[di Eleonora Cumer]
La denominazione libro d’artista raccoglie un ampio ventaglio di opere, fra queste anche i libri che nascono da altri libri, chiamati anche altered books, libri oggetto o libri scultura.
Un libro vecchio che non piace più o, al contrario, un libro che per noi ha un’importanza particolare può essere riutilizzato per crearne uno nuovo, dove le pagine assumono un significato diverso: quello che noi decidiamo di dargli.
Nei laboratori che tengo sull’utilizzo dei vecchi libri, inizio sempre col dire che quello che creeremo sarà frutto di un lavoro personale e, come tale, nostra espressione.
Con il libro come materiale di partenza non esiste il problema del foglio bianco. Abbiamo a disposizione molte pagine da cui trarre una serie infinita di spunti: il titolo, il titolo di un capitolo, una parola scelta a caso nel testo, anche un’immagine. Certo la messa a fuoco del contenuto è sempre la parte più difficile, ma una volta trovato può iniziare la ricerca del modo migliore di rappresentarlo.
Le pagine possono essere incollate fra loro per rendere il libro 'illeggibile'; si possono dipingere, tagliare e ricucire; incidere e arrotolare; si possono usare fili, stoffe, altre carte. Il libro può diventare un contenitore, ma può essere disfatto completamente e i fogli possono andare a comporre un’installazione. Si può lavorare sulle parole, modificandole oppure cancellandone alcune e lasciandone altre, come nei lavori di Isgrò.
La cosa più interessante che emerge nel corso dei laboratori è che nelle forme del nuovo libro i partecipanti riescono a trasferire i propri sentimenti, la propria storia, cercandosi e trovandosi nelle pagine scritte da altri, pagine che andrebbero magari perdute, buttate nei contenitori della carta.
Nell’ultimo laboratorio che ho tenuto da Cartavetra, a Firenze, mi hanno colpito molti lavori. Fra questi ne presenterò brevemente solo due, soprattutto per chiarire le modalità con cui i partecipanti hanno lavorato.
Una signora ha usato una sua traduzione di un libro di poesia visiva, lo ha completamente disfatto, ricomposto in modo irregolare incollando i lati delle pagine, poi con un filo ha segnato alcune parole, collegandole fra loro e componendo nuove poesie; questa volta, però, sue poesie.
Una ragazza invece ha utilizzato il libro Storia dal mie Paes per parlare del suo paese di provenienza e delle difficoltà di vita in esso incontrate. Per rendere al meglio la sua idea ha adoperato penne e carta; ha ritagliato e inciso le pagine.
Ci sarebbero molti altri esempi da portare, perché ogni lavoro è unico e comporta nuove soluzioni formali ed espressive. Ma sarebbe troppo lungo, e poi penso sia meglio lasciare la parola alle immagini.
In conclusione vorrei citare una frase che ripeto spesso: i libri riprendono vita, diventano scultura; la scultura diventa libro, diventa dipinto e il dipinto diviene libro. I libri si possono toccare, girare e rigirare; poterli leggere da ambo i lati consente di entrare nell’opera da diversi punti di vista. Un libro nato da un libro è un oggetto tridimensionale, che attinge alla profondità di chi l'ha creato e gli appartiene in tutti i sensi.