Volare, oh oh

Prima di conoscere dipersona SergioRuzzier, due anni fa, a Bologna, alla Fiera del Libro perRagazzi, conoscevo, e ormai da parecchi anni, il suo libro Gliuccelli. Siccome la mia immaginazione spesso mi impone ilsuo modo di vedere le cose (il che non sempre è un vantaggio), hopensato che Ruzzier fosse un tipo secco, alto, emaciato, attempatoe cattivissimo. Lo immaginavo anche con un aspro accento veneto, ilche non migliorava le cose. In sostanza, con quella tipica ingenuitàdi chi è dominato dall'immaginazione, mi ero fatta l'idea che fosseun minaccioso connubio dei quattro terribili personaggi del libroGli uccelli. Ci ho preso solo con l'altezza.

S. Ruzzier,immagine per la mostra Librettopostale. Animali in viaggio, 2013.


Quest'anno, sempre a Bologna, alla mostra Libretto postale. Animali inviaggio, la mia cartolina preferita era quella diRuzzier. Quel pulcino che fissa il pollo arrosto si può dire sintetizziil dramma di ogni vita al suo esordio. E in più fa ridere. Fa ancorapiù ridere il testo della cartolina. E il fatto che firmarlo sia statoPio VIII.

S. Ruzzier,immagine per la mostra Librettopostale. Animali in viaggio, 2013.


Sempre quest'anno, Ruzzier è stato scelto per realizzareil manifesto del Festivaletteraturadi Mantova. Come vedete, anche qui, uccelli. Intervistato da Glamour,Ruzzier ha spiegato con precisione a che libri corrispondanoquelli che i suoi volatili stortignaccoli leggono fra i merli delcastello. Se date un'occhiata ai titoli che ha indicato, vi rendereteconto della finezza del suo ingegno, oltre che di quella delle sueletture.

S. Ruzzier, manifesto, Festivaletteratura, Mantova2013.

Nonostante nonsia secco, emaciato, attempato e cattivissimo, Ruzzier è comunqueil classico tipo che infrange lo stereotipo dell'autore di libri perragazzi. I suoi personaggi, di solito animaletti dall'identità ibrida,oscillano fra perfidia e dolcezza, e, visivamente, fra mostruositàe tenerezza.
Siccome questo si potrebbe dire del 99%per cento dei bambini di questo mondo, ho riflettuto che forseper questo Ruzzier è diventato, e per giunta negli Stati Uniti,un affermato autore di libri per l'infanzia.
Oggi, il pdfdel libro Gli uccelli è disponibile atutti sul blog di Sergio. Per festeggiare questo evento, ho pensatoa questa breve conversazione, in cui l'autore si è gentilmenteprestato a farsi coinvolgere. Le domande sono incentrate su quellache sembra essere una vera e propria predilezione per i volatili(su Le figure dei libri, invece, ne trovate una interessante sul suo lavoro diillustratore).

Non so se sia corretto,ma credo che i capostipiti di questo stormo creativo, siano, appunto,quelli del libro Gli uccelli. Pennuti che infrangonoogni luogo comune di specie, apparendo poveri pollastri male in arnese,gravati da un peso esistenziale che sembra precluder loro il volo, ela conseguente ebbrezza della libertà (l'antitesi dell'insopportabileJonathan Livingston, per intenderci), date anche le alette rattrappitedi cui dispongono. E che, ad allietare il loro tetro soggiornoterreno, si direbbero afflitti da un tocco di umor depressoide.

Dal blog di Sergio Ruzzier: Sassetta vsRuzzier.


Come ti è venuta l'idea di questo libro?

L'idea iniziale si limitava al primo episodio, quelloche nel libro chiamo prologo. Era poco più di una vignetta. Mi piacevapensare a questi uccelli male assortiti che arrivano in un posto chedovrebbe essergli famigliare, ma che in fondo non sembra appartenerglipiù di tanto. Ho fatto quei due disegni e poi il resto è venuto un po'da solo.

Un altro pennutodi Ruzzier. Da Have You Seen My New Blue Socks?Clarion 2013.


Come hai trovato l'editore?

Veramente è stato l'editore a trovare me. Avevo ricevuto unalettera da Chicca Gagliardo e Francesca Habe in cui mi invitavanoa pensare a un libro a figure (come si dice picturebook in italiano? a me albo illustrato non sembra giusto)per la casa editrice milanese con cui collaboravano al tempo. Ioavevo questo germe d'idea che, bontà loro, gli è piaciuto, ecosì ci siamo messi d'accordo. Poi, per un motivo o per l'altro, illibro è stato invece pubblicato da Despina, che Chicca e Francesca,insieme ad Anna Serva, nel frattempo, avevano deciso di fondare. DopoGli Uccelli, Despina ha pubblicato anche duebei libri di Massimiliano Tappari, Parole chiavee Coffee break.

