Un bambino con la coda non sembra più strano

[di GuiaRisari]

Nel 2011, ho avuto una seriedi incontri sui miei libri con i bambini della scuola primaria diVercurago, dove ho trovato un ambiente aperto e pieno di umanità edi dinamismo. Bambini di diversa provenienza, esperienza e abilitàvivono insieme, anche grazie all'impegno delle maestre.
Conl'insegnante, Diana Cattaneo, e la sua terza classe, abbiamo realizzatouna lettura creativa e un laboratorio sul mio libro La coda canterina, illustrato daVioletaLopiz.
La coda canterina raccontala storia di un bambino che una mattina si sveglia e scopre che gli ècresciuta una coda. Una coda molto strana e vispa che non sta ferma unattimo e per di più canta a squarciagola. Allarmati, i genitori e gliadulti del piccolo villaggio in cui il bambino abita, le si attaccanocercando di strapparla, ma la coda prende a crescere e a crescere finoa compiere il giro del mondo, portando con sé gli adulti che, girae rigira, si ritrovano infine al punto di partenza. A questo punto,però, tutto è cambiato: il bambino è cresciuto e i grandi hanno vistoe imparato tante cose nuove. Così, tutti decidono di vivere in pacecon la coda che non ha, naturalmente, alcuna intenzione di smettere dicantare.
La prima fase del lavoro con i bambini è consistitanel raccogliere in un pannello tutti i commenti nati dalla letturadel racconto (eccone qui qualche esempio: «Sorprendente è quando seicon un essere vivente.» «La mamma ha la coda legata al piede.» «Ilpompiere ha la giubba consumata. Sono poveri.» «Sembra che Ivan abbiail paese in testa. Il bambino cresce nel frattempo. Il villaggio gliva sempre più stretto.»), per poi ricostruire la storia brano dopobrano, come un puzzle, anche attraverso i disegni delle scene che piùhanno colpito.

Conclusoquesto lavoro, ogni bambino ha disegnato una propria coda e la codadi uno dei personaggi della storia. Infine, ho sollecitato i ragazzia immaginare e poi raccontare quel che poteva essere accaduto agliadulti in giro intorno al mondo, che incontri sorprendenti potevanoaver fatto, e con questa storia ognuno ha costruito un vero e propriolibretto.
Così La coda canterinasi è arricchita di numerose varianti fino a diventare una storiainfinita, una storia che appartiene a tutti: la miglior cosa che puòcapitare, credo, a una storia. La maestra ha poi fatto realizzaredelle code con materiale di recupero da utilizzare durante le festee a carnevale. Non tutte, naturalmente, canteranno, ma molte sonocerta di sì.


Qui, alcune domande che ho posto ai bambinie le loro bellissime risposte:

Non si potevatagliare la coda con le forbici?
«La coda erauna parte del bambino. Perché portargliela via?  È comestrappare le foglie agli alberi. A tirare non gli faceva male.»
Cosa ha in mano la mamma quando torna dal viaggio intornoal mondo?
«Una sorta di mappamondo, un simbolodel mondo che ha visto. Porta la sua esperienza come un regalo peril bambino.»
C’era davvero motivo di tagliarela coda?
«No, non dava fastidio. Voleva solofar sentire la sua voce e stare con gli altri.»
Igenitori hanno imparato molto, viaggiando?
«Sì,hanno visto così tante cose diverse che un bambino con la coda non sembraneanche più strano.»

Per finire, vi propongoin lettura e in visione alcune delle code, scritte e disegnate, che iragazzi hanno realizzato a partire dalla lettura e dalla discussione diLa Coda canterina.

È la coda delpompiere. Si chiama Otto.
Spegne gliincendi e riempie i secchielli.
Èdivertente e generosa.
Il coloreè giallo per la tigre.

(MiriamBanetti e Simone Spiandorello)

La coda delpapà. Si chiama SuperSport.
Fadei tiri micidiali e quando tira fa sempre punto. Gioca a calcio,ma la sua passione sono il basket e il rugby.
Non c’è solo lo sport tra le sue passioni, maanche la natura.

(FrancescoCaiani e Alessandro Radaelli)

È la coda deltabaccaio. Si chiama Fulminex. È molto lunga, forte, grande, nuota,è veloce. Osserva la natura. Alcune volte va a caccia. Il mondoè in mezzo all’oceano, al mare, all’universo, all’aria? Aciascuno la sua risposta. La coda sembra uno squalo, una spada, unalancia. La fine sembra un piede. La testa una manta. In mezzo èa molla per allungarsi.

(AndreaAlborghetti e Emma Scardigli)

È la coda dellamamma. Si chiama Farfallina.
Èa pois neri e fucsia. Fa bolle di sapone, vola e, con le sueamiche fa arrivare il caldo.
C’erauna volta una coda molto bella che apparteneva alla mamma di unbambino magico.
La mamma racconta:una mattina di un giorno molto freddo arrivarono le sue amiche supere fecero venire il caldo.

(SaraMazzoleni e Matilde Alborghetti)

È la codadel fruttivendolo. Si chiama Fruttatutto.
Vende frutta, fa spremute, rifà i frutti che havenduto, raccoglie la frutta e la verdura che trova in giro. Cucinaverdure e prepara insalate e macedonie. Fa maturare al punto giustofrutta e verdura. Vive a Fruttolandia

(Diana Cattaneo and the kids)

È la coda del gatto. Sichiama Nick Gheit.
È tutta nera conl’estremità bianca. È talmente lunga che esce dal globo. Prendetutto quello che trova da mangiare per portarlo al gatto. Fa la brava permeritarsi cose buonissime.
Ci sono tantipianeti e stelle e si vedono sole e luna.

(Ibrahim Ghonim e Martina Stanizzi)

È la coda delmacellaio. Si chiama Start & Stop.
Difende il macellaio con i pugni e taglia lacarne. Ha i guantoni, molti coltelli, è tanto più grandedel mondo.

(AlessandroMartello e Luca Papini)

È la coda delfornaio. Si chiama Bengi.
Aiuta il fornaioa fare i panini. Sembra un po’ una coda di procione e un po’ dicastoro.
Un giorno il fornaio, mentrefaceva i panini, si accorse che aveva una coda con le strisce. Allorala coda decise di aiutare il fornaio. Poi il fornaio la chiamòBengi. Il fornaio è affettuoso e generoso.

(Nicole Gennuso e Martina Stanizzi)

È la coda delbecchino. Si chiama Sandail Crocodile.
Lacoda costruisce le tombe e seppellisce le persone. È fatta di ossadi uomo, di donna e di bambino. I crani bevono sangue e si nutrono diceneri di persone morte.
Vive nel cimitero,esce alla luce della luna.

(StefanoTirinzoni e Alessandro Ferrario)

È la coda del Sindaco. Sichiama Cappellaia.
Costruisce cappelliper il Sindaco. Il Sindaco consuma tanti cappelli perché se li puòcomprare solo di cartone. Allora la coda glieli fa di tutti i materiali:pezza, stoffa, carta velina, lana, ferro, paglia, cotone, carta,seta, foglie di pannocchia, velluto, pile (si legge pail, ragazzimiei!), carta stagnola, jeans, lamé.

(Filippo Carbonara e Riccardo Valsecchi)