Quell'arcobaleno tra la veglia e il sonno

Edecco un'altra novità che troverete a Bologna: Sonno gigante sonno piccinooggi raccontata dalle sue provette autrici: Giusi Quarenghie Giulia Sagramola. 


Ricordatevi che martedì 25 marzoalle ore 17, in Fiera, a Bologna, le due autricisaranno presenti presso il nostro stand, padiglione 29 D36, perfirmare copie del loro nuovo libro. 

Mercoledì 26 marzo alle ore16.30, invece, al padiglione 33, Giulia Sagramola presenteràSonno gigante sonno piccino, con l'ausiliodelle brave libraie della Libreria Stoppani. Seguirà sessionedi dediche. Buona lettura!

[diGiusi Quarenghi]


Lasciatemela prendere larga, e scherzosa.
Non ho maidato credito alle prove dell’esistenza di Dio, probabilmente perchénon ne ho sentita la necessità. Istintivamente anselmiana, mi bastavala parola. C’era il nome, era insieme la domanda e la risposta. Mami aspettava, incontrovertibile e misteriosa, oltre le cinque canonicheda me trascurate, la sesta prova. Era nel dondolio di una culla, sullasponda di un lettino con le sbarre alte, e mi aspettava. Le prime volte,sono capitata per caso vicino al sonno dei bambini:cuginetti, piccoli ai quali facevo da babysitter,figli di amiche.

Poi èvenuto il tempo della mia consuetudine con dorme/non dorme - si è appenaaddormentato, sssst, non fare rumore - no, non puòessere, chiama già, chiama ancora - cosa faccio: lo tiro su o resisto? Ese provassi prima con la voce, magari si rassicura e si riaddormenta-  Mmm, è troppo sveglio, troppo stanco,troppo curioso, troppo teso, ha mangiato troppo, ha mangiato troppo poco,c’è troppo chiaro, troppo buio, troppo vento, troppo caldo, tropporumore, troppo silenzio... Eppure, nonostante tutto, comunque sia andatafin lì, a un certo punto, bambini piccoli e bambine piccole chiudonogli occhi e si addormentano. 

Avolte scivolano lenti, in un abbandono soave, e senti il respiroprendere un ritmo che ha qualcosa di sacro, e il peso si fa tondo edenso, affidato alle tue braccia e alla forza di gravità; a volte siimpegnano in una resistenza caparbia, traditi da cedimenti improvvisie profondi che durano però non più di una manciata di secondi;a volte cascano di botto, sprofondano, come colpiti da qualcosa diinvisibile e repentino; a volte fanno finta, tanto per tenerti lì,sotto controllo; a volte, basta niente; a volte, non basta mettercelatutta; a volte te ne vai di là perché non ne puoi più.
Ma poi, quando succede, ti incanti a guardare come sono, nelsonno, e una tenera allegria bonifica ogni fatica e la trasforma neldesiderio che si sveglino e ti cerchino.

Sì,i bambini ad un certo punto si addormentano, e questa è per meprova assolutamente a favore: 1 - dell’esistenza di Dio;  2–  del limite della teologia in quanto affare sostanzialmentedi uomini (cosa di cui anche Dio ha risentito, forse in modo definitivo;ma la questione potrebbe riaprirsi).

Da quiviene questa ninna nanna, questa sorta di arcobaleno tra la vegliae il sonno, dove il sonno non è tanto l’abbandono di questomondo e il rischio di perderlo, ma il ponte per altri mondi, conqualche rischio, qualche scoperta, persino qualche beatitudine, e ilritrovamento di questo.
I Topi leggono, scelgono e chiamanoGiulia Sagramola. La mia ninnananna è fortunata e io con lei. Non cisentiamo, Giulia e io, e meno male. Non c’è nulla che vada spiegato,ha solo da esserci quanto basta perché lei faccia la sua ninna nanna,portandosi dietro la mia… 