SergioRuzzier, Gli uccelli, Despina2002.


I protagonisti del libro sono uccelli migratori, o almenocosì si direbbe, visto che tornano a casa con la primavera. Peròsono uno diverso dall'altro, non come i migratori che volano framembri della stessa specie. Insomma, sembrerebbe un piccolo stormodi individualisti.

Hai ragione. Comedicevo, sono senz'altro molto male assortiti. Forse si sono conosciutiin uno di quei vecchi compartimenti delle FFSS, con le tende marroni chesventolavano sempre perché il finestrino non si chiudeva. Immaginonon avessero neanche il biglietto e il controllore li ha fattiscendere alla stazione più vicina.
Sono insieme quasi percaso e per convenienza, non certo per amicizia.


SergioRuzzier, Gli uccelli, Despina2002.


Puoi dire una cosa per ognuno di loro: l'uccello verde,quello azzurro, quello arancione, quello marroncino?

Provo, ma sono pronto a ritrattare. L'uccello verdemi sembra l'unico che forse potrebbe cavarsela anche da solo. Quelloazzurro, alto, è uno di quei personaggi che per qualche motivo ti siappiccicano per qualche mese, che sembra non possano vivere senza di te,ma che poi spariscono all'improvviso senza mai più ricomparire. Quellomarroncino per me è rosa-bianchiccio, ma come si sa, sui colori non sidiscute. Non mi fiderei mai di lui. Se passasse le giornate al bagnodegli uomini della Stazione Centrale di Milano non mi stupirei. Haun occhio finto. Quello piccolo, arancione, può ritenersi fortunatodi essersi in qualche modo salvato dall'essere arrostito.

SergioRuzzier, Gli uccelli, Despina2002.


A me leggendo illibro è venuto più volte in mente il vecchio adagio:
Lastrada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni. Unpensiero un po' apocalittico. Forse suggerito anche dalle atmosfererarefatte, da giudizio universale (evocato dall'affresco sullachiesina).

Hai mai visto il giudizio universale di Taddeo di Bartolonella collegiata di San Gimignano? Che meraviglia. L'ho visto laprima volta che avevo dodici anni e mi è rimasto addosso.

SergioRuzzier, Gli uccelli, Despina2002.


Sintetizzando in una frase pomposa: lo sguardosevero dei trecenteschi italiani diventa teatro metafisicodello smarrimento contemporaneo (ipotizzando che Gliuccelli siamo noi). Però poi, come accade per il pulcino,queste situazioni fanno sempre un po' ridere.

Eh be'. Le cose tragiche o deprimentifanno sempre anche un po' ridere, almeno quando le guardicon un certo distacco. Pensa alla tavola di Simone Martini con le storie del Beato Agostino Novello:in uno degli episodi, Agostino si precipita volando come unantenato di Nembo Kid, ma invece di salvare il bambino che sista per schiantare al suolo dopo essere caduto dal balcone,sembra più interessato a salvaguardare l'assicella di legnocaduta insieme al bambino.

SergioRuzzier, Gli uccelli, Despina2002.

Mi piace molto lacassapanca dove i quattro disperati buttano alla rinfusa le cose daportare in viaggio. Da piccola ne avevo una identica

Completamente inutili quelle cose. Tra l'altro nonsono neanche sicuro che sia roba loro.

SergioRuzzier, Gli uccelli, Despina2002.


E comunque la grande libertà degli uccelli consisterebbenel non essere gravati da beni materiali. Non come noi, sempre con qualchevaligia appresso.

Quando sono scappatoda Milano, trasferendomi a New York, avevo quest'ansia addosso perchéavevo qualche centinaia di libri, soprattutto libri d'arte, e non sapevocome portarmeli dietro senza dover pagare una fortuna. Poi ho presola decisione di lasciarmeli dietro, regalandone una parte, vendendoneun'altra, e così via. Non mi sono mai sentito così leggero in vitamia. Eppure c'erano tanti bei libri.  

SergioRuzzier, Gli uccelli, Despina2002.


Gli uccelli tornano in una casa che non li aspetta, ma incui rimangono, causa condizioni meteorologiche avverse. Lì dispongonodi un canapé di velluto, un attaccapanni e una libreria. Comedire, sono autosufficienti. E sono così sprovveduti (e brutali)che con ogni probabilità se la caveranno.

Probabilmente sì, sono autosufficienti, anchese alla fine uno di loro potrebbe veramente venir mangiatodagli altri, magari verso febbraio.
Chissà cosase ne faranno dell'attaccapanni, dato che non hanno panni daattaccarci.



SergioRuzzier, Gli uccelli, Despina2002.


A chi consiglieresti questo libro?


Non lo so. Però mi piacerebbe molto sapere cosa pensa del librochiunque lo legga, così come mi ha fatto piacere sapere cosa ne pensitu.

SergioRuzzier, illustrazione per Forbes magazine2002.