un po’ no, come sempre. I maestri prima agitati e nervosi,poi felici e soddisfatti, e i genitori commossi, che ci dicevano:«Bravi. Bravi soprattutto per la scelta dei testi.»
E allora, se una festa di Natale è così bella, è anchemerito dei Topi.
[Qualche tempo fa,Antonella Capetti, insegnante elemetare, ci ha mandato un messaggio incui ci raccontava delle attività svolte a scuola con i nostri libri,soprattutto in prima e seconda classe, per l'apprendimento dell'alfabeto,della lettura e della scrittura. Il suo lavoro ci è sembrato moltointeressante e per questo le abbiamo chiesto di descrivere qualcunadi queste esperienze per il nostro blog. Il post che avete appenaletto si riferisce a uno spettacolo che Antonella, insieme ai suoibambini, ha realizzato nel 2009. Antonella Capettiè nata in Valtellina, a Grosio, nel 1967. Insegnaitaliano e immagine nelle scuole primarie di Carimate e Montesolaro. Perpiù di quindici anni ha insegnato nella scuola dell'infanzia. Hapubblicato racconti per l'infanzia con la casa editrice Ghisettie Corvi e con la Gulliver, con cui collabora anche alla stesuradi articoli di didattica scolastica.]
IsabelMinhòs Martins, Madalena Matoso, Quando sononato |