Amici nascosti fra i banchi di scuola

Raccontare su un blog i percorsi di lettura del libro Gli amici nascosti

[di Luca Lòtano]

Leggere il libro Gli amici nascosti nelle quinte elementari è un po’ come ricominciare la storia ogni volta, da diversi punti di avvio. È come sperimentare una relazione circolare tra persone adulte e bambine che negli anni continuano a muoversi e, in questi movimenti, a incontrarsi, a riconoscersi, ad alimentare una curiosità reciproca; come amici nascosti, appunto, nello spazio e nel tempo. Questo racconto, in quanto circolare, ha diversi inizi.

Dal gennaio del 2020, con Asinitas, all’interno del progetto DOORS Con i bambini - Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, e come già fatto negli anni precedenti dall’autrice in altre scuole, proponiamo percorsi di lettura del libro Gli Amici nascosti di Cecilia Bartoli, edito da Topipittori, all’interno delle classi elementari dei diversi plessi dell’Istituto Comprensivo Salacone che condivide con Asinitas una delle zone densamente multiculturali del quadrante Roma Est.

Quest’anno abbiamo attraversato via Policastro, la strada che unisce il centro interculturale di Asinitas, per entrare nella VA e nella VC del plesso Carlo Pisacane. È proprio qui, all’interno della Pisacane, che nel 2005 iniziò un pezzo di questa storia, quello delle scuole di italiano di Asinitas con le madri dei bambini e bambine arrivate in Italia che non conoscevano ancora la lingua, quando “insieme abbiamo iniziato a vivere la scuola pubblica come una piazza, un luogo di incontro tra famiglie, maestre, bambini e associazionismo, in cui si lavorava per contribuire in maniera congiunta alla crescita scolastica ed educativa dei piccoli allievi”, e che nella sede di Ostiense accoglieva rifugiati e richiedenti asilo.

Taiba, proprio una di quelle tantissime madri richiedenti asilo e rifugiate che, dal 2005 a oggi, sono passate e continuano a passare per le scuole di italiano, è una dei protagonisti del libro, insieme al figlio Robera che ne è la voce narrante. Nel 2007 Cecilia Bartoli, fondatrice di Asinitas, ascoltava un primo pezzo della storia da lei raccontata nelle classi di italiano, come maestra. Contemporaneamente Cecilia, come psicologa dal figlio Robera alla scuola elementare, la ripercorreva insieme al bambino che, senza parole, provava a rimettere in scena il viaggio. Quel viaggio iniziato da sua madre dall’Etiopia e continuato insieme tra il Sudan, la Libia e il Mediterraneo, durante il quale Robera ha scoperto chi era sua madre, Taiba Gegh’-na, che in amarico significa “Taiba coraggiosa”.

Taiba in un'illustrazione di Guido Scarabottolo per Gli amici nascosti.

Taiba e Robera nei disegni realizzati dai bambini.

Il viaggio nel deserto illustrato da Guido Scarabottolo per Gli amici nascosti.

Taiba, Robera e i ladri nel deserto disegnati dagli alunni della scuola primaria Pisacane di Roma.

Quella dedicata a Taiba Gegh’-na è una delle pagine della storia che più resta impressa durante la lettura, quella parola in amarico diventa subito lessico famigliare. Ed è con il lessico che all’interno delle classi creiamo insieme un percorso di lettura fatto di immagini, giochi, disegni, audio e video che raccontiamo poi sul blog nei post immaginati e pubblicati insieme alle bambine e ai bambini, mentre ripercorrono la storia di Taiba e Robera che dall’Etiopia arrivano fino in Norvegia. Una storia che nel 2014, diventata libro, ha iniziato il suo viaggio editoriale grazie a Topipittori.

«Leggendo le pagine de Gli amici nascosti abbiamo scoperto che viaggiare non è così facile per tutti. Abbiamo preso in mano i passaporti di diversi paesi del mondo, e giocando abbiamo imparato a capire che purtroppo avere un passaporto diverso significa anche avere possibilità diverse di muoversi per il mondo».

Leggere Gli amici nascosti nel 2022 è importante per rimanere in contatto con la storia di questi anni passati, ma anche per continuare a conoscere nuove storie simili a questa. Entrare, oggi, in una quinta elementare significa spesso entrare in una classe disomogenea rispetto al livello di conoscenza e di comprensione della lingua, significa connettersi con geografie e visioni del mondo provenienti da diversi continenti; varcare un luogo nel quale le lingue originarie cercano il proprio valore legato alle storie famigliari, ma anche alla lingua futura che creeremo.

Cecilia Bartoli durante un incontro con i bambini.

La proposta che proviamo a fare, allora, è quella di fornire mezzi multipli di rappresentazione della storia e delle conoscenze che noi tutti, bambini e adulti, possiamo portare. Usando i nostri corpi, le mani, i monitor touch delle classi, dei registratori audio, i nostri computer portatili, Taiba e Robera ci portano sul web in un ennesimo nuovo viaggio, alla scoperta di cosa sia la rete a cui siamo perennemente connessi, cos'è un blog e come usarlo per raccontare cosa significhi nascere in un luogo diverso da quello dei propri genitori, morire di sete, scoprire chi è un rifugiato politico, parlare di coraggio e di amicizia, di viaggi, di giochi da bambini e di nostalgia per il proprio paese.

Dopo aver cantato una canzone congolese che ci ha insegnato Henry Brunide, mediatore che ha curato il percorso di lettura con me e Federica Mezza, la storia scopre ancora un altro inizio; nelle classi entriamo con Alagie Camara e Mahamadou Kara Traore, giovani uomini, amici nascosti che abbiamo conosciuto come studenti delle scuole di italiano dei Centri di Accoglienza Straordinaria per rifugiati e richiedenti asilo, che vengono a raccontarci i viaggi di oggi nei quali ritroviamo le parole di ieri, quelle del libro, nelle quali io e loro ritroviamo il nostro incontro, mentre Alagie e Robera sembrano ormai aver corso insieme quel tratto di deserto, ammassati nelle Toyota a pagina 44 in un paragrafo che stiamo finendo di scrivere.

Alagie racconta il suo viaggio.

I bambini durante un'attività di laboratorio.

Henry Brunide insegna a cantare.

La VA e la VC della scuola primaria Pisacane di Roma.

Il libro Gli amici nascosti continua a iniziare ogni volta che lo apriamo in una classe, mentre bambine e bambini ascoltano in cerchio, in silenzio, e poi nella confusione di storie che sono anche le nostre, in un laboratorio di narrazione come spazio di ascolto e partecipazione, ma anche di problematizzazione e ricerca. Quando l’ultima volta, sono entrato in classe per riprendere dei moduli dalle maestre, uno dei bambini sbracciandosi, mi ha chiamato: “Luca! Ho cercato poi su Google, ho trovato il blog, ci siamo! Ci sono anche io!”. È bello pensare che questo possa essere un piccolo spazio narrativo nel quale avere voglia di ritrovarci, di esserci, insieme. Anche a distanza di tempo e di spazio.


[I percorsi di narrazione del libro Gli amici nascosti sono svolti all’interno del progetto DOORS Con i bambini - Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile. Sono stati animati in questi tre anni da Cecilia Bartoli, Elena Canestrari, Luca Lòtano, Mahamadou Kara Traore, Federica Mezza, Henry Brunide Grace Henry Samba Diandoba e Alagie Camara con il supporto delle maestre e maestri dei plessi Iqbal Masih, Francesco Baracca e Carlo Pisacane dell’Istituto Comprensivo Simonetta Salacone.]