[di Francesca Chessa]
Da dove iniziare a parlare del colore rosso, se non dalle mie prime scarpe rosse?
Quando avevo 5 anni ne avevo visto un paio bellissime: rosse, lucide e con le frange. Erano esposte in un banco al mercato della fiera di inizio maggio che si teneva nel paese astigiano dei nonni. Me ne ero innamorata subito e tanto avevo fatto che ero riuscita a farmele regalare dal nonno. La seconda cosa che ricordo di quelle scarpe, oltre al colore e alle frange, è che ne erano rimaste solo un paio e mi stavano piccole. Appena infilate avevo capito che indossarle avrebbe comportato una notevole sopportazione del dolore, ma erano così desiderate che avevo mentito sulla loro vestibilità e le avevo indossate fino a estate inoltrata, pur soffrendo un vero dolore alla punta dei piedi tutte le volte che saltavo, e in quegli anni saltavo parecchio.
Fortunatamente all’epoca non conoscevo la crudele fiaba Le scarpette rosse di Hans Christian Andersen, che condanna superbia e vanità, se no avrei pensato che era il giusto castigo per averle volute.
Il colore rosso era un colore da me amato, mai quanto il blu ovviamente, forse perché era stato uno dei primi colori da me riconosciuto fin da piccolissima e, in realtà, non da me sola: il rosso viene indicato, infatti, come il primo colore che i neonati vedono quando aprono per la prima volta gli occhi sul mondo. Era amato anche perché lo ritrovavo spesso come protagonista in storie come Cappuccetto Rosso, Biancaneve dalle gote rosse, avvelenata da una mela rossa, e come dimenticare in Pinocchio gli occhi di Mangiafuoco, il burattinaio, descritti come “due lanterne di vetro rosso, col lume acceso di dietro”? Insomma il rosso nelle storie che leggevo era un protagonista importante, e nei miei disegni non mancava mai.
Ovviamente non ero a conoscenza che nel sistema simbolico dell’antichità il rosso “era il colore, il solo degno di questo nome”. (1) Nella Genesi si attribuisce al rosso l'essere, la scintilla da cui nasce la vita stessa. Adamo in ebraico significa rosso e vivente. Adamah è l'argilla rossa su cui Dio soffia il suo spirito.
Nel sistema antico, il rosso si contendeva la posizione di colore base con il nero e il bianco. Come riferisce lo storico Michel Pastoureau: fino all’undicesimo secolo si mantenne un sistema cromatico tripolare, nel quale al bianco, o l’incolore, si contrapponevano sia il rosso, definito come il denso, il colore per eccellenza, sia il nero, considerato sporco e oscuro.
Nella fiaba Vassilissa la Saggia, analizzata da Clarissa Pinkola Estes, compaiono il bianco, il rosso e il nero come simboli di nascita, vita e morte, associati a tre cavalieri. “Rappresentano idee sulla discesa, la morte e la rinascita - il nero per dissolvere gli antichi valori, il rosso per il sacrificio di illusioni preziose e il bianco per la nuova luce, la nuova conoscenza che viene dall’avere sperimentato i primi due. (…) Il rosso è il colore del sacrificio, della collera e del delitto, dell’essere uccisi. Il rosso è anche il colore della vita vibrante, dell’emozione dinamica, dell’eccitazione dell’eros, del desiderio.”(2)
Come spiegano bene Luzzatto e Pompas trattando delle atmosfere polisensoriali dei colori attraverso la sinestesia, il rosso è un colore che si fa “sentire” attraverso tutti i sensi: ha un suono potente, un odore penetrante, un gusto piccante e viene percepito come ardente al tatto. (3)
Ma di quale rosso stiamo parlando?
Citando Wassily Kandinsky: “Il rosso che di solito abbiamo in mente è un colore dilagante e tipicamente caldo, che agisce nell’interiorità in modo vitalissimo, vivace e irrequieto. (…) Il rosso concreto, infatti, è molto ricco e diversificato. (…) “ E anche “ (…) Quando il rosso si avvicina allo spettatore, nasce l’arancione, quando si ritrae nel blu nasce il viola, che tende appunto ad allontanarsi da chi guarda.” (4)
Nel suo libro Psicologia del colore, Eva Heller scrive che si possono riconoscere 105 toni di colore rosso (5) . A parte quelli derivati da pigmenti e utilizzati per la stampa o per la pittura, ho sempre amato associare il nome del colore a oggetti oppure frutti, come rosso ciliegia, rosso divano in casa nostra, rosso semaforo, anche se so che non si possono utilizzare queste terminologie quando si indicano la palette per una immagine.
