Qualche settimanafa, a un anno dalla scomparsa, è uscito in libreria Walter Bonatti. Una vitalibera, curato da Rossana Podestà, peri tipi di Rizzoli. A parte la mia passione perl'alpinismo, la ragione per parlare in questo blog di questo libro èevidente fin dalle prime pagine. Infatti, alla radice della passionedi Walter Bonatti per la montagna e per l'esplorazione - una passioneche l'ha portato a diventare il più grande alpinista della sua epoca,un viaggiatore instancabile e un fotografo straordinario - c'è unsogno.
Scrive Rossana Podestà, sua compagna perpiù di trent'anni, che Walter bambino, mandato a vivere dalla nonna a SanPietro al Cerro, vicino alle rive del Po, «[s]empre però tornaal grande fiume a immaginare nuove avventure, sogna di attraversare mariin tempesta mentre nuota veloce nella sua corrente, trovarsi sull'altrasponda era la meta suprema e il Po docile si fa amico di questo ragazzinosolo.»
Solo, sì. Masempre accompagnato dai libri, che gli raccontano i luoghi dell'avventuraalla quale agognava e gli indicano la strada. «Tutti noi,a una certa età,» scrive Bonatti, «sogniamo suciò che leggiamo. Verso i 15 anni mi sono immedesimato nei racconti diJack London, di James Oliver Curwood, di Herman Melville. Su quei librifacevo spesso annotazioni a matita, perché già allora mi creavo deipunti fermi di interesse. E il Po, sulle cui rive vivevo diventava perma allora il Mississippi, o il Rio delle Amazzoni.»
«Il mio gran desiderio, fin dall'inizio,è stato di poter vedere quel che stavo leggendo, e così questisogni io li ho ravvivati facendone il motivo dei miei viaggi. In tuttiquesti viaggi sono dunque andato a inseguire i miei sogni; a volte meli reinventavo, e dopo averli dovutamente studiati me li appuntavopoi su una mappa. Alcuni di questi libri mi accompagnarono nei mieiviaggi: Hemingway nelle savane africane, e Jack London nel Grande Nord[...]»
«Come la montagna,anche questo diventò un mio modo di essere: in montagna prima, e anchedopo, in giro per il mondo, io mi misuravo con le difficoltà sulle traccedi London, di Curwood, di Melville, ma in fondo per misurarmi, per saperechi ero. Alla scoperta di me stesso. Si può dire che per tutta la vitaho solo cercato di realizzare i miei sogni di bambino.»
Lacopia di "Radiosa Aurora" di Jack London, con gli appunti diBonatti. |
Nel libro sitrovano immagini meravigliose di luoghi straordinari, spesso ancoraoggi esotici e irraggiungibili (e non solo perché è difficilepotersi permettere la spesa del viaggio). Ma per me le immaginipiù commoventi sono quelle dei libri che Walter ha conservato,con le sue diligenti note a matita, in una calligrafia precisa,quasi compunta, che mostra la determinazione di chi sa già chequelle letture saranno un caposaldo della vita.
Lenote di Bonatti sulla sua copia di "Taipi" di HermanMelville. |
WalterBonatti ha compiuto imprese straordinarie. Cose che ancoraoggi, a cinquanta o sessant'anni di distanza, e nonostantei progressi delle tecniche e dei materiali, sono riservate aun'élite ristrettissima di alpinisti e viaggiatori. In questonon è stato l'unico. Probabilmente avrebbe dimostratoil suo talento anche se non avesse mai letto un libro in vitasua. Ma mi piace pensare - e le sue parole sembranoconfermarlo - che sia stata proprio la consuetudine con i grandiclassici della letteratura d'avventura a ispirargli quel guizzodi fantasia e di immaginazione che gli hanno permesso, ancor primae ancor più di farlo, di pensare l'impossibile.