Chebel tempo quello che passa sapendo che il tuo lavoro è nelle manidi qualcun altro e ne gioverà, e ti ritornerà cresciuto, dormito esvegliato, capace di camminare. Così è stato: Giulia ha preso laninna nanna e l’ha portata a casa, a casa sua, di Giulia e dellaninnananna, di ogni ninnananna; ha trovato come farla sentire a casain ogni stranezza ed estraneità, come dare credito e sostanza a ognipossibilità (che di questione divina trattasi, l’ho dichiaratosubito), come popolare di fantasmi sorridenti il mondo di giorno,come rendere veri i desideri. Compreso quello di non perdersi,quando ci si vuole bene. Giulia ha fatto di una ninnananna una cosacapace di stare nel tempo, di avere tempo, molto, di averlo avuto edi averne ancora, grazie a qualcosa che provo a chiamare genealogiadegli affetti.
Un chiasmo generazionale che la dedicaconferma: Giulia la fa ai suoi nonni, io al mio nipotino.
Tutte e due abbiamo avuto e restituiamo. Per trovare un po’ diconsolazione, per continuare il gioco.



Giulia Sagramola, studio sulla palette dellibro.

[di Giulia Sagramola]

Essere tra i primi a leggere le parole di Giusi peril libro per me è stato come un regalo. Mi sono portata dietro lesue frasi, le ho riscritte diverse volte, le ho messe in ordine, le hoscomposte e riguardate.

Insieme alle parole hosubito visto alcuni dettagli di immagini, non delle immagini complete,ma degli elementi che le componevano. I Topi mi hanno chiesto di lavorarecon lo stesso stile delle foto "manipolate" con cui, un paio di annifa, sono stata selezionata in Fiera. Ho iniziato a scegliere le foto,inizialmente ho cercato tra le foto che avevo già usato. Sono fotoche ho preso in diversi anni a gironzolare nei mercatini. Non ne hotante e quando le compro ne scelgo sempre poche; quando sono mie sentoun po' come un senso di responsabilità, come se dovessi adottare lepersone che sono state fotografate. La prima volta che ho compratodelle foto ero a un mercatino a Berlino, davanti a una bancarellache straboccava, avrei voluto prenderle tutte, c'erano interi albumcon tanto di parole e date e nomi. Ho dovuto scegliere per forzae quelle che ho scelto le ho tenute sempre con me, senza usarle,per almeno 2 anni. Quando ho iniziato a fare quelle illustrazioni,le ho fatte con estrema libertà e leggerezza, senza pensare benea una storia, giocando sugli spazi vuoti che mi offrivano.

Giulia Sagramola,lo storyboard.


Per il li libro di Giusi avevo bisogno di tante foto dibambini, non potevano mancare. Nella mia piccola collezione invecescarseggiavano. Un giorno ho rivisto le foto di mia madre a casa di mianonna e le ho chiesto se potevo usarle, ugualmente con quelle di miopadre. Le prime illustrazioni sono venute fuori senza pensarci troppoe portavano con sé la libertà dell'approccio che ho sempre avutocon questa tecnica, come di un gioco.

Giulia Sagramola,tavole per Sonno gigante sonno piccino, work inprogress.


Poi però le cose hanno iniziato a prendere forma e hosentito la necessità di una direzione, di una scaletta, inpratica di creare del ritmo. Ho steso il layout che vedetee ho iniziato a ragionare in modo più razionale su cosamancava e cosa no. Per fare questo lavoro e arrivare alle altreillustrazioni è passato diverso tempo, anche scandito dai variperiodi dedicati agli altri lavori.

Giulia Sagramola,tavole per Sonno gigante sonno piccino, work inprogress.

Illibro è stato ultimato l'anno scorso, pochi mesi fa gli ultimi ritocchidi grafica. Nel mentre, la vita è trascorsa per tutta la mia famiglia,con anche grandi cambiamenti, non posso non pensarci ogni volta chesfoglio queste pagine. Le parole di Giusi ti abbracciano e ti portanodavvero in un viaggio magico, per poi andare a dormire sereni. Speroche lo facciano anche con le persone che sono dentro queste foto, e convoi.

Giulia Sagramola, tavole perSonno gigante sonno piccino, work in progress.