Quindi mi sono piacevolmente stupita quando ho letto nel libro di Laura Perryman di un Hot Tomato come colore esistente e utilizzato nel design (6), ad esempio per colorare il modello di sedia universale 4867 di Joe Colombo per Kartell del 1967. Ovviamente questa tonalità di rosso è anche conosciuta come rosso di cadmio, ma “rosso pomodoro” evoca un profumo di estate ed è più piacevole, non trovate? Il rosso di cadmio pare fosse anche molto amato dal pittore francese Henri Matisse e chissà, mi sono chiesta, se amasse il rosso di cadmio a causa del collegamento con il rosso del pomodoro. In ogni caso, a proposito di pomodori, quando Gertrude Stein chiese a Matisse se, quando mangiava un pomodoro, lo guardasse come lo avrebbe guardato un artista, Matisse rispose: “No, quando mangio un pomodoro lo guardo come lo guardano tutti. Ma quando dipingo un pomodoro allora lo vedo in modo diverso”, quindi non si può mai dire.
Il rosso è un colore che raggiunge un ampio spettro che può andare dai rossi con una punta di blu, come il magenta o il crémisi, passare dal rosso cosiddetto “puro” (7) arrivando a rossi, come il vermiglione, che stanno tra l’arancione e il porpora.
Durante le mie lezioni sul colore, quando chiedo ai miei studenti di mostrarmi il “loro rosso” ricavandolo da pagine di riviste o cercando di ricrearlo con un media a scelta, escludendo l’uso del computer, raramente ho più di due rossi uguali all’interno del gruppo classe. Talvolta mi viene mostrato un campione di rosso che non è proprio come lo si avrebbe voluto, ma ci si accontenta di quello trovato, perché riesce difficile ricreare quello che si ha in mente. La ricerca del colore perfetto, in questo caso del rosso, pare però non sia soltanto un problema dei miei studenti.
Edith Young, nel libro in cui tratta di schemi palette attraverso la storia dell’arte e della cultura pop, scrive che quando era studentessa alla Rhode Island School of Design una sera andò al cinema e vide un documentario del 2011, Diana Vreeland: The Eye has to Travel che raccontava la sua carriera. Diane Vreeland lavorò nella redazione di Harper’s Bazaar, diventò redattrice capo di Vogue, fino a essere special consultant di indimenticabili mostre per il Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York. Nel documentario veniva citato un passaggio tratto dalla autobiografia della Vreeland : “Per tutta la vita ho inseguito il rosso perfetto. È difficile trovare dei pittori che riescano a miscelare colori e realizzare il rosso di cui parlo. In realtà è difficile perché è come se dicessi loro che voglio un rosso rococò con un tocco di gotico e una spruzzata di tempio buddista. Non hanno idea di cosa stia parlando. Il rosso perfetto è quello dei cappelli dei bambini in tutti i dipinti del Rinascimento".
Edith Young rimase colpita da questa ricerca della perfezione del colore tramite un insieme di diversi rossi e pensò che proprio dal cappello dei ritratti del periodo rinascimentale avrebbe iniziato la sua carrellata delle palette da cui il titolo del libro. (8) Chissà se con tutta la tecnologia digitale che abbiamo ora a disposizione la ricerca di Diane Vreeland sarebbe stata più veloce ed efficace.
NOTE:
(1) Michel Pastoureau, Dominique Simonnet, Il Piccolo libro dei colori, Ponte alle Grazie 2011, pag. 26
(2) La fiaba e l’analisi di Vassilissa la saggia sono tratte dal libro di Clarissa Pinkola Estes (analista junghiana, laureata in etnologia e psicologia clinica), Donne che corrono coi lupi. Il mito della donna selvaggia, Frassinelli 1993, citato in Lia Luzzatto, Renata Pompas, Il colore persuasivo, Il Castello 2001, pag. 106.
(3) Lia Luzzatto, Renata Pompas, op.cit., pag. 82-83.
(4) Wassily Kandinsky, Lo spirituale nell’arte, Edizioni Bompiani, 1995, pag. 67-71.
(5) Eva Heller, Psicología del color: Cómo actúan los colores sobre los sentimientos y la razón (Edizione spagnola), Editorial Gustavo Gili 2007, Edizione Kindle, pag. 130-133.
(6) Laura Perryman, The colour bible: the definitive guide to colour in art and design, Ilex 2021, Edizione Kindle, pag. 74-77.
(7) Il rosso (R) è uno dei tre colori utilizzati come colori primari nella codifica RGB assieme al verde (G) e al blu (B). Il codice RGB del rosso "puro" è quindi R=255 (valore massimo); G=0; B=0. Nella codifica CMYK il colore rosso è rappresentato come il colore ottenuto dall'addizione del giallo e del magenta.
(8) Edith Young, Color Scheme: An irreverent History of Art and Pop Culture Palettes, Princeton Architectural Press 2021, Edizione Kindle, pag.13-15.