Solo i bambini si affacciano ai balconi

Qualche mese fa misono imbattuta in un elegante libro di poesie dal misteriosotitolo Kona, edito da Tapirulan,marchio editoriale dell'omonima associazione culturalecremonese, conosciuta nel nostro ambiente siaper il concorso annuale per illustratori checulmina nella pubblicazione di un calendario a tema (quest'annol'argomento è Buffet, e i materiali vanno speditientro il 12 ottobre: affrettatevi!) sia per le numerose iniziative fra mostre edeventi che organizza. Tapirulan si occupa, però, oltre chedi illustrazione, di un sacco di altre cose, fra cui musica, fumetto,prosa, poesia e fotografia. Ogni anno per esempio organizza unconcorso per poesia inedita (a luglio si è chiusa lapartecipazione a quello del 2012).  
Kona che, come spiega Paolo Briganti nellaprefazione al libro, in giapponese significa polverela silloge che è stata pubblicata all'inizio del2102, relativa al concorso indetto nel 2011. Questo libro hacolpito la mia attenzione per una ragione semplice, ma non scontata:la qualità dei testi pubblicati. Potrei dire, praticamente di tutti. Lapoesia è un campo minato. Ed è facilissimo che i concorsi che le sonodedicati finiscano per proporre testi imbarazzanti: non per nulla è notoche l'Italia è il paese dove tutti scrivono poesia, ma nessuno, o almenopochissimi la leggono. E si vede.
I partecipanti al concorsodi Tapirulan hanno invece evidentemente letto molto: traspare dallamisura e dalla cura, dalla compostezza e dalla lucidità, dalla acutezzae dall'ironia dei versi, dalle scelte lessicali e metriche. Insomma,detto come va detto, io non mi aspetterei da degli esordienti unsimile risultato.

Foto di GianmarcoStocchi.

Invece,eccolo. Questo mi fa ripensare a una cosa di cui da alcuni mesi micapita di accorgermi: che il livello dei testi letterari di persone cheesordiscono nella scrittura si sta alzando. Naturalmente mi accorgodi questo nel mio campo, che è la letteratura per ragazzi. Mai comein questo ultimo anno, mi sono arrivati sotto gli occhi bei testi, siain prosa sia in poesia, che presuppongono cultura e capacità. Quando,decisamente, nel libro illustrato, la qualità dei testi è semprestata inferiore a quella delle immagini (in sostanza, è più faciletrovare buoni illustratori che buoni autori). A mio avviso questacrescita dipende dall'evoluzione che si è avuta nell'ultimo decennionel settore, nel nostro paese, crescita che ha nutrito e allevato unagenerazione di scrittori più competenti. Che anche nella poesia lecose stiano mutando? Non sono in grado di dirlo su basi più fondate,ma a giudicare da Kona l'impressione èquesta.
Vi riportiamo due poesie del vincitore del concorsodel 2012, Raffaele Sabatino, che mi sono piaciute particolarmentecome porte schiuse su visioni d'infanzia (tema più che mai spinoso eingannevole). E una poesia brevissima di Emma De Zuani.
Nelvolume a ogni testo è associata una immagine fotografica (e sì, anchele foto sono belle)
Ringraziamogli organizzatori di Tapirulan per averci permesso di pubblicare gliuni uni e le altre.




Raffaele Sabatino
850      
Solo ilnipote capisce lo zio 
PaoloConte

C’è stato un tempo in cuidi tanto in tanto
lavavo l’automobile a mio zio.
Era celeste. Leggevo nell’aria
segnali propedeuticialla richiesta,
l’armamentario esposto nel cortile:
una pompa arancione, spugna, shampoo. La 850 attendeva.
La lavavo dentro e fuori, e i vetri,
poi lui mi dava dueo tremila lire
e se ne andava via, con la sua vita
da ragazzo di paese (e già “dottore”)
mettendoin folle giù per la discesa,
per la città, per qualcheappuntamento. La 850 ancora gocciolava.
Un giorno ci facemmoun incidente,
ma preannunciato: a causa della pioggia
iniziò lentamente a scivolare
e mio zio gridò forte:«Reggiamoci!»
mentre non seguivamo più la curva
andando allegramente alla deriva. La 850 deragliava.
Ame sembrava di avere un padre, e

benedicevo tutti gli zii, i nonni,
le famiglie un po’ arrangiate del mondo,
le occasioni riservateai secondi,
il dio deglistudenti in medicina
chefanno i camerieri nei week-end.


Correzioni   

Mysecond great discovery was death.
Children don’tthink they’re ever going to die.
I was like that too,until I was four.
I was in a shop with my mother andsuddenly
I realized I was wrong. I started to cry. Iknew I would die

Paul Erdös

Foto di LindaVukaj.

Falliteginnastiche correttive
mia madre mi portava incorriera
alla “Athlon”, piscina cittadina,
sperando di guarirmi la schiena.
Scongiuravamoincombenti scoliosi
tra svestizioni tacite, intese
che officiavamo come due novizi
di sacrestia, poil’uso esercizio:
annaspare tra righe di boe,
vederle sfilare a due a due,
aggrapparsi a tavolecolorate
mai completamente abbandonato;
accessoriogalleggiante, serio,
consideravo tra spruzzi di cloro
regolare l’incedere adagio
alta alla parete diun orologio.



Foto di NicolaBoccaccini.

EmmaDe Zuani

Solo

Solo i bambini
si affacciano aibalconi
e i vecchi, e i fiori.