[di Guido Scarabottolo]
Cosa fareste essendo entrati in possesso di qualche risma di carta Fabriano (Grifo, 85gm2, cm35x50), bella in sé, bella per i segni del tempo, bella per i ricordi di un amico*, per di più avendo una stampante a getto d’inchiostro (formato A2) di buona qualità che non può star ferma senza guastarsi e un sacco di disegni nel vostro archivio digitale?
Cosa fareste trovandovi ad avere più tempo libero di quello abituale, abituati a lavorare sui libri, se tra le vostre letture di un tempo figurassero Perec e Queneau e se dopo cinquant’anni, nel catalogo dei sogni tuttora ricorrenti, apparisse ancora quello dell’esame di matematica?
Probabilmente comincereste toccando la carta, apprezzandone la “mano”, come si dice con un termine che riassume molteplici sensazioni. Proseguireste infilando il foglio nella stampante e valutando la reazione all’inchiostro. Dopo il tempo necessario all’asciugatura stampereste anche l’altro lato del foglio per considerare la qualità della trasparenza. Poi lascereste tutto sul tavolo.
Dopo qualche tempo, non sapendo bene perché, quasi automaticamente, da quel foglio ricavereste un sedicesimo, un quadernetto di 16 pagine. Lo sfogliereste per vedere cosa è successo ai due disegni. Poi lascereste tutto sul tavolo.
Passato altro tempo il quadernetto vi ricapiterebbe in mano e vi parrebbe ancora interessante, anche se non sapreste proprio cosa farne.
Qualche giorno (settimana, mese) dopo, nel dormiveglia del mattino, per passare il tempo, provereste a definire le regole per una ipotetica edizione di tanti libretti a partire da pochi elementi (disegni).
Le regole:
- saranno scelti 99 disegni, ciascuno indicato da due cifre escludendo 00;
- si stamperanno 1 disegno in bianca (davanti, per chi non è tipografo) e 1 in volta (dietro), la coppia di disegni sarà sempre diversa;
- sarà ammessa la coppia formata dallo stesso disegno stampato in bianca e in volta (es. 0101);
- da ogni foglio si ricaverà un sedicesimo piegato, rifilato e cucito a mano;
- ogni fascicolo sarà numerato con quattro cifre (le due che indicano il disegno in bianca e le due che indicano il disegno in volta);
In corso d’opera decidereste anche che:
- la sequenza di piegatura di ciascun fascicolo potrà variare a caso senza incidere sul numero finale di combinazioni possibili;
- due bande bianche incrociate su ogni disegno faranno in modo che il libretto finito presenti su tutti i lati esterni delle pagine il margine riservato automaticamente dalla stampante sui lati del foglio steso.
Alla fine si saranno ottenuti 9801 fascicoli e non ce ne saranno due uguali.
Si chiameranno… ma certo, SCARABOOK!
Io ho effettivamente fatto così.
Poi come per ogni progetto che si rispetti, dopo averlo definito e in parte realizzato, potrei trovare interessanti ragioni filosofiche o anche etiche se non addirittura politiche che gli attribuiscano un senso.
Ve le risparmio o ve le lascio cercare da soli.
Sono diversi anni ormai che ragiono intorno al libro, alla sua funzione, alla sua storia, alla sua necessità o meno. Questi Scarabook sono un contributo non verbale al tema, oltre che un prodotto delle mie riflessioni.
Sono a circa un ottavo dell’opera e non mi sono ancora annoiato. Farli materialmente è una sorta di esercizio di meditazione ma anche una continua sorpresa e mi ha portato a passi in avanti del tutto inaspettati nei ragionamenti sul disegno, che resta il mio interesse principale.
I 99 disegni scelti per gli Scarabook.
Anche se l’operazione andrebbe letta nel suo complesso, i singoli volumetti sono in vendita.
Il prezzo al pubblico è di 15 euro e per ora si trovano qui:
Milano
Cartoleria Tipografia Fratelli Bonvini
Cantù
Brescia
Castiglione delle Stiviere (MN)
Udine
Bologna
Firenze
Babele progetti d’arte - Laura Accordi 339 2330625
Roma
Padova
Libreria Zabarella
* l’amico era Sandro Bortone, filosofo, editore, collezionista, direttore di biblioteca, l’uomo che salvava i libri, conosciuto grazie (grazie davvero) a Marta Sironi.