A spasso con i topi

Intervista a Giovanna Zoboli

[di Alessia Campagnola]

La natura. L’ossigeno. L’amore per i libri. Questi tre elementi tornano, sotto forme diverse, per tutto il tempo trascorso in collegamento con Giovanna Zoboli.

È un lunedì mattina e i bambini delle classi quarte della scuola primaria di Viale Legnano a Parabiago fanno domande, ascoltano, prendono appunti, commentano le parole di Giovanna, che si presenta loro in veste di editrice di Topipittori.

L’occasione di incontro tra l’editrice e le classi si inserisce all’interno di un percorso di scoperta dei mestieri “dietro le quinte” di un libro.

I ragazzi rimangono incuriositi dal fatto che “Giovanna ha fatto una scuola per diventare editrice”, scrive F.

In particolare, Giovanna spiega: “Imparo un sacco di cose. Fare i libri è un lavoro che richiede tante capacità diverse. Un libro è fatto da un gruppo di persone. L’editore organizza il lavoro di tutti, ma impara anche dagli altri. Ha bisogno di capire come vanno fatte le cose”.

Questo aspetto, conclude, è ciò che rende bello il suo lavoro. Ascoltando le sue parole, immaginiamo la casa editrice simile a una piazza a cui giungono e da cui partono molte strade, dal grafico al libraio per arrivare fino alle bambine e ai bambini, i lettori di oggi.

Titoli vecchi e nuovi di Topipittori.

C., poi, le domanda da dove nasca l’idea di fondare una casa editrice. Giovanna allora torna alla sua infanzia, passata a scrivere poesie, a leggere e a giocare nella natura. I suoi racconti di bambina profumano di erba, libri e animali. Queste passioni sono cresciute negli anni finché nel 2004 non ha deciso di fondare Topipittori insieme a Paolo Canton.

I ragazzi, in seguito, chiedono cosa farebbe Giovanna se non facesse il suo lavoro. I bambini ascoltano la risposta e rimangono colpiti dal fatto che ha ancora un grande amore per la Natura: “Mi piacerebbe tantissimo studiare le piante, fare la botanica. Le piante sono importantissime per la vita. Se non ci fossero, non vivremmo. Respiriamo grazie all’ossigeno che producono. Per questo dobbiamo rispettare la Natura e conoscerla. Ed è per questo che noi pubblichiamo diversi libri su di essa” aggiunge, facendo riferimento alla collana di divulgazione scientifica PiNO (Piccoli naturalisti Osservatori).

  

Due titoli della collana PiNo.

Infine, F. domanda: “Quando fai il tuo lavoro, è difficile capire se un libro può essere pubblicato?”. “A volte no. Ci sono dei libri così belli che uno vuole pubblicarli immediatamente. Altri che bisogna studiarli bene per capire come da una buona idea, ma non del tutto sviluppata, si possa tirare fuori un bel libro. È una cosa molto importante per l’editore, capire quali libri possono essere buoni e interessanti e quali no. Se lo sai fare, con il tempo il pubblico si fida delle tue scelte”.

Verso la conclusione, ci ha raggiunto anche Paolo Canton che ha continuato il racconto sugli aspetti pratici della pubblicazione di un libro, a cui erano interessati diversi ragazzi.

In classe si lavora anche sulla poesia.

Conclusa l’intervista, chiedo alla classe quali siano state le prime impressioni e cosa abbiano appuntato nei propri taccuini:

Ho imparato che molte cose si fanno piano piano.

Ho capito che la passione ce l’hai già da piccoli.

Ho capito che ci sono libri belli da pubblicare e altri da pensare.

Ho imparato che lo spazio di un libro equivale a una pagina bianca.

Ho imparato che bisogna sempre pensare prima di fare”.

Ho capito che il mondo va salvato proteggendo la Natura.


Le loro parole lasciano intuire l’esperienza di immersione che hanno vissuto. Giovanna e Paolo, infatti, hanno risposto alle domande sul proprio lavoro con generosità, tanto che, più che un’intervista, è sembrato di fare quattro passi “con i topi” accompagnati dalla loro voce, tra le memorie dell’infanzia e il mondo dell’editoria.