Primi giorni di scuola

[di Filomena Domenica Orrù]

L’inizio della scuola secondaria di primo grado, porta con sé tanti cambiamenti e attese novità: dall’edificio scolastico ai tempi e ritmi delle lezioni, dai nuovi compagni di classe ai docenti con cui gli alunni trascorreranno molte ore della giornata, imparando e crescendo insieme.

Al docente il compito di favorire la creazione di un bel gruppo classe, di avviare e intrecciare positive dinamiche relazionali, di rassicurare e guidare; ai nuovi alunni quello di farsi conoscere dagli altri; agli alunni della classe terza, ormai di “lungo corso”, quello di riannodare e rafforzare i legami, di condividere le esperienze e le emozioni tipiche dell’età. Per tutti l'inizio della scuola significa rimettersi in gioco, affrontare le piccole e grandi sfide, le nuove situazioni, i compiti più complessi che saranno occasioni di crescita.

Prima ancora di far scoprire o di riprendere il piacere di leggere e scrivere insieme ai ragazzi della classe 3^A, (scuola secondaria di primo grado Ales - OR), quest’anno ho proposto di sperimentare il piacere di creare e di costruire insieme, riprendendo l’arte della tessitura, per la realizzazione dei braccialetti dell’amicizia (per rafforzare l'identità della classe) e dell’accoglienza (come dono per i compagni in ingresso nella classe 1^A).

La scoperta di avere mani creative e capaci di fare è stata contagiosa, sollevando l'entusiasmo anche degli alunni più esperti nello scrolling di smartphone, e meno abili a intrecciare fili colorati.

Il tema del filo si pone in continuità con il lavoro narrativo che gli alunni della classe 3^A svolgono da due anni nel laboratorio di ricerca e di scrittura creativa, finalizzato alla scoperta della propria cultura identitaria, con particolare attenzione al patrimonio della tradizione orale e scritta del nostro territorio (l’Alta Marmilla).

Dalle istruzioni per la realizzazione del testo, presentate anche in sardo e in inglese (grazie alla collaborazione della collega di lingue), si è arrivati all’attività pratica, svolgendo un compito di realtà.

Lavorando in coppia, come piccolo gruppo cooperativo, i ragazzi hanno sperimentato il piacere di collaborare per raggiungere uno scopo comune, rafforzando le competenze sociali. Nel modello chevron(1)l’ordito e la trama si intrecciano solo nella sincronia e nell’alternanza dei movimenti “a quattro mani”; ciò comporta anche di trovare insieme le strategie, le soluzioni alternative o adeguamenti in caso di errore.

Lo scambio e il dono reciproco di quanto realizzato insieme, hanno rinsaldato i legami e rafforzato l’empatia.

Quanto al bracciale dell’accoglienza, destinato ai compagni della classe prima, a tutti i docenti e alla dirigente scolastica, è stata necessaria la creazione di un telaio, facendo ricorso per realizzarlo a semplici conoscenze e competenze di geometria. La diversa tecnica dell’intreccio ha richiesto ai ragazzi di progettare, di realizzare il modello, di curare la scelta cromatica, di preparare la confezione e la presentazione del dono, ovvero di dedicare il proprio tempo all’altro.

Il momento del dono del bracciale è stato organizzato a sorpresa, ciascun alunno più grande si è proposto come tutor di un compagno più piccolo: spontanee e positive emozioni per tutti, come si evince dai testi che i ragazzi hanno scritto su questa esperienza.

Penso che l’esperienza di intrecciare i fili sia stata molto utile soprattutto per il gesto di amicizia tra noi compagni e con i nostri professori. Creare insieme qualcosa e scambiarlo, per me porta a rafforzare l’amicizia e ad essere tutti più uniti”. G.      

“L’esperienza è stata interessante, diversa ed alternativa. Nonostante le difficoltà nella realizzazione, abbiamo imparato a “fare insieme”. I braccialetti colorati sono esteticamente molto belli, inoltre hanno un significato profondo: quello dell’amicizia”. A.

“Realizzare questo braccialetto ci ha dato l’opportunità di “RI-LEGARE” con i propri compagni. Per continuare il filo della nostra vita”. S.

Questa attività ci ha consentito di affinare le tecniche manuali, di capire che siamo tutti uniti da un filo simbolico, di far sentire accolti tutti: i ragazzi di prima e i professori”. E.

“Per me l’esperienza è stata molto interessante e coinvolgente. Lavorare insieme con l’aiuto reciproco è stato divertente; apprendere una nuova cosa, costruirla e per poi darla in custodia ai ragazzi di prima, ha un significato: come se avessimo affidato la cura della scuola a loro, visto che è il nostro ultimo anno. Lo scambio del dono è stato un gesto d’amore. Oltre all’amore per la famiglia, anche per gli amici e per i compagni di scuola. Senza amore non si vive. Questo il significato del “filo che ci lega tutti”. S.

“I braccialetti dell’amicizia che ci siamo scambiati dopo averli creati, simboleggiano l’importanza di lavorare insieme agli altri e il valore dell’aiutarsi a vicenda. Questa idea è stata molto utile anche per fare una nuova esperienza, imparando nuove tecniche manuali da condividere con i propri amici”. G.

Anche oggi a distanza di tempo dall’attività, alcuni sbiaditi, altri sfilacciati e recanti i segni dell’usura, i braccialetti continuano a essere annodati ai polsi, portati come segni identitari di appartenenza alla classe.

Link al video https://youtu.be/jK6nJe8rVsE

 

(1)  Il motivo chevron è formato da delle V ripetute, si differenzia dal motivo a spina di pesce per la diversa angolazione.