La prima parte del post su Scuola Radice è uscito la scorsa settimana e lo potete trovare qui. Qui trovate la seconda parte.
[di Alessia Napolitano e Chiara Franzil]
Scuola Radice non vuole definirsi come una scuola alternativa o parte di un movimento di “contro-scuola” sia perché è possibile trovare sotto al suo progetto pedagogico le radici di una tradizione educativa e didattica, forse dimenticata, che, dagli inizi del '900 ai primi anni '70, ha fatto della scuola italiana un’eccellenza, sia perché si pone di perseguire le più recenti raccomandazioni europee e le Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo d’Istruzione (che nel 2007 hanno sostituito i vecchi Programmi), avvalendosi della libertà e della responsabilità di scegliere l’itinerario più opportuno per consentire ai propri alunni di imparare bene e con piacere. In linea con il testo del Ministero, Scuola Radice sarà un contesto capace di dare significato alla varietà delle esperienze dei bambini, offrendo occasioni, mettendo a disposizione strumenti, promuovendo la capacità di elaborazione, conducendo verso lo sviluppo di competenze, intese come l’integrazione tra conoscenze, abilità e atteggiamenti in un contesto reale, in un apprendere che non sia per la scuola, ma per la vita. Paradossalmente, rispetto alla scuola pubblica dalla quale l'esperienza parentale tende ad allontanarsi, Scuola Radice raccoglie la sfida delle Indicazioni Ministeriali di realizzare una scuola “sufficientemente buona” sostenendo nel proprio progetto un uso flessibile degli spazi, la valorizzazione del territorio come risorsa per l’apprendimento e una modalità di lavoro laboratoriale, capace di sostenere approcci operativi alla conoscenza.
Da sinistra, Alessia Napolitano, Silvia Bertoncelli, Chiara Franzil, Ilaria Zannoni.
Certamente non si può negare che Scuola Radice sia fuori dall'ambito istituzionale e in questo senso, probabilmente, l'aggettivo “alternativa” non è del tutto inappropriato, ma viene da domandarsi se dare modo alla creatività di potersi esprimere, lasciare che un bambino impari la disciplina che lo studio richiede esercitando la libertà del proprio pensiero, suscitare in lui la passione per la conoscenza attraverso l’immersione nella natura e nel libri, significhi veramente esserlo e, se sì, è da chiedersi se la vera questione non sia invece come definire una scuola pubblica che sempre meno riesce a soddisfare queste richieste, nonostante la presenza dei documenti ministeriali citati.
Scuola Radice vuole, prima di tutto, essere autentica, capace di costruire non solo un ponte con il mondo, ma anche con la scuola pubblica, ponendosi, con un esempio concreto, in ascolto e in aiuto ad essa, per cercare, insieme a chi lo vorrà, di riportare in tutte le aule un apprendimento dilatato e felice. Allo stesso tempo, essa desidera costruire una rete, per far sì che le esperienze nascenti non siano isole e nemmeno in competizione tra loro.
Scuola Radice sostiene la libertà con la disciplina, l’ispirazione con il metodo, la complessità con la semplicità, i buoni libri con il catalogo della natura, l’amore per il proprio mestiere con una ferrea preparazione. Noi pensiamo siano binomi esportabili ovunque. La conoscenza è la parola che fonda il nostro progetto pedagogico, e il cambiamento, nel rispetto della tradizione e della cultura in cui viviamo, è ciò che lo muove.
Scuola Radice vuole essere una scuola della contemporaneità, capace di riconoscere che i bambini appartengono al mondo e al mondo vanno restituiti; ma che, tuttavia, non si piega sincronicamente sul presente, scegliendo di investire su ritmi e tempi diversi, a volte di nascita lenta altre di esplosioni improvvise, di sfioritura e di maturazione.
Vorremmo che a Scuola Radice si ripensasse continuamente il lavoro pedagogico che, come sostiene Mariagrazia Riva, deve appoggiarsi ad un'epistemologia nuova che lo riconfiguri come pratica – incerta e mai sazia a se stessa – di ricerca di significati, di ascolto di esistenze in crescita, di bella e autentica resistenza.
È da queste riflessioni che ha preso vita un lavoro appassionante e complesso volto a restituire la specificità educativa alla scuola e a riconoscere i diritti dei bambini, per rendere visibili nel quotidiano storie belle di esplorazione e apprendimento.
Una scuola che apre la finestra per lasciare entrare il sole e l’aria, che contempla il mondo con uno sguardo attento e curioso. Una scuola coraggiosa, che affonda i piedi nella terra, ma che è capace di riflettere il cielo. Una scuola che si mette a testa in giù, che si arrampica su un albero per provare a scegliere un altro punto di vista per pensare e pensarsi.
Scuola Radice si trova a Carpi in via Traversa S.Giorgio, 22.
Potete trovare il nostro progetto e i nostri pensieri sul blog della libreria e sulla pagina facebook Scuola Radice.
Per l'anno 2016/2017 le iscrizioni sono ancora aperte.
Per informazioni scrivete qui.
Le immagini che corredano il post si riferiscono a Semi e parole: una giornata per la poesia, organizzata a Carpi, dalla Libreria Radice-Labirinto, il 28 maggio scorso.