Oggi vi presentiamo Un silenzio perfetto di Antonella Capetti e Giovanna Zoboli, illustrato dalla bravissima Melissa Castrillon, già illustratrice di Che bello!. Come sia nato questo libro e perché abbia due autrici, ve lo spiegano le dirette interessate.
[di Antonella Capetti e Giovanna Zoboli]
Una mattina, il grillo non si alzò. Tutto era come sempre: il sole nel cielo, l’erba nel prato, l’acqua nel fiume. Ma quella mattina, il grillo non si alzò.
A.C. - Da sempre sono affascinata dai modi di dire: mi paiono paradigmatici, ma, allo stesso tempo, facilmente e giustamente contestabili, perché a volte è proprio nella calcificazione del modo di dire che si corre più forte il rischio di sottostare a un pensiero unico, e pregiudiziale.
Uno tra i miei libri preferiti, che da anni utilizzo nel mio fare scuola con gli albi, è Forte come un orso, di Katrin Stangl, che magnificamente illustra le similitudini che intercorrono tra qualità assolutamente umane e il mondo animale. Forte come un orso, appunto; timido come un cerbiatto, affamato come un lupo, selvaggia come una tigre, felice come un cane. E, anche se sul libro non appare, sveglio come un grillo.
Ma cosa accadrebbe se, una mattina, il grillo non si alzasse?
Sembra una mattina come tante. Tutto è com’è sempre stato. Ma, quella mattina, il grillo non si alza. Eccolo qui, il punto di rottura. Quello su cui, spesso, s’innesta il meccanismo di una storia.
Credo di aver avuto in mente, all’inizio, la depressione. Che è male che conosco e ho frequentato da vicino. E credo di aver pensato al senso di totale impotenza che la depressione genera in chi ne soffre, e in chi gli vive accanto.
Non è che il grillo non voglia alzarsi. Ci prova, almeno all’inizio. Ma proprio non può. E a nulla valgono le insistenze e i tentativi degli amici. Che lo amano, e agiscono in assoluta buonafede. Ci provano in tutti i modi. Eppure, appunto, si scoprono impotenti.
Il grillo, a un certo punto, con un enorme sforzo, si alza dal letto, ma tutto quel che può, e forse, in un certo senso, deve fare, è sbarrare l’ingresso per non fare entrare nessuno.
A questo punto, quando sembra che tutto sia perduto, arriva lui. Il silenzio. E, con il silenzio, è arrivata la Zoboli.
G.Z. - Il testo di cui ha scritto, fin qui, Antonella, quello che ha per protagonista il grillo che una mattina non si sveglia, mi arrivò da lei per mail come proposta editoriale (dopo il successo di Che bello!, pubblicato anche in diverse edizioni straniere). Lo lessi quasi subito, se ricordo bene. Poi lo rilessi qualche altra volta, a distanza di tempo, per capire bene che impressione mi facesse (come faccio sempre) e mi confermai nella prima idea che avevo avuto: che l’inizio della storia, l’ambientazione, i personaggi l’atmosfera erano interessanti, ma la fine non funzionava. C’era qualcosa che proprio non andava ed era un peccato, perché la storia era promettente.
Quando una storia non mi interessa, non mi convince, mi lascia perplessa o trovo che proprio non funzioni, di solito lo dico senza mezzi termini all’autore. Ma questo non era il caso. Mi pareva un buon testo su cui si poteva lavorare con un buon editing. Così decisi che potevo provare a metterci le mani. Quasi subito mi parve di capire che cosa dovesse cambiare. Mi piaceva molto che a un certo punto arrivasse il silenzio, nella storia, accanto al grillo, ma il problema era che questo silenzio parlava un po' troppo, faceva rumore, si imponeva in modo poco saggio e coerente per essere davvero silenzioso. Allora mi chiesi: che cos'è esattamente il silenzio? Uno stato, un modo delle cose, un'assenza di... E se invece diventasse una presenza?
Fu così che capii che quel silenzio poteva diventare il Silenzio: un nome proprio ovvero un vero e proprio personaggio. O, meglio, la sua presenza. Una presenza che, evocata dal grillo malato, non diceva nulla. Stava perfettamente zitta. Incarnava unicamente se stessa. Trovai che forse questa sarebbe stata la soluzione capace di sottolineare il senso profondo del testo. E così, sulla base di questa intuizione, riscrissi la seconda metà della storia e la sottoposi all’autrice.
La soluzione piacque molto ad Antonella che, generosamente, mi disse che le sembrava giusto che io firmassi Un silenzio perfetto come coautrice. Ecco, quindi, spiegato perché il mio nome compare sulla copertina. Poi, naturalmente, è arrivata Melissa Castrillon che ha illustrato il grillo e il suo amico silenzio con la consueta bravura e grazia. E così adesso, tutte noi tre speriamo che vi piaccia.
A.C. - Quando Giovanna mi inviò il nuovo testo (perché nuovo era, a tutti gli effetti), mi stupii, perché, anche se era stato sviluppato in modo molto diverso da come io l’avevo inizialmente pensato e scritto, mi ci ritrovai immediatamente immersa.
Penso davvero che solo Giovanna avrebbe potuto scrivere quell’intensa riflessione sul Silenzio. Non io, maestra, che come molti colleghi lo vivo in un rapporto per così dire 'scolastico'.
Per molti di noi il silenzio è principalmente una richiesta, spesso disattesa; una necessità. A volte addirittura una pretesa.
Esiste un solo Silenzio che io possa, da insegnante, identificare con la maiuscola; quello che talvolta si è generato durante la lettura ad alta voce di alcuni testi. In questi casi, come per il grillo, il Silenzio è diventato un dono, forse annidato in un punto a sinistra del torace.
È stato così che il Silenzio mi ha conquistato.